La Gronda di Genova, bloccata dall’ex ministro M5S, Toninelli, è stata tolta dal cassetto dal nuovo ministro per le infrastrutture, Paolo Micheli, che ha annunciato che darà la massima accelerazio ne all’opera, ritenuta utilissima, per per la città. I lavori verranno avviati subito per la parte del progetto che non è discussione – osserva il sottosegretario al Mit – Roberto Traversi. Una dichiarazio ne rilasciata a margine del salone nautico. C’è qualche problema, rappresentato dal progetto della gronda di ponente, ma ciò non toglie che i lavori possono iniziare intanto che si risolvono questi particolari. Per la costruzione dell’opera si è inserito, come era inevitabile, il governatore della Liguria Toti, il quale ha dichiarato:” Non mi interessa quasi niente se la costruzione dell’infrastrut tura la realizzerà Aspi o i marziani scesi dalla Luna o gli uomini verdi, giunti da chissà dove, o se la costruirà il Mit con propri fondi. I lavori per la costruzione della Gronda dovevano avere inizio, nel primo trimestre del 2019, ed è ancora tutto fermo. Se bisogna ritirare le concessioni – ha proseguito Toti – deciderà il Mit. So però che i colpevoli, del crollo del Ponte Morandi, devono andare in galera e questo lo decideranno i magistrati. Alle Amministrazioni locali e al Mit – ha affermato il governatore della Liguria – spetta il compito di far partire i cantieri. La realtà è che un’opera di grande rilevanza è stata bloccata, dall’ex ministro Toninelli, che seguiva la strada tracciata dal M5S: ” No ad opere infrastrutturali, no alla Tav Torino – Lione, no all’approdo del gasdotto internazionale, in Puglia, a Meledugno. I partiti ” tradizionali” hanno limato i connotati al M5S? E’ una domanda da porsi. Oggi, Il Movimento, dopo l’esperienza con la Lega di Salvini l’atteggiamento è cambiato: i problemi delle infrastrutture vanno affrontati con il Pd, un partito strutturato che sembra, non abbia voglia di battere i pugni sui tavoli o di ricorrere alla piazza, ma di procedere così come concordato, per la formazione del governo Conte 2, con il M5S che appare chiaramente cambiato nell’affrontare l’urgente modernizzazione del Paese.