Il Capo dello Stato, ha reso omaggio ai caduti della Brigata Maiella, ha portato la Resistenza allo stesso livello del Risorgimento, dato atto che tutto il popolo italiano ha partecipato alla Resistenza non cedendo, alle privazioni e persecuzioni, nazifasciste, famiglie hanno dato asilo, a partigiani e militari alleati, rischiando la fucilazione e non ha mancato di rimarcare, nel suo discorso ufficiale, di riconoscere negli abruzzesi, una forte determinazione contro la violenza e oppressione. Il Presidente Mattarella è rimasto visibilmente colpito, dalla calorosa accoglienza che ha ricevuto a Casoli, da una folla entusiasta, per una visita che era un altro suggello, sull’epopea di uomini e donne che risalirono, unitamente ai liberatori la penisola, dall’Abruzzo chietino, fino a Trieste. Una brigata che non era composta da soldati ma da civili che, imbracciarono le armi, per contribuire alla liberazione di una Italia, spaccata a metà, con la proclamazione della Repubblica di Salò, fondata subi to dopo che i tedeschi riuscirono, con un’impresa temeraria, a liberare Musssolini “prigioniero” a Campo Imperatore. Il Capo dello Stato si è più volte commosso davanti a gente, forte e gentile, che lo abbracciato con il grido dei bambini, con in mano il tricolore:” Presidente, Presidente Presidente”. Mattarella ha vissuto ore con gente vera che non conosce, gli ambienti lussuosi e ovattati della capitale dove, riconoscere gente sincera da quella che trama per affari, più o meno loschi, è molto difficile. Una vera boccata d’ossigeno, quella che il Capo dello Stato ha respirato in Abruzzo, tra gente che conosce: la fatica, il lavoro, l’emigrazione e che è stata la culla della Brigata Maiella, decorata di Medaglia d’Oro al Valor militare ottenuta, dopo il riconoscimento degli eserciti dei libera tori, per il coraggio, la determinazione di immolarsi per una causa giusta. Il comandante Troilo riuscì, là dove l’esercito sabaudo, armato ed equipaggiato dagli alleati, non portò a termine imprese storiche. La Brigata Maiella entrò, prima delle forze alleate, a Bologna. E dire che tra loro c’era gente comune che decise di entrare nella leggenda per aiutare l’Italia a rinascere sotto una nuova stel la. Ci sarà chi si domanderà il motivo di questo articolo il giorno dopo il 25 Aprile. Semplice si è voluto riscontrare, incontrandoli, cosa è rimasto nel cuore degli abruzzesi dopo 24 ore dalla visita del Capo dello Stato: abbiamo trovato l’orgoglio di un tempo e la determinazione indomita di sempre. Non è nemmeno sfuggito, agli abruzzesi, un particolare importante. Sono stati distribuiti faz zoletti triangolari, con i colori della bandiera italiana e la scritta ” Brigata Maiella”. Tutti l’hanno messa al collo, anche da chi riveste elevate cariche istituzionali, tra questi il vice presidente del Csm, avvocato Giovanni Legnini, che non ha avuto un attimo di esitazione ad indossare un simbolo che da ieri, ha assunto il valore di un monito: mai più dittature, mai più sopraffazioni, mai più schiavi di poteri che offendono la democrazia.