Roma – Basta liti. Il governo o risolve i problemi o a casa. Conte? inadeguato

Va detto e considerato con rara attenzione: una maggioranza così litigiosa non ha materialmente il tempo di pensare, ai problemi molto seri che l’Italia, deve risolvere per non perdere tutto. Il Premier può anche dare del maleducato ai ministri che non vanno in Cdm, per discutere argomenti delicatissimi, come prescrizione e salvaguardia del garantismo nei processi, ma se evita parole così pesanti, è meglio per tutti. Davanti al fare di Conte, su temi così delicati, ci sono dei “no” importanti, dei veri macigni che non sarà facile rimuovere. Qui non si tratta di una causa, da vincere a da perdere, tra clienti, qui si tratta di incidere su norme costituzionali varate, a suo tempo da avversari politici, agli antipodi su tipo di società italiana da formare dopo una guerra persa. E’ realtà, leggendo o ascoltando, interventi di valenti costituzionalisti o presidenti emeriti della Consulta che hanno espresso, pesanti e misurati giudizi, sul Lodo Conte, sulla prescrizione e sulla riforma del processo penale. Il ministro per la Giustizia Bonafede, non deve prendere cappello se c’è chi chiede prudenza a garanzie, previste dalla Costituzione. Lui, nella sua funzione, ha già ottenuto molto nel mettere, al centro del dibattito politico, temi di questa valenza. Quindi non ha nessun motivo di arroccarsi, nel voler ottenere che passino le riforme, come da lui e dal suo staff preparate. Non si tratta di riforme di secondo livello ma della prescrizione che, non può durare in eterno ( Costituzione ) e della riforma  processo penale che deve garantire i diritti della difesa. I problemi, purtroppo, non sono solo questi. C’è un’Italia ferma, ingessata, che non riesce ad aprire i cantieri finanziati, di produrre riforme in grado di riavviare, il moltiplicatore economiche, ed invogliare investitori italiani e stranieri, ad intraprendere. Davanti alla chiusura di decina di migliaia di negozi al dettaglio, nessuno si occupa del problema, della desertificazione delle città. Per non parlare del lavoro in nero  che ormai è diventata un’abitudine, così come della mancanza di lavoro a tempo indeterminato, che ha bloccato la formazione di  famiglie e la natalità, con stime drammatiche, per il nostro Paese. Problemi su problemi che continuano ad accumularsi fino a schiacciare, letteralmente i giovani, che rimangono nelle famiglie originarie, per mancanza di un proprio reddito e della dignità di operare, per sposarsi o unirsi, e mantenere la famiglia. Non ci si può fermare, ed i politici lo dicono spesso,” meno male che ci sono i pensionati che aiutano, come possono figli e nipoti”. Certo nessuno ha la bacchetta magica ma una cosa è cercare soluzioni, ed un’altra litigare da mane a sera, su ogni problema. Le concessioni autostradali, vanno tolte a no,dopo la tragedia di Genova, come affermò Di Maio, all’epoca vice premier e ministro del Lavoro. Chi è perchè nessuno decide? Con questo governo Conte, chi comanda in Italia, la coalizione di centrosinistra o sempre i soliti noti? Gli elettori italiani, chiedono a gran voce, di sapere quali sono le decisioni prese o da prendere non nel futuro ma subito. I dati parlano chiaro l’export diminuisce e l’import aumenta. Le famiglie vivono in un momento di profonda infelicità, specialmente genitori e nonni, che ascoltano sconcertati che, figli o nipoti, non hanno nessuna possibilità di trovare lavoro e che, in fondo a questo tunnel, non s’intravede nemmeno, una tenue luce di speranza. Una situazione inaccettabile, o meglio sopportabile, se le famiglie vedessero il governo al lavoro, per trovare, vie d’uscita. Ed invece M5S, Pd, IV e LeU litigano su problemi, importanti ma che a famiglie e disoccupati, giovani e più maturi, interessano come il discutere sugli angeli se hanno o non hanno sesso. Suvvia è ora di finirla con il teatrino delle cose inutili. Chi governa deve decidere, se può sui fatti concreti e se non può fare nulla, faccia un passo indietro.

