Berlino – “Bruciata” la Merkel. Il presidente della Turingia eletto si è già dimesso.

Caos politico nella Regione della Turingia. Dopo sole 24 ore dalla contestatissima elezione si è dimesso, il neo presidente liberale del land, Thomas Kemmerich, uno dei massimi esponenti del partito a livello nazionale. Dimissioni ritenute, dallo stesso neo presidente, dovute e inevitabili nell’affermare che il suo gruppo regionale del Fdp chiederà subito, lo scioglimento del consiglio, per andare a nuove elezioni i un tempo brevissimo. La dichiarazione rilasciata alla stampa da Kemmerich rimane mistero dal momento che ha detto:” I partiti democratici hanno bisogno di maggioranze democratiche per amministrare e mantenere, posti di potere, al servizio dei cittadini”. La Cancelliera Merkel, presa alla sprovvista dalle dimissioni del presidente ha reagito con veemenza:” Nuove elezioni imperdonabili” ed ha tentato la carta della ” revoca” del risultato. In realtà, se si traccia una mappa politica, delle tante situazioni che si sono create o in itinere, è difficile non concludere che la politica, generalmente intesa, è in crisi. Lo sono, di conseguenza anche i governi presenti o prossimi. La politica della stabilità, sviluppo  ed in favore dei popoli, appare sempre più appannata. Per una serie di comportamenti anomali che poco hanno a che vedere con gli obiettivi propri dell’amministrare e del fare. Troppi i personalismi e gli eccessi di quanti pensano più alla loro posizione che al bene delle popolazioni chiamate alle urne. Non è un problema che riguarda, come in questo caso la Turingia, quindi un land tedesco: le situazioni analoghe non si contano più.

Roma – M5S di governo e opposizione. Di Maio ministro barricadero?

Il ministro per gli Esteri, Di Maio, silente da alcuni giorni ha deciso in diretta Fb, di dire  la sua su quello che sta accadendo nella maggioranza di governo.” Sapevamo e sappiamo che il sistema avrebbe provato  a cancellare le leggi che ab biamo fatto in un anno e mezzo di governo. Quando si verifica una situazione del genere c’è una sola risposta: quella del popolo. L’ex capo politico sollecita il Movimento, iscritti e simpatizzanti a scendere pacificamente in piazza contro la restaurazione in atto. C’è chi si sta riprendendo i vitalizi e  man mano aboliranno tutte le leggi che abbiamo fatto e che intaccato il sistema precedente”. Di Maio, ministro con il governo Conte ha minacciato:” di partecipare alla manifestazione di protesta, peraltro già in fase di organizzazione,  per la metà del mese. Il Presidente della Commissione che dovrà decidere sui vitalizi è  Caliendo, senatore di Forza Italia che se guiderà ad accettare, i ricorsi presentati avrà anche lui, il suo vitalizio, quando avrà terminato il mandato a Palazzo Madama. Ma sta accadendo il peggio: l’attacco alla prescrizione che è legge dello Stato, per non parlare del Reddito di Cittadinanza, abolirlo per prendere quei soldi oggi utilissimi a chi non ha nulla ed è, in cerca di un’occupazione, per destinarli chissà dove. “Non si può governare un Paese – precisa il ministro per gli Esteri – dove si aboliscono le leggi del M5S che è partito di maggioranza relativa nel governo in carica”. Perbacco una dichiarazione, quella di Di Maio, ministro della Repubblica, gravissima. Il M5S si sta trasformando in partito di governo ed opposizione contemporaneamente: si è visto mai? Cosa conta più una forza politica dek genere?. E’ molto probabile che, l’ex capo politico del Movimento, teme che il silenzio di Grillo,con problemi di salute, e di Casaleggio mai muto come ore, nonchè l’azione ai fianchi, di Paragone e Di Battista, possano metterlo in secondo piano, come responsabile del crollo dei voti passati dal 32,5% al 14,5%. Una colpa dimostrata in quanto, Di Maio, non avrebbe saputo, imporre le riforme e le aspettative degli elettori, sia durante la prima coalizione con la Lega e sia durante la seconda con il Pd. Per non parlare delle regionali andate come sappiamo. C’è colpa del solo Di Maio –  ci dobbiamo chiedere per onestà intellettuale –  se i parlamentari, fatte le dovute eccezioni, cercano di sistemarsi negli uffici parlamentari per non tornare disoccupati, trattano cambi di casacca per collegi sicuri ed essere rieletti in Parlamento.  O si organizzano, come gruppi autonomi, per poter trattare direttamente la loro politica ed avanzare le loro senza passare da chi dovrebbe decidere, per tutti, dopo le relative assemblee. Tempi duri, peraltro incomprensibili quelli che ci aspettano nell’immediato futuro. Tempi duri anche per il Pd che cerca di gestire la situazione accogliendo, quei parlamentari grillini, vicini ai dem. A proposito, complimenti alle Sardine. Hanno imparato molto presto, a litigare tra loro nel cercare un posto al sole. Se i giovani di sinistra  sono questi… il futuro è davvero molto scuro.

