Defenestrato, il premier spagnolo Mariano Rajoy, dal Congresso dei deputati. Hanno votato la sfiducia, come era previsto 176 deputati necessari, cioè oltre il 50% dei 350 parlamentari. Rajoy poteva dimettersi pri ma ma ha sperato fino all’ultimo che la sfiducia non passasse e di conseguenza è diventato, automaticamente premier del nuovo governo, il leader socialista, Pedro, Sanchez. Si chiude così una lunga pagina della storia spagnola governata, nonostante gli interventi della magistratura, del premier Rajoy che ha dato continuità, al progetto spagnolo in ambito europeo. Determinanti per la sfiducia i voti dei deputati baschi e i 17 catalani, memori del pugno di ferro usato, contro la Catalogna, nel nome dell’unità dello Stato. Non si creda che Sanchez sarà più tenero nei confronti di chi reclama l’indipendenza da Madrid. La Costituzione spa gnola non consente che si dichiari l’autonomia, se non quella già concessa, alle diverse realtà storiche e culturali, presenti nello Stato unitario. E’ possibile che vinca la formula dello Stato federale ma molto difficil mente la proclamazione di una Repubblica, come è avvenuto in Catalogna. E’ certo che la storia della Spagna subirà dei mutamenti ma senza strappi per evitare, come affermano gli unionisti, che l’attuale Stato si frantumi, in quattro o cinque piccole nazioni indipendenti, che non avrebbero nè presente e nè futuro.