Roma – Scontro sempre più duro Conte – Renzi

Durissimo lo scontro tra il Premier Conte e il leader di Italia Viva Renzi. Oggi l’ex Premier  ha confermato  che se Conte vuole cacciarci dalla maggioranza  è un suo diritto. E con una punta di ironia ha aggiunto ” Conte è il massi mo esperto  nel cambiare maggioranze, se invece ci vogliono, devono prendersi anche le nostre idee. “Alleati – precisa il toscano – non sudditi”. Ma c’è un’aperta sfida, di Italia Viva al Presidente del Consiglio pubblicata, su Fb ed è una battaglia di credi bilità all’interno della “maggioranza” sulla prescrizione che, così com’è, non sarà votata da Italia Vera:” Su questo – viene ripetuto – non molleremo di un solo centimetro”. Inoltre Renzi ha affermato:” Trovo sbagliato il tono usato da Conte ma, ai falli commessi da dietro al Premier, non commetteremo quelli di reazione. Il Lodo Conte è incostituzionale secondo i principali esperti. Cercheremo di cambiarlo  in Parlamento prima he venga bocciato dalla Conte Costituzionale, come è già avvenuto, in settimana per la legge Bonafede, il riferimento è alla retroattività dell’abbattimento degli emolumenti concessi, agli ex parlamentari, discutibili quanto si vuole, ma che possono essere tolti da dopo  l’approvazione della nuova  legge. Ma Renzi prosegue, la sua offensiva anti – Conte:”Se è già pronto un ribaltone – ter, senza di noi, si accomodino pure. Noi pensiamo all’Italia e teniamo alte le nostre battaglie. Non possiamo fare sconti sulla Giustizia e sul garantismo. Siamo sempre stati contro il giustizialismo e, se il Pd ha scelto di seguire di seguire, i grillini  noi non lo faremo mai. Intanto il Premier Conte procede, come se i fatti che accadono, non lo  riguardassero. Ha ammesso di aver parlato con il Capo dello Stato ( il ricorso a ” papà” non manca mai ), si è recato a Gioia Tauro per annunciare che l’Italia a due velocità è finita e che, per lo sviluppo del Mezzogiorno verrà investito il 34% delle  risorse disponibili. Ipotesi maggioranza ter? la risposta di Conte è stata netta::”  Non è in programma ed ho altro da fare”.

Wuhan – Nuovi conteggi sull’epidemia sconcertanti. Camberra no a studenti cinesi

L’epidemia del coronavirus è diventata anche una guerra di numeri e di stop ai cinesi, anche se non giungono dalle zone a rischio infezione. Il governo australiano di Camberra non ha concesso, il rinnovo del permesso di studio, a 100 mila studenti, rinviando tutto a data da destinarsi per il rientro all’Università. Una decisione dettata dalla paura, della diffusione dell’epidemia in Australia, che ha provocato una piccata reazione di Pechino. Intanto nella Provincia di Hebei e città di Wuhan, le autorità sanitarie hanno effettuato, un nuovo conteggio dei contagiati e dei decessi. I nuovi dati sono questi: 64.000 i pazienti e 1383 i decessi, tra questi ci sono anche 6 operatori sanitari. Una nuova classificazione che ha provocato la reazione, del virologo Roberto Burioni, che ha chiesto l’aiuto dei colleghi più quotati nel settore, in quanto lui ha ammesso che, davanti a questa nuova situazione ” Non riesce a capire più nulla sull’andamento dell’epidemia”. I nuovi casi di contagio sarebbero 1.508. Si è appreso inoltre che, grazie ai nuovi sistemi di conteggi, sarebbe possibile migliorare il trattamento dei pazienti. Contemporaneamente è entrata in funzione, nella Provincia di Hubei, la Commissione sanitaria per coordinare tutti gli interventi, cercare di trovare i casi tenuti di nascosto in casa, oppure conoscere gli autorizzati a restare nelle abitazioni, per mancanza di posti letto negli ospedali. Le altre notizie riguardano i vecchi ottantenni, a bordo della Nave Princess. Il governo di Tokio, visto l’aumento dei contagi, ben oltre i 250 croceristi, ha autorizzato lo sbarco e il trasferimento, in aree attrezzate per la quarantena e chi dovesse presentare, sintomi di infezione, negli ospedali già  attrezzati. Infine c’è il bollettino dell’Istituto Spallanzani di Roma: i due coniugi cinesi in rianimazione, rimarranno in quel reparto dove vengono trattati con farmaci antivirali. La loro condizione è stabile e quindi rimane anche la prognosi riservata. Invece sono buone le condizioni del ricercatore italiano, tornato da Wuhan, infettato dal coronavirus: non accusa febbre ed è asintomatico. All’Istituto Spallanzani sono stati valutati 66 pazienti tutti sottoposti a test e 57 sono risultati negativi  e subito dimessi. Ma è davvero complicato conoscere la realtà della situazione e dell’evoluzione dell’epidemia. E’ molto temuto, da tutti i ministri alla Salute ed anche dai virologi, com’è stato confermato anche ieri a Bruxelles, dai ministri del settore dell’Unione Europea, che il coronavirus possa giungere in Africa, dove le strutture sanitarie,  come è stata definita dal ministro Speranza, ” sono  molto fragili”. Quello che si può affermare è che l’allerta tutta Europa viene mantenuta molto alta e che gli italiani seguono, con naturale interesse, le notizie che vengono diffuse dal ministero della Sanità, e in molti casi i consigli forniti dai medici di famiglia.