Dove lo Stato non c’è e le istituzioni decentrate latitanti. Questa è la verità su Foggia e, più in generale nella sua provincia, fenomeno drammatico che solo ora viene scoperto: come se fosse un fungo cresciuto in una sola notte. La relazione semestrale al Parlamento della Dia parla del ” caso” Foggia che si è sviluppato in “un contesto omertoso e violento, dovuto al legame di gruppi criminali con il territorio e, alla diffusa consapevolezza che la mafia è spietata e punisce pesantemente, chi si ribella . La mafia foggiana – prosegue il documento della Dia – vuole emulare la ‘ndrangheta, anche in un’ottica espansionistica, con una ” terra di mezzo” dove s’incontrano affari leciti ed illeciti”. Inoltre la Dia, nel suo rapporto, ha sottolineato la ” radicata penetrazione della ‘ndrangheta nella politica e la partecipazione nei crimini ambientali”. Infine, per la mafia siciliana il traffico di droga rimane una delle maggiori attività per ottenere una ricchezza in contanti”. Bene la Dia, ma quello che più interessa, non dove i fenomeni mafiosi esistono da sempre, come la Sicilia, e che vede lo Stato impegnato a contrastarla con operazioni anche di rilievo. Quello che lascia sconcertati è l’esplosione del fenomeno mafioso, dove la malavita c’è sempre stata, ma non aveva mai subito una così rilevante trasformazione, nello scenario delinquenziale. A Foggia, come in tutta Italia, esistono i presidi delle forze dell’ordine e della magistratura ed è impensabile che non abbiano avuto sentore, che il sistema mafioso si stava radicando sul territorio, tanto da terrorizzare la popolazione senza, intervenire efficacemente, per contrastare il fenomeno, così pericoloso, o chiedere aiuto allo Stato centrale per bloccare, o tentare di colpire subito chi ha fatto dell’illegalità, prepotenza e vendetta l’arma verso chiunque si oppone alla loro ” legge”. Ecco si vorrebbe sapere se lo Stato centrale, davanti a questa realtà, oltre che ad inviare rinforzi alle forze dell’ordine, non abbia in animo di aprire un’inchiesta per comprendere chi, non ha fatto in fondo il suo dovere o se lo ha fatto, comunicando a Roma la situazione che si stava determinando a Foggia e non abbia trovato chi se ne occupasse con la dovuta solerzia. Qualcosa, com si evince chiaramente, non ha funzionato