E’ possibile che in Libia la commissione militare del 5 + 5 sigli un patto accettato, di trasformare la tregua in un cessate il fuoco permanente. La notizia è stata diffusa dal diplomatico ONU, Ghassan Salamè. Lo stesso ha anche riferito che l’embargo delle armi per i belligeranti in Libia, deciso dalla Conferenza di Berlino, non è stato rispettato e che, attualmente nel Paese ci sono 20 milioni di armi. Fra, le parti è stata espressa la volontà, del cessate il fuoco permanente ma ora ci sono altri nodi da sciogliere. Chi dovrà controllare l’accordo? Chi controllerà che non avvengano violazioni? Saranno militari europei caschi blu? O chi altro? La cosa cer ta che la commissione di Ginevra militar del 5 + 5 ha raggiunto una conclusione che nessuno può farsi sfuggire. Intanto l’Italia, tramite il ministero degli Esteri ed organismi collegati sta trattando sui campi profughi, sul trattamento riservato a chi ci vive che ammonterebbero a diverse decine di migliaia e c’è chi tratta, per l’UE e l’Italia, per evitare che questi migranti prendano il mare verso l’Europa. Le Spese di mantenimento, garanzie sui diritti umani, personale idoneo per evitare eccessi prepotenze e violenze sarebbero affrontate dall’Unione Europea. Aggiungerei con il dovuto controllo dopo i tanti servizi giunti su questo argomento dove la fanno da padrone schiavisti e violentatori. Il fatto di notevole valenza è che i due leader libici sarebbero disposti, se condo Salamè a sedersi allo stesso tavolo per firmare l’accordo sul cessate il fuoco a tempo indeterminato. La notizia è di elevata rilevanza, ma non si conoscono con esattezza, gli “attori ” principali che sarebbero riusciti a convincere i due leader libici, di Tripoli e Tobruk, ad un accodo impensabile solo alcuni giorni fa. Così come non si conoscono nemmeno le condizioni ch vengono mantenute ancora segrete.
Roma – Scontro al calor bianco sulla prescrizione. Bonafede cede o travolto
Il ministro per la Giustizia, Bonafede, non può certamente dire che, non è stato avvertito in tempo, circa la sua prescrizione. Così come il M5S sa benissimo che il ministro deve fare un passo indietro e trovare una soluzione all’interno della coalizione, come accade sempre, quando un partito governa con altre forze. La prescrizione, abolita di fatto da Bonafede, è stata contestata da alti magistrati, stragrande maggioranza degli avvocati oltre che dal Pd, Italia Viva e dalle opposizioni. Il leader di Italia Viva, lo ha detto con estrema chiarezza, durante l’assemblea del partito e ad un intervista su La 7:” Bonafede è avvertito, così come il Premier ,che deve ” sminare” la questione la prescrizione di Bonafede venga messa sul tavolo per poterne discutere e modificarla. Conte – ha proseguito Renzi – ha tutto l’interesse a prendere atto, delle tante contrarietà alla prescrizione, del ministro Bonafede. Non credo che il governo cascherà e non voglio che cada – ha scandito Renzi – ma, una forza politica che non ha i numeri, non può dettare legge. E va anche aggiunto – ha precisato Renzi – che non è Italia Viva che ricatta il governo. Ho messo in guardia il ministro per la Giustizia a tenere gli occhi aperti, con chiarezza, se procedi come vuoi sbatti contro un muro”. L’Itala Viva non ha certamente intenzione di andare ad elezioni anticipate ma sulla prescrizione non farà un passo indietro. Dal canto suo anche il segretario del Pd, Zingaretti, con un linguaggio meno aggressivo, ha chiesto al Premier Conte di intervenire, aprire un confronto e chiudere questo scontro violentissimo su un argomento delicatissimo, tenacemente sostenuto dalle varie forze politiche. In campo anche l’opposizione con il Pdl Costa, rimandato in commissione per ragioni di opportunità politica, ma pronto a rientrare in Aula, per bloccare la legge Bonafede, in relazione ad prescrizione di fatto abolita. Il segretario del Pd è tornato sui tanti problemi per riaffermare “… basta ad utilizzare picconi per distruggere ora occorre – a suo parere – ricostruire il Paese”. La realtà però è ben diversa, la coalizione M5S, Pd, LeU e cespugli non sembra in grado di riuscire a trovare accordi, non su un argomento ma su azioni determinanti, alcuni per tutti: riapertura di tutti i cantieri, occupazione, concessioni autostradali e Ilva. O il governo decide, e porta in Aula i provvedimenti, oppure la vita dell’esecutivo sarà sempre più travagliata fino allo sfilacciamento. Nessuno dimentichi lo “sfarinamento” in atto del M5S che potrebbe essere superato, non già dal’opera di Crimi, ma dalla politica del fare l’unica in grado di far vedere agli italiani un orizzonte oggi evanescente.
Roma – Gli italiani dalla Cina alla Cecchignola per la “quarantena”
Arrivati gli italiani reduci dalla Cin, colpita dall’epidemia del coronavirus che ha messo a soqquadro, il mondo intero. I connazionali sono stati trasferiti con un autobus a Pratica di Mare, dove dovranno rimanere, per 15 giorni. Una decisio ne assunta per controllare che tra loro non ci siano tra infetti. Sono alla Cecchignola struttura militare, non casuale, dal momento che da qualsiasi ospedale, chi vuole può uscire, senza particolari precauzioni. Da una struttura militare la situazione è completamente diversa: nessuno, a parte il personale sanitario, può uscire o far entrare qualcuno. Misure cautelari giuste che andavano prese. In quella struttura verranno eseguite analisi cliniche e i pazienti saranno, attentamente seguiti, per il periodo prestabilito e se tutto andrà per il verso giusto, come ci auguriamo, le persone in “quarantena” potranno fare ritorno a casa. E’ rimasto in Cina un ragazzo di 17 anni che aveva palesato uno stato febbrile che gli ha impedito di rientrare, con tutti gli altri connazionali. Il ministero della Salute procede, con molta cautela per questa epidemia e sta assumendo, altre decisioni per evitare, al massimo, la possibilità di contagi. Agli aeroporti saranno rafforzati i controlli sanitari anche per voli che giungono, indirettamente dalla Cina, ed è allo studio un piano per controllare tutti i passeggeri che arrivano in Italia dall’area Schengen così come migranti sbarcati nei nostri porti. Un’ emergenza che viene sviluppata, con continue riunioni l’ultima questa mattina, tra il ministro alla Salute Speranza, il capo della Protezione civile Borrelli e gli esperti dell’Istituto Spallanzani. E va detto che, l’isolamento del coronavirus ottenuto, proprio dalle tre ricercatrici dell’Istituto Spallanzani, apre la possibilità di studiare e perfezionare metodi diagnostici e trovare eventuali antivirus. La direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani, Capobianchi, ha voluto precisare, al di là della soddisfazione e dei riconoscimenti internazionali, giunti da ogni parte, Cina compresa, che ha inviato all’Istituto il suo ambasciatore accreditato a Roma, per congratularsi della scoperta e ripetere ciò che aveva detto ieri il suo Presidente Xi Jininpig:” La Cina si è sempre attesa dall’Italia una stretta collaborazione per combattere l’epidemia del coronamirus. In questo campo nessuna illusione è possibile come quella, cullata in tutto il mondo scientifico di riuscire a trovare, l’antidoto all’epidemia, prima che finisca i suoi nefasti effetti. Certo sarebbe un successo per la scienza ma l’importante è procedere, come oggi è più possibile, per arrivare alla realizzazione di antivirali o ad un vaccino utilizzabile su vasta scala.