Arrestati nove, della baby gang, che il 18 gennaio scorso, senza nessun motivo, hanno massacrato di botte Gaetano finito in ospedale, dove gli è stata asportata la milza. L’operazione è stata portata a termine dagli agenti, di Scampia e Chiaia, sulla base del riconoscimento dei picchiatori grazie alle telecamere si sorveglianza. Il gip, presso il tribunale dei minori di Napoli, ha disposto per otto ragazzi l’internamento in una co munità e solo uno, dovrà restare a casa, ai domiciliari. Altri sette ragazzi sono indagati e gli agenti stanno procedendo a verificare se hanno partecipato al pestaggio. Comunque sono già tutti identificati e, non sono da escludere, altri provvedimenti cautelari. La polizia e giustizia stanno facendo il loro lavoro ma, il problema delle baby gang, non si risolve con la sola repressione. Indispensabile quando si verifica un pestaggio, come quello subito da Gaetano, al limite del tentato omicidio. Gli organi preposti dello Stato devono studiare, i motivi che sono alla base del comportamento delle baby gang, non presenti solo a Napoli ma, sia pure in gruppi più piccoli, anche in piccole città. Le cronache dei media sono piene di episodi di gratuita violenza. Gli esperti hanno il compito di trovare cosa fa scattare, in questi ragazzi, tanta violenza. Non sarebbe da escludere la mancanza di una vera famiglia, la mancanza di istruzione ed una, non sopportata “esclusione” per l’impossibilità di avere quello che hanno tanti altri giovani. Nessuna giustificazione, ci mancherebbe, ma è urgente capire il problema e cercare di prevenire più che reprimere. Poniamoci una domanda. Gli otto ragazzi della baby gang finiti in comunità, un giorno non lontano torneranno liberi. Come si comporte ranno? Nella comunità saranno rieducati ad un vivere civile, oppure apprenderanno, come far parte di gang di adulti, semmai ” soldati” della camorra, pronti ad arruolarli?