Roma – Conte rischia la poltrona. Renzi lavora per farlo cadere

Il Premier Conte è diventato un problema per la stabilità del governo italiano. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha posto delle condizioni alle quali non può rinunciare e che riguarda, soprattutto, il problema prescrizione. Per la prima volta, la posizione di un politico, coincide con il parere di tutte le toghe e degli avvocati. Nessuno condivide la riforma della prescrizione, così come varata dal ministro della Giustizia Bonafede. Non è un problema di poco conto o facilmente risolvibile con il Lodo Conte, malamente bollato. L’Italia Viva non voterà, il provvedimento al Senato, e farà mancare la maggioranza. Cirisi di governo? No, scioglimento della Camere, giammai, mandare a casa il nominato Premier è possibile senza tanti  problemi non è nemmeno parlamentare.  Dal canto suo il Premier, continua a ripetere che non è alla ricerca, in questo caso senatori, per un Conte ter, ma se accetta i voti dei ” volenterosi” o dei ” salvatori”, e Italia Viva esce: la maggioranza cambia automaticamente. C’è solo da immaginare, cosa ne pensano di una simile operazione, Di Maio o Di Battista, che vedrebbero, anche loro, un governo salvato da una serie di Filipoti, esempio della peggiore Italia repubblicana. Non riesco nemmeno a pensarci: altro che il M5S, sventolata ai quattro venti, forza politica, diversa da tutte le altre. Sarebbe il segnale più chiaro che il Movimento, è stato…inquinato dai vecchi partiti e sarebbe la fine, di una ” verginità”, per rimanere nelle stanze del potere.  Ipotesi scartata? Secondo logica sì. Se sarà così Conte, non avrà maggioranza al Senato solo sulla prescrizione? E’ meglio non fermarsi, vista la sfida lanciata da Conte a Renzi e da ques’ultimo al Premier. Zingaretti non nega che vorrebbe tagliare fuori Renzi:” ha già creato non pochi problemi con la scissione” e non nega nemmeno ch le porte del Nazzareno sono aperte per chi vuole rientrare. Il segretario però ha incontrato “resistenze” interne da parte di Franceschini ma anche di Delrio ed Orlando. C’è la consapevolezza, che non vede Zingaretti: evitare la guerriglia in Parlamento, con una componente, uscita dal Pd e che nel Paese, al di là delle intenzioni di voto, gode di molte simpatie, al di là delle toghe. E poi ci sono le regionali in Toscana, dove il leader di Italia Viva, è radicato: perdere dopo l’Umbria, la Calabria anche la Toscana il Pd on se lo può permettere. A questo quadro, non idilliaco, c’è il Movimento 5 stelle che naviga a vista dove c’è, un Di Battista,  contrario alla coalizione con l Pd, considerato un “partito falso per una collocazione, operativa, che non a sinistra”. ” Dibba” dice il falso? Possibile ma i provvedimenti annunciati, per dimostrare cambiamenti dal governo, M5S – Lega, di cui è leader il rozzo ex ministro Salvini, non si sono visti, almeno fino ad ora. Per essere Premier, bisognerebbe far capire a Conte,  non basta lavorare da mane a sera, non basta nemmeno tenere un look curato ad  ogni ora. Per fare il Premier, regola inderogabile, non bisogna mai sposare una causa, fino in fondo, ma garantirsi che tutta la coalizione sia pronta a condividerla. L’ultima soluzione che starebbero studiando e far aderire al Pd i volenterosi, così non ci sarebbe il problema dei Filipoti. Anche questo escamotage non uscirebbe indenne, dal fuoco di fila non solo i Italia Viva ma anche dello sfilacciato M5S. Sembra proprio il caso di seguire il buon senso: mettere da parte, per un pò di mesi la prescrizione, prima che sia troppo tardi: il tempo corre e altri provvedimenti che annullerebbero l’operato Bonafede sono dietro l’angolo.

Roma – Libia al centro dei problemi europei. Lavrov a Roma per incontrare Di Maio

