Dopo decenni di alleanze e condivisioni gli Stati Uniti rischiano, ritorsioni per i dazi che potrebbe imporre anche ai Paesi europei, nell’arco di poche ore. I viaggi a Washington di Macron e Merkel per ottenere da Trump la garanzia che non applicherà questa pesante penalizzazione, su acciaio 25% e allumio 10%, sono falliti. Il Presidente non ha voluto prendere impegni ed ha fatto compren dere ai suoi ospiti, sia pure con un sorriso a 32 denti, che gli americani vengono prima di tutti gli altri. Merkel, Macron e May, dopo una serie di colloqui telefonici, hanno deciso di far sapere a Trump che l’Europa reagirà. I tre capi di Stato e di governo non hanno fatto il passaggio dall’Unione europea che avrebbe sancito che c’è una Europa di 28 Paesi. Insomma prosegue la politica che viene proposta dall’asse Parigi – Berlino con l’aggiunta della May, ormai più fuori che dentro l’Unione. Inoltre da Downing Street è uscita la notizia che May, Merkel e Macron sono contrari ad an nullare l’accordo con Teheran come fatto sapere al Presidente degli Stati Uniti per un motivo semplice: è l’unico modo per evitare che gli iraniani riaprano la corsa all’arma nucleare. Un accordo, secondo il “triunvirato” europeo che andrebbe rivisto solo per l’armamento missilistico che è diventato consistente. Trump, per il problema Iran non ha molto tempo a disposizione: deve decidere se ritirarsi entro il 12 maggio prossimo. Ma quello che preoccupa di più è una guerra commerciale con sbocchi imprevedibili per tutte le economie dei Paesi coinvolti. Però conoscendo ormai come agisce l’inquilino della Casa Bianca c’è poco da sperare anche alle volte si verificano miracoli.