Da domani l’Italia chiude tutto. Dopo ore ed ore di attesa, la notizia è stata confermata, e non poteva essere diversamente. Il Covid – 19 imperversa e, in questi casi, non ci vuole un governo tentenna ma un Premier e ministri che decidono, insieme ai i tantissimi virologi, ricercatori, ed esperti tutti per decisioni drastiche. Alla fine, ” per una improvvida fuga di notizie” si è avuta conferma, dalle agenzie e anche da alcuni media online, che finalmente l’unica strada necessaria, era stata presa. Il tentativo è di limitare al massimo la diffusione dei contagi, cosa possibile, come detto da tempo da esperti, è chiudere tutti i luoghi dove il contagio è molto possibile. Da domani e fino al 15 marzo, data estremamente vicina per essere giusta, chiudono scuole di ogni ordine e grado, università, cinema, teatri, luoghi di aggregazione e persino lo sport, come il calcio, potrà non fermarsi, ma le partite non avranno pubblico. La decisione era nell’aria da giorni ma il governo, ha tentennato troppo ed ha consultato tantissimo, persino le forze sociali e datoriali. I figli avranno chi li accudisce: uno dei genitori, se lavora nel pubblico, potrà non recarsi al lavoro, più difficile il discorso se ope ra per conto del privato ma, comunque, l’importante che non rimangano soli. L’Italia chiude tutto e limita al massimo la possibilità di contagi, almeno nella logica delle cose. A questa decisione governativa bisognerà aggiungere il comportamento delle persone: dal dare la mano fino ad abbracci e baci. Lavarsi le mani in continuazione ed evitare incontri e se ci sono mantenere le distanze di sicurezza. Una misura che doveva essere presa, subito dopo che gli esperti del ministero e dell’Oms avevano avvertito,, che questo Covid -19 ha la capacità di contagiare con estrema facilità. E’ lecito domandarsi c’era da attendere tanto per chiudere tutti i luoghi dove il contagio è facilitato? No anche se si comprende che il costo finale sarà elevatissimo, non solo in termini di malati e di morti, ma anche per un’economia che già mostrava segni di marcata sofferenza. Le forze della coalizione hanno alla fine deciso: alle chiusure si affidano ad aumentare il deficit, con l’assenso UE, di 3,2 miliardi pochi, anzi pochissimi, per affrontare una situazione che si presenta molto complessa. Ci sono da acquistare nuove strutture sanitarie, riaprire, è in agenda, gli ospedali chiusi. Da assumere nuovo personale medico e paramedico. Intervenire ovunque necessario nelle “zone rosse” che potrebbero aumentare, come già indicano gli esperti. La situazione va riportata sotto controllo e la somma da investire indicata può essere considerata, solo iniziale. Il Commissario UE Gentiloni si è affrettato a significare che l’Italia, e gli altri Paesi dell’Unione, dove il coronavirus sta mostrando, con tutta le sue su caratteristiche molto temute, dai governi a dai cittadini, che non hanno nulla da temere perchè saranno aiutati, nella giusta misura. Il dado è tratto ma, dieci giorni per avere un’inversione di tendenza sono davvero pochi anche se dobbiamo augurarci che si dimostrino sufficienti, per poter tirare un primo sospiro di sollievo.
