Roma – Santori leader delle Sardine” Siamo partigiani”: falso e offensivo

Sentiamo il dovere di parlare con molta sincerità alle  ” Sardine” che, dopo l’incontro di Roma, hanno subito affermato:” Dobbiamo tornare subito nelle piazze”. Ed abbiamo preso nota che il leader Santori ha dichiarato:” Siamo i partigiani del 2000″. No caro giovinotto, come avrebbe detto il grande Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Chi scrive ha intervistato i veri partigiani, quelli della Brigata Majella, Tra questi il leggendario comandante, Ettore Troilo, o chi appena ventenne, Antonio Cicoria, insieme agli uomini della Brigata, entrarono per primi per liberare Bologna, incalzando le truppe tedesche, in ritirata. Un’azione che evitò un bagno di sangue per i bolognesi, così come avveniva con le truppe della Germania di Hitler, tutte le volte che dovevano ripiegare verso il Nord e subire la sconfitta, inflitta non solo dalle truppe alleate ma da quei partigiani, quei veri uomini che per salvare altri italiani, industrie ponti, opere d’arte e monumenti, rischiavano la vita, ad ogni piè sospinto. No caro giovinetto non è ammesso che tu possa dichiararti partigiano, stringere alleanze con chi è già al potere, ammesso e non concesso che accettino questo assurdo, per puntare con le sardine al 25% ed entrare nelle stanze del potere. Tu, in questa operazione spericolata non corri nessun rischio se non l’insuccesso di una strategia ben studiata ed attuata. Ma stai commettendo già i primi grossolani errori. Sei andato con tro il volere dei veri partigiani, di tutte le brigate, compresa quella di Troilo che, hanno combattuto e una volta vinta, la terribile ed impari guerra, hanno ceduto il passo alla costruzione della Repubblica e alla democrazia. I comandanti non hanno cercato il potere per diventare Presidenti del Consiglio, ministri o sottosegretari, poltrone comode per chi fa politica e non per un combattente per la libertà. I veri partigiani sono stati molto attent,i al varo della Costituzione e quando hanno visto che la Carta, veniva firmata da tutte le forze politiche sicuramente democratiche, non hanno aperto bocca. I veri partigiani sono andati nelle piazze, scuole e università a spiegare i motivi etici che li aveva spinti a lasciare famiglie e figli, prendere il fucile ed organizzarsi sulle montagne, per non dare tregua a tedeschi molto più armati ed addestrati. Tra l’altro, questi partigiani non erano ben visti nemmeno dalle truppe alleate, per motivazioni varie: i comandanti, americani e inglesi, preferivano l’apporto di truppe regolari dell’Italia già liberata. L’iniziativa dei giovani aderenti al movimento delle Sardine è stato visto dagli italiani con apprezzamento. Finalmente i giovani, non pensano solo allo sballo del sabato sera, ma si occupano delle politica, che non è solo contrapposizione, ma spesso odio per l’avversario che, non punta a ribaltare la Repubblica e non costituisce un pericolo per la libertà. Si tratta di priorità e di una visione diversa dello Stato, di mettere fine alla corruzione, tanto dilagante da toccare tutta la società, generalmente intesa, compreso l’evasore fiscale. Caro giovinotto mi ha meravigliato  l’Anpi, che ha raccolto, una bandiera lasciata in eredità, per l’estinzione dei partigiani che hanno combattuto,  organizzazione che oggi opera, per mantenere intatti quei valori irripetibili che fanno parte della storia repubblicana. Se vuoi entrare in politica fallo, anzi sei invitato a tentare ma, senza nascondere chi sei, con chi vuoi fare la tua battaglia, qual è la società che vorresti e quale etica ti ha mosso e muove le Sardine. Dichiarando che il movimento  è quello dei “partigiani del 2000″ menti, sfruttando la gloria, di chi ha perso la vita, per un’ideale elevatissimo: la libertà di un popolo. Vai a visitare qualche sacrario per capire come il tuo ” slogan” non regge.

