Mosca – Crisi di governo. Putin decentra il suo potere a Medvedev

In crisi il governo russo. Il Premier, Dmitri Medvedev e tutti i suoi ministri hanno rassegnato le dimissioni, a sorpresa. La crisi non era filtrata prima all’esterno ed è avvenuta improvvisamente. Il Presidente Puntin, davanti a questa situazione, ha ringraziato il governo dimissionario per il lavoro svolto ed ha aggiunto che, da parte sua, c’è piena soddisfazione per  per i risultati raggiunti. Putin ha colto questa occasione, nel corso del l’ultimo consiglio dei ministri, tenuto prima delle dimissioni collegiali, di annunciare che è sua intenzione di creare una nuova figura politica: quella del vice capo del Consiglio di Sicurezza russo e assegnarla al dimissionario Premier Medvedev. “Ritengo ha aggiunto Putin – dichiarazione riportata dalla Tass – che sia possibile  me ne occuperò nei prossimi giorni di introdurre questa nuova carica”. Attualmente il Presidente russo è anche capo del Consiglio di Sicurezza. ” Ma Dmitri – ha soggiunto Putin –  si è sempre occupato di questi settori come il rafforzamento delle capacità difensive  e della sicurezza”. Spiegata quindi la crisi del governo. Putin lascia nelle mani del Premier dimissionario, una volta conclusa l’operazione, un potere molto vasto. La domanda da porsi è il motivo, di questa decisione improvvisa del Presidente russo: cosa lo ha spinto a lasciare il suo potere assoluto decentrandolo nelle mani, sia pure, di un fedelissimo? Stanchezza,  ragioni di età o il voler dimostrare che la Russia di oggi non è quella di ieri, quando tutto il potere era accentrato nelle mani di un solo uomo al comando. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

Rieti – Concluso il seminario dem. Zingaretti:” Inizia la nuova politica”

Si è conclusa la due giorni del Pd nell’Abazia del reatino, alla quale hanno preso parte i parlamentari, dirigenti e amministratori locali. Il segretario Zingaretti è intervenuto per affermare che ” E’ tempo di una nuova fase politica che dovrà vedere protagonista la squadra che si metterà al servizio  di questo progetto. Puntiamo ad un partito aperto alla società, per indicare al Paese  una prospettiva nuova e una alternativa praticabile”. Un disegno che dice molto per chi conosce  la strategia nuova che il Pd vuole attuare visto che Zingaretti, solo tre giorni fa, ha parlato di scioglimento del partito dopo la vittoria alle regionali in Emilia Romagna, per un nuovo soggetto politico che si proietti oltre la politica attuale vin colata a vecchi schemi. Inoltre il segretario dem ha rivendicato che l’attuale governo ha salvato l’Italia  da una catastrofe per iniziare  un cambio di indirizzo su temi fondamentali. ” Ora – ha detto testualmente Zingaretti – occorre un salto in avanti credibile che propongo al governo in cinque punti:” Rivoluzione verde, Sburocratizzazione, Equity Act, Educazione e Salute”. Appare evidente che il nuovo disegno politico dei dem passa per prolungare la vita del governo fino alla fine naturale della legislatura e ad una nuiva legge elettorale che sia proporzionale, cioè in grado di garantire al nuovo soggetto politico dem di poter governare con il M5S, che sta cambiando i suoi connotati e con l’assorbimento delle fore di LeU e sinistra sinistra nonchè dei moderati che non credono più, dal progetto della destra incarnata da Salvini. Una nuova strategia quella dei democratici che è destinata, se verrà accolta nel e fuori il partito e dalle altre forze politiche  che dovrebbero partecipare “all’alternativa praticabile”, sarebbe un nuovo passaggio. Non ci sembra nemmeno immaginabile, come viene affermato da alcuni commentatori politici, una fusione tra un ex Pd e un M5S. Così come cambiare la legge elettorale in un proporzionale implica la tenuta elettorale sia del nuovo soggetto dem e sia del Movimento che appare sempre meno gradito in questa fase. Inoltre c’è la dichiarazione del ministro Di Maio che si è dichiarato disposto a collaborare, nel Movimento, con Di Battista il politico che ha sempre affermato di essere contrario ad una coalizione con i democratici, considerati il peggio della politica italiana. Le incognite non mancano ma non è il pantano: stanno venendo fuori nuove idee e diverse strategie. Non c’è che da attendere come si svilupperà l’immediato futuro.

Cairo- Il Premier Conte ha incontrato il Presidente al Sisi di: Libia, Berlino e Regeni

Il Premier Conte, una volta lasciata Ankara, dove ieri ha incontrato il Presidente Erdogan e dopo aver saputo  che, il generale Haftar, non aveva firmato il documento del cessate il fuoco e che, entro 48 ore, deciderà cosa fare ha rilasciato una dichiarazione:” Questo fatto non deve distrarci dal nostro lavoro. La cosa importante che il cessate il fuoco sia rispettato”. Il Presidente del Consiglio Conte, ha incontrato al Cairo il Presidente dell’Egitto al Sisi, nettamente contrario all’intervento turco in Libia. Il Capo del governo ha avuto, un lungo colloquio per verificare se sono possibili aperture per un dialogo di pace sul problema Libia e sulla Conferenza di Berlino, fino ad oggi preannunciata per il 19 gennaio. Tra l’altro, Conte ha già ricevuto l’invito della Cancelliera Merkel, per la Conferenza di Berlino e non ha mancato di sottolineare, nuovamente, l’importanza di un posizione unitaria dell’Unione Europea”. Alla domanda dei cronisti se verranno inviati altri soldati italiani in Libia, la risposta del Premier è stata brevissima ma significativa: ” Non lo escludiamo”. I motivi sono almeno due: la presenza a Sirte, dell’ospedale militare italiano, che va difeso in caso di attacco, su vasta scala dei miliziani del generale Haftar. Ospedale – va detto – che cura feriti senza badare da che parte stanno e che ha effettuato, un imponente lavoro, per la popolazione civile. E l’invio di altri militari sarebbero, caschi blu,  quindi protetti dall’Onu, e farebbero parte del contingente presente in  Medio Oriente, dove ha ben operato ed ha evitato scontri tra opposte fazioni. Militari che hanno acquisito, una lunga esperienza per imporre la pace, senza usare la forza. Conte ha colto l’occasione per parlare con al Sisi del caso Regeni ed ha ottenuto una risposta utile tanto da poter affermare:” Bene la ripresa della collaborazione”. Per poi aggiungere subito dopo:” Ma serve il risultato”.