Roma – Il Covind – 19 è molto pericoloso. No al panico ma molta attenzione
I contagiati in Italia, dati del Commissario alla Salute e Protezione civile, sono 2.706 di cui 1.497 in Lombardia, Veneto 345, Emilia Romagna, compresi due assessori regionali, 516, i guariti 276 ed i morti 107. Questo è il quadro con il qua le, governo, Parlamento, partiti, forze economiche e sociali e italiani devono fare i conti. Ma occorre aggiungere che i contagiati sono così distribuiti: 229 in terapia intensiva, 1000 in isolamento ai domiciliari, altri in ospedali, che non possono più ricevere nessuno per evitare che, chi ha altre patologie, corra dei rischi. Viene valutata la necessità di creare altre zone rosse ma non c’è nulla di deciso. Verrà potenziato, con un raddoppio dei posti letto, l’Istituto Spallanzani che diventerà ” Il Covid -19 della Regione Lazio”, decisione che va considera saggia, vista la capacità e la preparazione scientifica e sanitaria del personale. Dal canto suo l’Oms ha messo in chiaro che, il coronavirus è più grave dell’influenza stagionale, smentendo tanti “esperti”. la mortalità è intorno all’1% mentre il Covid – 19 si avvicina al 3,4%. Inoltre, ha sottolineato l’Oms, a questo virus non è immune nessuno, in quanto completamente nuovo e sconosciuto, mentre per affrontare l’influenza, ci sono farmaci e terapie, sperimentate con successo. Man mano che passano i giorni, il Conad – 19 fa sempre più paura, molto dipende anche dalle incertezze, degli organi governativi, nell’assumere decisioni che erano troppo limitate e blande, per un virus sconosciuto che, sembrerebbe, ma la notizia va confermata, sarebbe presente forse non solo in Italia, già da ottobre dell’anno scorso. Roma, così come tutte le altre zone d’Italia, non possono che prepararsi a decisioni sempre più severe: il Covid – 19 va fermato, per poi con il tempo, non meno di un tempo non breve renderlo inefficace con il vaccino, per il quale stanno lavorando virologi e ricercatori, in tutto il mondo. La situazione, va detto, non è facile anche per il crescente isolamento, dell’Italia, dal resto del mondo. Rotte aeree e marittime annullate anche a livello nazionale, anziani e vecchi ” isolati” a casa anche da visite di figli, con i quali avere più scambi telefonici che presenze fisiche, considerate pericolose. La sanità pubblica, man mano che passano i giorni, è sempre più in affanno. Turni massacranti senza orari con un personale impegnato con malatii che hanno bisogno di essere assistiti anche psicologicamente. Ed il Premier non perde l’occasione di apparire in televisione per il pistolotto: “tutti siamo sulla stessa barca e dobbiamo remare nella stessa direzione”. Certamente è così ma invece di cedere minuti preziosi, ai virologi, ricercatori, sanitari e ministro per la Sanità che ha il compito di organizzare nuovi spazi, con altre attrezzature, per rassicurare gli italiani che sta lavorando, il Premier Conte ha rubato nuovamente la scena, per dire cose ovvie, tanto ovvie quanto inutili. E’ e sarà sempre così: il docente universitario non è uno statista che sa misurare la sua presenza e lavorare dando spazio agli altri ministri. No lui è il solo che deve comunicare e non riesce nemmeno a farlo bene: è tra l’altro un docente che è abituato più ad interrogare che ad intervenire efficacemente.
Bruxelles – La commissaria sui migranti usciti dalla Turchia:” I confini UE sono chiusi”
Tutti si lavano la coscienza com’è sempre avvenuto. La commissaria, Johannson agli aiuti umanitari dell’Unione Europea, ha detto, ai migliaia di, migranti o profughi, incoraggiati da Ankara ad arrivare fino al confine greco “che i confini UE non sono aperti e non devono esserlo”. Ci troviamo così ad affrontare una pressione straordinaria ai confini, occorre solidarietà. Ma come esprimerla sinceramente non è stato detto. Intanto la polizia greca ha sparato sui migranti e si devono lamentare un morto e 5 feriti. La storia è quella solita: “…dobbiamo proteggere i confini ma… nel pieno rispetto dei diritti umani e il diritto all’asilo non significa che Erdogan può inviare, tutti i migranti, nell’Unione Europea”. La reazione del Presidente turco non si è fatta attendere:”… Guardate cosa sta accadendo in Siria e in Grecia dove, si fanno ribaltare i gommoni con i bambini a bordo, oppure si spara sui migranti”. L’Unione sta lavorando per realizzare un incontro, tra l’Alto Rappresentante Ue, Borrell, insieme al Presidente Consiglio dell’UE per discutere il problema con Presidente turco Erdogan. Il compito è arduo e ” molto costoso” trovare una via d’uscita a questa situazione che, definire barbara è poco. Intanto a Mosca, domani ci sarà un nuovo incontro, dopo le tensioni dei giorni scorsi, tra Putin e Erdogan, che continua a muoversi, nello scacchiere internazionale, in modo estremamente autonomo il che crea situazioni di forte tensione. Ma, il Presidente Erdogan, ha in mente una sua strategia che non ha reso nota. La Turchia oggi ,oltre ad avere ottenuto il via libera per eliminare dalla zona di confine, i curdi, su territorio siriani, combatte in Siria ed ha inviato, truppe ed armamenti in Libia, in aiuto del governo di Tripoli. Domani con Putin, dovrà chiarire quali sono i suoi intendimenti, anche nei confronti dell’UE, che il Presidente russo vuole ben conoscere visto il suo intendi mento di ottenere la cancellazione delle sanzioni e la libera commercializzazione tra Unione Europea e Russia.