Roma – bagarre in Senato per la cannabis light. Manovra approvata 166 sì

Il Bilancio dello Stato, blindato, sarà approvato durante la prossima settimana e al più tardi il 28 dicembre. E’ stato evitato l’esercizio provvisorio, come più volte chiesto dal Capo dello Stato, Mattarella, preoccupatissimo per le inevitabili ri percussioni negative che ci sarebbero state. Il costo pagato, dal democratico dibattito parlamentare, che sta avvenendo con il bavaglio, pesa molto non solo a livello nazionale. In Senato si è verificato un putiferio, tra il Presidente Casellati, le minoranza e la maggioranza. Tensione alle stelle per il giudizio, di inammissibilità delle norme sulla cannabis light liberalizzata. Il M5S ha chiesto alla Presidente se aveva seguito “pressioni della sua parte politica”. La Presidente, molto seccata, ha risposto fulmineamente:” Decisione meramente tecnica. Se ritenete questa misura importante per la maggioranza elaborate un disegno di legge”. Il leader del Carroccio è invece salito sulle barricate:” Ringrazio La Presidente del Senato, a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome, delle tante famiglie per aver evitato la vergogna di vivere in uno Stato spacciatore”. Intanto, come era più che prevedibile, il governo ha posto la fiducia sulla Manovra ed è stato, il ministro dei rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, a darne comunicazione ed ha richiamato, anche il maxiemendamento che include, una serie di modifiche al provvedimento, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. La realtà è che anche con questo governo, M5S – Pd – Leu c’è stato… l’assalto alla diligenza, così come avveniva nel tanto vituperato periodo, dei tanti partiti e partitini, della Repubblica di fine ‘900 e prima parte del 2000. Un maxi emendamento che va, da norme microscopiche per gli Enti Locali, alla plastic e sugar tax fino all’aumento, del prelievo dello Stato, sulle vincite fortunate. Quello che sarà approvato in Senato lo dovrà essere, senza toccare nulla, dalla Camera: non ci sono i tempi per poter cambiare una virgola. L’ok a questa Manovra è determinante: c’è lo spauracchio dell’esercizio provvisorio da” evitare assolutamente”. La minoranza, ha colto l’occasione per attaccare duramente, la maggioranza governativa, che avrebbe allungato i tempi, per discutere il Bilancio, mettendo il bavaglio a chi avrebbe cercato, semmai con una trattativa, più o meno alla luce del Sole, di salire sulla stesa diligenza. Cosa dire? Non ci sembra sia cambiato nulla dalla cosiddetta prima Repubblica, ammesso che sia mai nata, la seconda. La Manovra intanto è passata con 166 sì ma il senatore Paragone, 5S, ha spiegato il motivo del suo no ed altri 4 del Movimento, assenti alla votazione.

Roma – La Popolare di Bari è dello Stato quindi solida. Colpire chi ha sbagliato

Si sapeva da tempo della crisi della Popolare di Bari, la banca più importante del Mezzogiorno. Nel mirino, non solo del M5S, Bankitalia che ha l’obbligo di controllare, cosa non avvenuta nemmeno in altre situazioni in cui, più  banche hanno accusato, “improvvisamente” di non essere in grado di proseguire nella loro attività e tutelare i risparmiatori. Accadono fatti strani e inspiegabili anche se, il governatore Visco, si è lamentato:” Si cerca il capro espiatorio”. Non si tratta di trovare un responsabile ma i “responsabili”, lautamente pagati che, per l’opinione pubblica, non fanno il loro dovere. Non importa a nessuno  che  c’è stato un primo accertamento ispettivo con una valutazione ” Parzialmente sfavo revole”. E dopo ci sono stati continui “passaggi  informativi con la Consob e interlocuzioni con l’autorità giudiziaria”. Così come non importa a nessuno che ” l’aggravamento della situazione aziendale  della Banca Popolare di Bari è stata portata all’attenzione del ministro dell’Economia, con due lettere del maggio scorso e 26 novembre”. C’era chi doveva intervenire e non l’ha fatto: questa è la realtà. Il sistema dello scarica barile: “noi abbiamo detto e informato”, non serve a nulla se poi la situazione precipita ed accade, quello che è accaduto, anche alla Popolare di Bari. Nessuno ha dimenticato la vicenda dei derivati, cioè pezzi di carta senza valore, ” smerciati” dalle banche ad ignari cittadini. Suvvia non è più il tempo di far fingere di non sapere su cose serie, come il risparmio. Il governo ha immediatamente deciso di intervenire e, dalla trascorsa notte, la Banca Popolare di Bari è più che solida in quanto proprietà dello Stato e, con la nomina di un commissario, è stata assicurata discontinuità  con la precedente gestione. C’è chi ha mancato ai suoi doveri dentro  la Banca ma anche tra chi doveva controllare: questa è la verità. L’intero sistema va rivisto ed è una considerazione condivisa, non solo dai risparmiatori e azionisti di istituti bancari, ma dagli italiani in genere. Tutti affermano: ” Fuori i responsabili e che vengano perseguiti soprattutto penalmente”. Non è pensabile che tutti erano informati, con note sfavorevoli di Bankitalia e Consob fino al ministro dell’Economia e nessuno in “questa catena ” ha mosso un dito per prevenire. Il governo, con altre istituzioni finanziarie, ha disposto lo ” spostamento di 900 milioni per evitare un patatrac. Via, siamo seri, occorrono vere riforme e non solo quelle di facciata. Nominato commissario alla Popolare di Bari, Antonio Blandini, il fatto ha creato forte irritazione nel M5S, partito di maggioranza relativa in Parlamento? Non ci limiti ai bla, bla. Il Movimento ottenga la revoca, se le motivazioni hanno un fondamento, oppure taccia.