L’Unione europea non c’è non può fare miracoli. Il solo interesse, ad una moneta unica, non può essere il collante per popoli molto diversi e con indici economici, e quindi con bisogni, da otto volante. Questa è la realtà che che ne dicano, i politici dei Paesi che fanno parte di questa Unione, solo apparente. Non è possibile che le esigenze della Romania possano trovare, un comune denominatore, con quelli della Germania. Il processo dell’Unione doveva andare avanti, in campo economico, leggi e tassazione. E invece i Paesi tra loro sono in ” guerra” ad esempio per le delocalizzazioni, altro cancro che si aggiunge a quello dei migranti che nessuno vorrebbe. Basti esaminare, si porta il caso italiano solo come esempio, nel 2017 – ’18, ben venti aziende che avevano aperto i battenti sul territorio nazionale hanno deciso di trasferirsi in Paesi dove ci sono aiuti, camuffati, di Stato e la manodopera costa molto meno. E’ pur vero che il capitale investe dove il guadagno è maggiore ma è, altrettanto vero che questa sleale concorrenza. avviene tra Paesi che fanno parte della stessa Unione. L’assurdo è che si crea occupazione nell’Est europeo, per determinare disoccupazione in altre aree comunitarie. Non è questo il solo fenomeno perverso a migliore dimostrazione che non bastano le fotografie, sullo sfondo delle bandiere nazionali, con i vertici dell’Unione europea, ma ci vuole ben altro, ammesso e non concesso, che sia possibile trovare soluzioni condivisibili. I padri fondatori di un’Europa, non più in guerra tra i vari Paesi, idea brillante partorita nel 1950, cioè poco dopo la terribile seconda guerra mondiale, non avevano immaginato un’Unione limitata alla sola moneta ma, ad una idea di identità comune di popoli diversi, ma coscienti di poter contare in una politica continentale, superando il pensiero di nazione – contro. Nessuno pensi che l’attuale Ue possa fare di più di quello che non riesce a con cretizzare tanto vero che, la cancelliera Merkel, non l’ultima arrivata, che vanta la quarta elezione alla guida della Germania, continua a sostenere che “…se non c’è unanimità bisogna passare ad accordi bi – trila te rali. Certo va salvato il salvabile ma niente di più. l’Unione europea è stata fondata sulla sabbia e non su terreno solido. Questa è la verità piaccia o non piaccia.