Il leader dell’SPD, Martin Schulz, teme che l’assemblea del patito bocci il ” contratto”, per la Grosse Koalition, e rinuncia ad essere ministro degli Esteri nel quarto governo di Angela Merkel. La decisione è stata pre sa ed anche spiegata:” Spero che il mio gesto serva a chiudere il dibattito sulle nomine e non mettere a rischio, il voto della base, sulla partecipazione al governo tedesco. Dichiaro la mia rinuncia ad entrare in esecu tivo e spero che tutto si svolga secondo le aspettative, con un si alle larghe intese. Ho sempre sostenuto – prosegue Schulz – chiaramente provato che, il nostro partito, sarebbe entrato nel governo di coalzione a pre cise condizioni, tutte nel programma di legislazione e miglioramento di questi settori:istruzione, assistenza, previdenza, lavoro e fisco. Sono orgoglioso – prosegue il leader dell’ Spd – che le nostre condizioni sono state accettate da tutti e che ora, la base del partito, dia il via libera a questo ” contratto” stilato per migliorare la vita dei tedeschi. La nostra strategia, che ci ha visto impegnati per mesi, è un obiettivo da non perde re”. In realtà, la base dell’ Spd, giovani in testa, è per il “no” al quarto governo Merkel, anche se le condizioni poste dal partito ci sono. Ma l’alternativa sarebbe quella di tornare alle urne, un azzardo che non sarebbe capito da tedeschi. Inoltre c’è anche il problema dell’estrema destra, pronta a raccogliere i frutti di un mancato accordo tra popolari e socialdemocratici, nella certezza di ottenere una pioggia di voti derivanti dallo scontento. Comunque Schulz, dopo mesi di trattative e dopo aver imposto la linea socialdemocratica al nuovo governo, ha rinunciato anche alla carica di ministro degli Esteri di più non poteva fare. Ma il suo sacrifi cio potrebbe non essere sufficiente. Nell’Spd c’è un forte scontento, dovuto al pessimo risultato elettorale, ed una fronda interna, guidata dai giovani, continua a dire “no” ad un governo con i i popolari. Per l’Italia se, dovesse passare questo governo, si aggraverebbe il problema migranti. La quota fissata dal “contratto” è di solo di 200 mila all’anno per ricongiungimenti familiari. Ma allo stesso tempo, così come dal program ma ci sono anche fatti positivi: no all’austerità si alla riforma dell’Unione Europea. Ma l’Italia, è molto distratta alle vicende internazionali, per via della campagna elettorale non si sta accorgendo di quello che acca de, in Europa.