L’Oms ha dato un nome al coronavirus, per evitare che possa essere confuso, con altri possibili virus per nuovi focolai. Da oggi si chiama ” Covid – 19″, come ha deciso, il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Chebreyesus. Lo scienziato ha precisato che la minaccia è grave, molto più grave del peggiore terrorismo. Un virus – ha proseguito il direttore Oms – può creare più sconvolgimenti politici e sociali di qualsiasi attacco terroristico. Il mondo si deve svegliare e considerare questo, Covid – 19, come il pericolo numero uno. Occorre affrontare l’epidemia, tutti insieme e con urgenza, nella considerazione che un vaccino potrà essere pronto forse tra 18 mesi”. Una prospettiva che rischia di paralizzare investimenti, produzione, lavoro e turismo. I morti sono oltre 1000 e i contagiati 43 mila, un strage ed una emergenza, che riguarda tutto il mondo. I dati sarebbero globali e concentrati, per la maggior parte nella provincia cinse di Hubei, dove stranamente, i contagiati sono di più ma i decessi di meno. Così come nella città di Wuhan, capoluogo della provincia. I professori Buriani e Mancini, davanti a questi dati, considerati analiticamente, si augurano che la sanità cinese non bari sulla realtà della situazione. Ci sarebbero delle anomalie nell’analisi che avrebbero necessità di essere ricontrollati. Non è la prima volta che accade, per epidemie scoppiate in un Paese, dove i dati vengono alterati se non altro per cercare di spaventare meno l’opinione pubblica. Lo stesso Imperial College of London, nel suo ultimo report solleva dubbi, peraltro, frutto di analisi che si compiono analiticamente, senza supporti scientifici ma solo matematici. Per quanto riguarda la situazione in Italia, il ministro per la Salute, Speranza, anche dopo il vertice di ieri ha ritenuto, sentiti gli esperti, di proseguire con le misure adottate: niente voli con la Cina fin quando ci saranno contagi, controlli agli aeroporti e ai porti e se sarà necessario, questi metodi, saranno estesi anche ai treni. Giovedì ci sarà il summit tra tutti i ministri della Sanità dell’Unione Europea, su richiesta italiana, ed in quella sede si discuterà sul da farsi. All’intervento – protesta della Cina, circa lo stop dei voli tra scali italiani e cinesi, il ministro alla Salute Speranza ha risposto pacatamente:” C’ è il Covid – 19″ e fino a quando ci saranno pericoli di contagi non sarà possibile riaprire i collegamenti.
Roma – Zingaretti:” Prescrizione? “Tritiamo Renzi costretto a dire sì per non sparire”
Il ministro per la Giustizia Bonafede e il Premier Conte dovrebbero essere molto più prudenti sulla prescrizione.Togati ad ogni livello, avvocati e non solo Italia Viva, considerano il lodo, preparato da Presidente del Consiglio, il peggiore che si potesse presentare E poi introdurlo nel Milleproghe e mettere le fiducia, per costringere Renzi a capitolare, per non far cadere il governo è decisione da incubo. Si ha l’impressione che non si faccia politica ma vada in scena il film “La notte dei lunghi coltelli”. Che il punto lo mantenga Bonafede, che si ritiene infallibile, si può giustificare e non comprendere ma che il ministro, venga affiancato dal Premier, M5S, Pd e LeU è quanto meno irriguardoso ” costringere all’angolo Renzi che protesterà, ma posta la fiducia, non potrà che votare sì, per evitare elezioni anticipate alle quali non è preparato. Chi pensa che questa sia politica del dialogo, delle soluzioni condivise in una coalizione a quattro voci si sbaglia di grosso: prima o poi, questi atteggiamenti aggressivi, vengono ripagati in equal misura. Il leader dell’Italia Viva, nel suo no all’inserimento del lodo nel Milleproroghe, ha più di una ragione: l’opposizione avrebbe in man una clava in più, per tentare di bloccare la riforma della prescrizione, he così come concepita, viene definita un’offesa alla civiltà giuridica. In realtà, il governo è in affanno e non riesce ad uscire da un immobilismo, caratterizzato