Il Premier Conte deluso dal vertice dell’Unione Europea, da dove si attendeva le risorse necessarie, per il rilancio economico, del Paese. Ed invece il Presidente del Consiglio si è trovato con un Bilancio dell’Unione, fino ad oggi, dominato dai Paesi definiti ” frugali”. Cioè Austria, Danimarca, Olanda e Svezia sono, per un bilancio pluriennale dell’Unione Europea, che non superi il tetto di spesa pari all’1% del reddito nazionale lordo complessivo dell’UE. Una “gabbia” vera e propria che contraddice, pesantemente, quello che era stato annunciato, dalla Commissaria Der Von Leyen e che aveva fatto ben sperare all’Italia, pronta ad una politica green utile, sia all’economia del Paese e sia ad iniziare i cambiamenti per evitare i disastri, previsti dagli scienziati, a causa del riscaldamento globale. La posizione del Premier Conte, dai Paesi “frugali”, è molto distante e la trattativa non sarà facile se, anche altri Paesi dell’Unione, che non si sono ancora schierati, sposeranno la tesi dei Paesi non disponibili ad investimenti che vadano oltre, la soglia già stabilità, dai loro governi. L’UE non può essere una trappola tale da non lasciare via d’uscita ai Paesi, che a parte l’indebitamento molto alto, hanno la capacità di produrre molto di più, investendo in settori fortemente arretrati, tanto da essere in grado di rilanciare l’economia e tagliare l’indebitamento. Se l’Unione Europea dovesse accogliere, la strategia economica dei Paesi frugali, per il governo italiano si aprirebbe un grosso problema. Il Presidente del Consiglio, oltre che a tentare di far saltare la ” gabbia” presentata, al suo rientro a Roma, chiamerà i maggiori economisti, con i maggiori industriali e bancari per verificare le possibilità possibili per affrontare la situazione. Appare evidente che L’Italia, per attuare le riforme e rilanciare l’economia, ha necessità di risorse che non possono giungere solo dal recupero della fiducia, tra fisco ed evasori. Problema macro che c’è, si parla di 109 miliardi annui, ma il recupero per una stretta di mano è problema culturale che ha bisogno di tempo.