Roma – Bonafede e Gubitosa molto pesanti:” Renzi ininfluente prescrizione com’è”

Nel M5S può accadere di tutto tanto che, l’Istituto Piepoli, nel condurre una previsione sulle intenzioni di voto ha incluso anche l’eventualità che scendano in campo i due grillini doc, Paragone con Di Battista. Il risultato è a dir poco sorprendete in quanto, la previsione,  li vedrebbe già ben oltre al 5,2% a dimostrazione, della valenza politica, che hanno i due politici non soltanto nel Movimento. Va detto che fino ad oggi, questa ipotesi non esiste, anche se il senatore Paragone, si prepara nel  misto, a raggiungerei 20 parlamentari per un suo gruppo e per poter proseguire, la politica del M5S, senza altre alternative per quanto riguarda riforme e ” poste in Bilancio dello Stato. L’Istituto Piepoli, ha realizzato, le intenzioni di voto per tutte le forze politiche. I risultati, pubblicati dall’Adnkrons, sono questi: Lega 30%, Pd 18,5%, M5s 14%, FdI 9,5% FI 6%, Italia Viva 4,5% , + Europa 2,5% e LeU 2,0%. Il Premier è impegnato, in prima persona a disinnescare, la prescrizione del ministro alla Giustizia Bonafede ma, il guardasigilli tira dritto per la sua strada, e dichiara:” Leggo  di trattative  di cui non sono a conoscenza. La prescrizione è legge ed è solo il primo tassello della riforma del codice di procedura penale e civile”. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, viene sostanzialmente sottovalutato, per la sua minaccia di votare contro e di votare la proposta dalle opposizioni. Ma Renzi insiste, da buon toscano:” Il Pd deve scegliere tra Orlando e Bonafede”. Ma nella polemica, già accesa, è entrato a gamba tesa il parlamentare, Gubitosa in difesa della riforma del Movimento:” Renzi è insignificante. Avanti anche se viene minacciata la caduta del governo”. Ed ovviamente, il ministro non vuole essere, secondo a nessuno in questa battaglia, che ritiene di civiltà giuridica:” La riforma è pronta da mesi, il mio impegno e portarlo in Cdm: c’è un accordo nella maggioranza e nessun potrà tirarsi indietro, senza conseguenze. Non è mia abitudine rispondere a chi sembra farsi scrivere, i testi degli interventi contro la prescrizione, da Salvini o Berlusconi. La prescrizione – torno a ripetere – è solo un tassello in un quadro molto complesso. Tra l’altro la prescrizione – afferma il ministro è legge – non è una bandierina del M5S ma una necessità per una giustizia che sia tale”. Le forze politiche, come appare evidente, si vanno posizionando e un’opera di mediazione diventa complicatissima in quanto, alla fine, ci sarà chi si brucerà le mani su un argomento delicatissimo, che non interessa  solo il mondo degli operatori della giustizia, ma l’intero popolo italiano.