più da carte che dal fare. Il segretario del Pd Zingaretti, nonostante i suoi sorrisi alla Di Maio, è terrorizzato dallo sfarinamento del M5S, partito costretto a scendere in piazza, per cercare di recuperare una identità perduta, proprio per la coalizione con il Pd. Sono due partiti alternativi e non complementari è stato sempre affermato. Alla maggioranza, sarebbe bastato prendere tempo ed evitare lo scontro con il leader di Italia Viva, che agisce opponendosi, al ministro Bonafede e al lodo Conte, bocciato dai competenti ad ogni livello. A cosa serve questa politica del ricatto:” Renzi non può far cadere il governo e dovrà capitolare”. Si è visto mai che in una coalizione si agisce con il pugno di ferro nei confronti di un alleato prezioso ? Cosa sta accadendo veramente, dietro le quinte della politica nel Pd e nel M5S. Domande inquietanti anche in vista degli inevitabili, guai economici, legati strettamente all’epidemia del coronavirus che, secondo famosi studiosi, non lo conosciamo ancora: i contagi potrebbero crescere a dismisura per la natura del virus che sopravviverebbe su superfici per circa 9 giorni. Ecco, davanti a questi enormi problemi di salute pubblica, quella parte di coalizione che vuole impartire una “lezione a Renzi”, dovrebbe scegliere la strada più sicura: un rinvio della prescrizione di alcuni mesi. Il M5S è in grado di rompere la coalizione? Certamente no. Lo è LeU un altro no così come il Pd. Quindi sarebbe saggio, dire al ministro alla Giustizia Bonafede, per una somma di ragioni, non forziamo la mano: non conviene a te ed a tutta la maggioranza. Discorso difficile? Non ci sembra se fatto tra politici intelligenti. Ma è difficile in alcune democrazie rinunciare a mettere spalle al muro qualche alleato, semmai scomodo. Ma attenzione una corda tirata troppo può spezzarsi.
Trieste – ” Giornata del Ricordo” celebrato dai Presidenti di Senato e Camera
La tragedia degli italiani dalmati e istriani, cacciati dalle loro terre, a a decine di miglia infoibati,( dai comunisti del Maresciallo Tito), dopo decenni, come ha specificato ieri il Capo dello Stato Mattarella, è uscita dal cono d’ombra nel quale era finito. La Presidente del Senato, Casellati ha voluto, con tutta la sua autorità, affermare che ricordarsi delle foibe, dove sono finiti tra immani sofferenze, decine di migliaia di italiani, ricordare l’esodo e la tragedia, di migliaia di italiani cacciati dalla loro terra, è imperativo morale e insegnamento fondamentale, da trasmettere alle future generazioni. Per troppi anni – ha proseguito la Presidente del Senato – c’è stata una guerra civile culturale che ha dato luogo al negazionismo antistorico, anti italiano, anti umano. Tragedie ignorate anche dalle istituzioni. Ci fu – ha proseguito Casellanti – un silenzio assordante un negazionismo non più tollerabile e, solo dalla coscienza storica, può nascere il dialogo tra i popoli”. Un intervento apprezzabile e misurato anche nelle parole dette con la dovuta determinazione. Poi c’è stato l’intervento, del Presidente della Camera Fico, che ha detto:” Solo dalla conoscenza storica può nascere il dialogo tra i popoli. Celebriamo la giornata del ricordo e non diamo, solo attuazione alla legge, ma compiamo un atto fondamentale di giustizia e verità. Quelle pagine drammatiche appartengono a tutto il popolo italiano. Compito delle Istituzioni e risposta, senza esitazioni, a tesi nazionaliste. Monito contro atrocità e crimini contro l’umanità ed a favore dei totalitarismi”. Non appena ha preso la parola Gasparri, i dem Serracchiani, Zanda e Rujc hanno lasciato la zona del sacrario e il parlamentare lollobrigida non ha mancato di affermare “ancora oggi,gli eredi dei comunisti, non vogliono sentir parlare di Foibe”. La rappresentanza democratica ha sostenuto che, dopo i due Presidenti, di Senato e Camera nessuno avrebbe dovuto prendere la parola. Per il leader del Carroccio Salvini, è folle il negazionismo per la Shoah come per le Foibe.