Senza pace il duello politico Renzi, fondatore del nuovo partito Italia Viva, e Zingaretti segretario del Pd. Appena varata la Manovra che inizierà subito il suo iter, accelerato, per evitare che non venga approvato entro il 31 dicembre e mandi il Bilancio dello Stato in partita provvisoria, i due leader si sono espressi in termini, per l’appunto, molto diversi. Renzi di Italia viva ha avuto ragione di esultare, dal suo punto di vista e per la visibilità che ha ottenuto. Ecco cosa ha dichiarato:” Vinta la battaglia sulle tasse ora dobbiamo sbloccare i cantieri – ed ha così proseguito – Abbiamo agito con forza per evitare l’aumento dell’Iva, l’eliminazione delle tasse sulle auto aziendali, rinvio della tassa sullo zucchero e sul la plastica. Tutti risultati raggiunti. Dal prossimo gennaio – ha proseguito l’ex Premier – lo sforzo dovrà essere indirizzato alla crescita ed è per questo motivo che abbiamo lanciato il piano Italia shock, vera svolta per un’Italia da far uscire dallo ” 0 virgola”. La replica del segretario del Pd non si è fatta attendere:” La Manovra approvata mette più soldi nelle tasche degli italiani e investe sul futuro del nostro Paese: ha vinto l’Italia. Abbiamo evitato l’aumento dell’Iva che sarebbe costatato, ad ogni famiglia 500 euro l’anno; aumentati gli stipendi ai lavoratori e stanziati 59 miliardi, con un piano pluriennale, per crescita verde e infrastrutture. Ora – ha aggiunto Zingaretti – tutti insieme per varare una nuova agenda di governo per sviluppo, lavoro e giustizia sociale”. Si è dichiarato soddisfatto, del lavoro portato a termine anche il ministro per gli Esteri, e capo politico del M5S, Di Maio, per l’accordo raggiunto. Particolare soddisfazione il vertice degli stellati l’ha espressa per aver ottenuto i fondi per i Vigili del Fuoco:” 165 milioni che consentiranno a questo corpo di avere lo stesso stipendio delle forze dell’ordine”. Il ministro ha anche espresso soddisfazione per provvedimenti assunti, dopo tanto lavoro, da un governo unito che consente di guardare in avanti.
Roma – Riforma processo civile e prescrizione: riforma al via
Si discute molto sulla riforma del processo civile, per i tempi dimezzati e per gli investimenti necessari per la digitalizzazione dei tribunali. Una riforma avviata in attesa che venga raggiunta la quadra, anche su quello penale, che dovrebbe attingere, parte delle nuove norme già decise, per il civile. il ministro alla Giustizia, Alfonso Bonafede ha insistito, nel presentare la riforma, su alcuni punti che ritiene qualificanti:”… meno norme e poche regole che valgano per tutti i gradi del processo: questa è la filosofia della riforma. Uno dei modi – ha proseguito il ministro – per incidere sull’elevato contenzioso civile nell’ottica della semplificazione. Insomma speditezza e razionalizzazione per snellire il processo salvaguardando, allo stesso tempo, il rispetto delle garanzie del contradditto rio”. Per il Premier Conte:” …con questa riforma sarà possibile attrarre più investimenti”. E il ministro alla Giustizia ha aggiunto:” Assicureremo la ragionevole durata dei processi e la norma sulla prescrizione, prevista in vigore dal primo gennaio 20020 va mantenuta”. Come accade sempre, nel caso di riforme di questa portata, non tutti a partire dai parlamentari fino ai giudici e avvocati, sono allineati su un’unica soluzione. I pareri sono diversi anche se tutti puntano ad uscire dal pantano attuale di una giustizia civile denegata per norme eccessive e desuete.
Roma – Manovra in mare aperto non si trova la quadra forse in nottata
Niente di deciso. La pentola bolle a Palazzo Chigi, tra una pausa pranzo e riunioni diurne e notturne. L’obiettivo finale, per la manovra economica, non è ancora a portata di mano. Il Premier chiede al Ministero delle finanze sforzi maggiori per abbassare le tasse visto che non sarebbero gradite nemmeno misure temporanee e di scopo, limitate al 2020. Il braccio di ferro, tra Pd e Italia viva, continua. Renzi, dopo aver saputo che molte aziende che operano nel Pae se, soprattutto in Emilia Romagna, italiane o multinazionali, Coca Cola compresa, chiuderebbero i battenti per l’aumento delle tasse, su plastica e bevande zuccherate, insiste:”… evitare nuova disoccupazione, peraltro inevitabile, “con licenziamenti preannunciati”. Per fare cassa si sta facendo strada una maggiore tassazione sui giochi fondi che, il M5S, vorrebbe destinare al Vigili del Fuoco. Il ministro agli Esteri Di Maio, capo politico del M5S, a Radio Capital ha negato che il Movimento voglia far cadere il governo con una frase precisa:” Se fosse così non l’avremmo fatto nascere affatto. No sul Mes, il gruppo parlamentare comprende una minoranza che è spaventata quando alzo la voce, ma – ha aggiunto Di Maio – non è possibile capitolare, su quello che per noi è importante per una distinzione che ci è stata chiesta, dal corpo elettorale, proiettandoci, a forza di maggioranza relativa. Così come quello che afferma Di Battista non può essere considerato corpo estraneo”. Intanto da Bruxelles giungono rassicurazioni sul Mes. Oggi è stata la volta di Dombrovskis ad affermare che l’Italia può essere tranquilla, non c’è nulla che riguardi il debito nel Mes e nel trattato di riforma. Ma nel M5S e nei partiti d’opposizione non c’è alcuna volontà di un voto, senza un pacchetto chiuso. Pacchetto che va confezionato, nonostante ci sa chi afferma che non è possibile, nell’arco di due o tre mesi in quanto, per l’Unione Bancaria, “non è ancora il tempo della politica”. Le pressioni sul Movimento del Pd, trovano una forte resistenza da parte di Di Battista, chiamato ad aiutare Di Maio in questa fase complicata dove, tra l’altro, il gruppo parlamentare stellato si è già espresso: “Mes in Aula solo dopo che il pacchetto europeo sarà stato completato, tanto da consentire una valutazione complessiva e senza trappole”. L’opposizione Lega, FdI e FI lavorano i fianchi della coalizione di governo per non concedere tregua, ad un esecutivo costretto a dire e smentire provvedimenti in continuazione. Una situazione, talmente complessa, che l’approvazione nel Cdm della riforma del processo civile è passata inosservata, nonostante il ministro Bonafede ha significato che è stato previsto, l’abbattimento dei tempi dei processi del 50%, rispetto agli attuali. Tutto molto complicato più del previsto ma i tempi per non andare in esercizio provvisorio sono strettissimi: il 31 dicembre è alle porte ma c’è chi continua a non decidere comunque la chiusura della manovra.