L’Unione Europea si sta cominciando a muovere, con enorme ritardo, per il problema Libia. Oggi l’Alto Rappresentate dell’UE Borrel, al termine di un mini – vertice ha chiesto lo stop agli interventi esterni in Libia e un cessate il fuoco, tra i miliziani di Serraj, capo del governo riconosciuto dall’Onu e, il generale Haftar, che ha puntato su Sirte ed ha dichiarato che attaccherà Misurata. L’Unione Europea afferma:” fermatevi” dopo che i turchi sono già sul territorio ed hanno quassi completato il loro dislocamento in difesa del governo legittimo. Borrel sostiene, sia pure giustamente, che il problema della Libia non si risolve con la forza ma con l’attività diplomatica per uno Stato di diritto. Intanto che l’UE parla, con un ritardo incedibile se si considera che, da 15 giorni, il Presidente della Turchia Erdogan aveva annunciato che avrebbe inviato truppe, con la copertura di Aviazione e Marina, oggi e solo oggi, l’UE chiede che non ci siano interferenze esterne. C’è da sorridere, davanti a queste iniziative, che non tengono in nessun conto com’è cambiata la situazione in quella Nazione del Nord Africa nelle ultime due settimane. Oggi è scattata la controffensiva ordinata da Serraj per riconquistare, il porto e l’aeroporto, in mano ai miliziani di Haftar, mentre il generale della Cirenaica ha reso noto che ora punta ad occupare, Misurata, vero punto di forza di Tripoli, con le sue milizie ottimamente addestrate e molto combattive. La realtà è questa e se l’Unione Europea riesce oggi, con una sua strategia diplomatica a fermare, non soltanto Serraj e Haftar, ma anche le truppe turche, avrà fatto un miracolo molto difficile. L’UE sta cercando di circoscrivere l’incendio libico cercando di incontrare tutti gli ” attori”, direttamente o indirettamente interessati, a mettere le mani sulla Libia. A partire dall’Egitto che ha disapprovato l’intervento turco, agli Emirati Arabi Uniti che contavano su Haftar, per ottenere, se non altro un Paese spaccato a metà. L’incognita rimane la Russia. E’ noto, che tra Putin ed Erdogan, c’è più di un’amicizia. La Turchia acquista missili ed armamenti dalla Russia ed ha ottenuto l’assenso, del Presidente russo, per ” occupare” quella fascia di terreno siriano, della profondità di 30 chilometri per tutta la lunghezza della Turchia, cacciando dagli apprestamenti i militari i curdi, eroi che hanno vinto la guerra contro l’Isis. E’ inutile porsi la domanda se la Turchia, Paese Nato, si sta comportando bene con gli alleati in quanto inutile. Il Presidente della Repubblica turca ha agito, diciamolo, quando ha avuto sentore che i miliziani del califfato, si stavano spostando verso la Libia, cioè in un Paese debolissimo che non avrebbe avuto la forza, di opporsi agli avventurieri e ben prezzolati miliziani. A giochi fatti, l’Unione Europea invita i contendi alla pace e i turchi tornare a casa . E’ tardi ed il Presidente della Turchia non sembra l’uomo disposto a compromessi: avviata la sua missione in Libia rimarrà, tutto il tempo necessario, a pochi chilometri dalle nostre Coste, che poi, dovrebbero essere quelle dell’Unione Europea.