Inevitabile il vertice dei ministri  degli Esteri  dell’Unione Europea per decidere una missione in Libia. L’UE vuole dare una chiaro segnale: in Libia va bloccato il traffico di armi che continua regolarmente come se a Berlino e Ginevra non fosse stato deciso nulla. Il ministro per gli Esteri Di Maio, come richiesto  alla conferenza per la Sicurezza di Monaco,  sostiene che non rimane che il pattugliamento, aereo e marittimo, per evitare che giungano in Libia anche armamento pesante. Va detto però che, per la posizione geografica di questo Paese, che ha i confini aperti verso le nazioni sub – sahariane non sarà un problema facile impedire che le armi giungano via terra, come è sempre accaduto, anche nel pas sato. Nessun avrà dimenticato l’azione dei carovanieri che conoscono il deserto come le loro tasche e che trasportano, dietro lauti compensi ciò che vogliomo. E proprio la Libia sarà al  centro dei colloqui  tra il ministro  Di Maio  e il collega russo Lavrov, non a caso in visita a Roma, proprio domani. Il problema della Libia, Paese nel centro del Mediterraneo, va risolto ed anche con una certa urgenza non solo per la sicurezza dell’Italia, ad un tiro di schioppo da questo Paese non governato che fa gola a troppi, non esclusi gli gli sconfitti del califfato, già minacciosamente presenti  per  non parlare dei fratelli musulmani. Senza una stabilizzazione, i Paesi dell’area, che ambiscono a installarsi in permanenza c’è la Turchia di Erdogan, l’Egitto di al Sisi, che la vorrebbe, divisa in due, per ” prendersi” o meglio controllare  la Cirenaica. C’è anche la Russia sempre più interessata ad ampliare la sua presenza nel Mediterraneo, dove già può contare su basi molto importanti in Libano. Il gioco dei due “contendenti ” cioè del governo riconosciuto dall’ONU di Tripoli e quell’esercito di liberazione nazionale del generale Haftar, altro non sono che controfigure, di interessi colossali e di posizioni militari, per basi tali da rendere insicura l’alleanza Nato dal confine Sud dell’Unione Europea. Per non parlare dei fratelli musulmani che da tempo, volevano concentrare in Libia la loro forza, per minacciare direttamente il Vecchio Continente. Non si può far finta di nulla anche se la soluzione non è facile e non potrà essere  indolore.

Pechino – Guo Yanhong:” Il virus si può vincere”. Roma:” migliorano ospiti Spallanzani”

Lo scienziato cinese Guo Yanhong, personalità di spicco nell’amministrazione della Commissione  sanitaria nazionale cinese, nel briefing quotidiano che si tiene a Pechino, per fare il punto della situazione dell’epidemia da coronavirus, ha fatto un’importante ammissione: “Il nuovo coronavirus  può essere prevenuto  e curato”. L’ottimismo, che si è diffuso nella commissione, è alimentata dalla costatazione che, ieri sono stati accertati 115 nuovi casi, al netto di quelli registrati nella provincia di Hubai, ormai completamente sigillata con circa 60 milioni di persone. gli abitanti non possono uscire di casa, dove è stato chiuso  tutto ed i rifornimenti per il cibo è possibile a turni, così come i medicinali, vengono forniti dal sistema denominato “Wuhan”. La diminuzione dei contagi 1.720 con 11.145 guariti, mentre i morti, sonno stai 1.765 a fronte dei contagiati oltre quota 70 mila. Una guerra di cifre che vengono diffuse, ma non si sa esattamente, se corrispondono al vero. Va chiarito che, in una situazione del genere, nemmeno le autorità sanitarie conoscono l’esattezza di quello che è accaduto e sta accadendo. Intanto va preso positivamente, questo ottimismo, che sarà controllato dai funzionari dell’Oms già a Pechino per verificare insieme, le misure prese se sono o meno sufficienti e se c’è la necessità di altri interventi. La situazione che stanno vivendo i cinesi è davvero molto difficile e, non soffrono solo i contagiati ma l’intera popolazione che non sa, come difendersi efficacemente, davanti a questo coronavirus passato dall’animale all’uomo e che si trasmette da uomo a uomo. Intanto la Farnesina sta mettendo a punto un volo militare, con la sanità e la Protezione civile per andare a riprendere e portare in Italia, per la quarantena, i passeggeri sulla nave nipponica Diamond Princess, ridotta ad un lazzaretto. Il ministero degli Esteri sapeva che gli italiani da riportare in patria erano 35, ma sembra che uno di loro, sposato con una donna americana, sia stato già portato negli Stati Uniti. Il volo straordinario è quasi pronto ma, prima di partire, occorre prevedere tutto, senza escludere nulla. Gli italiani che saranno prelevati dalla nave, appena giungeranno a Roma, verranno internati in strutture protette per osservare i giorni di quarantena. Chi ha scritto di possibili contagi per i turisti di rientro, dalla Diamond Princess, non ha detto il vero, pur sapendo la verità: non ci sarà alcun contatto, tra chi rientra in Italia se non dopo la quarantena e i test, che dovranno essere tutti negativi. Buone nuove dall’Istituto Spallanzani. Il giovane Niccolò sta bene, non ha febbre ed è risultato negativo anche al secondo test. Il bollettino dei sanitari afferma che anche i test effettuati dalla persona giunta dalla Cecchignola, non ha rivelato nulla di anomalo ed infine, anche la coppia anziana di turisti  cinesi, in rianimazione, mostra segni di miglioramento.