Guaidò, il leader dell’opposizione, che vuole mandare a casa, Nicolas Maduro, ha iniziato le ostilità da una base aerea militare, Carolina, nel tenimento di Caracas. Gli sconti sono iniziati dopo che Guaidò aveva detto in video:” Il momento è adesso” ed aveva vicino Lopez, un oppositore suo amico liberato dalla cella dove era stato rinchiuso. L’aeroporto è stato circondato da blindati e carri armati che hanno cercato di entrare nella base senza riuscirci. La situazione è molto confusa, interi reparti militari sono dalla parte di Guaidò ma, altri, difendono il potere di Maduro. Ma come è sempre avvenuto, per i Paesi del Sud America, c’è stato un durissimo scontro telefonico, tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il capo del Dipartimento di Stato americano. Mike Pompeo che ha accusato, Russia e Cuba, di interferire nei fatti interni venezuelani il che, è considerato gravissimo, tanto da compromettere le relazioni tra i due Paesi. Lavrov ha risposto per le rime affermando che sono gli Stati Uniti, che interferiscono sostenendo golpista l ‘azione di Guaidò , contro il Presidente Maduro. Non sono novità. Da mesi le due grandi potenze hanno caldeggiato e aiutato: la Russia Maduro e gli Stati Uniti Guaidò, Non più tardi di un mese fa gli americani, non fecero mistero pur di cacciare Maduro, di intervenire militarmente. Fino ad oggi Russsia e America, con un corollario di altri Stati hanno aiutato, sia l’uno che l’altro ma lo avevano fatto, senza arrivare a minacciarsi direttamente. Questa discesa in campo delle due superpotenze potrebbe cambiare molte cose, nello scacchiere non solo sud americano, anche perchè Guaidò, fino a questa sera non aveva sfondato anche se il popolo è dalla sua parte. Ma Maduro, che in precedenza, aveva fatto comprendere che avrebbe lasciato il potere, ora con l’appoggio russo, cuba e Turchia, sembra avere tutta la forza per rimanere al suo posto. Non è da escludere una rivolta sanguinosa. L’Italia dal canto suo, rivolgendosi alla vasta comunità italiana presente in quel Paese, ha invitato le parti a raggiungere un accordo per promuovere libere elezioni ed evitare una rivoluzione, che con le forze armate divise, non potrebbe che essere sanguinosa.