La foto scattata dal Censis è da brivido. il 65% degli italiani vivrebbe uno stato di incertezza per la crisi economica, ansia per il futuro, sfiducia verso il prossimo, tutti elementi che sfociano in ” pulsioni antidemocratiche”. In questa situazio ne c’è una crescita, di un’attesa messianica, dell’uomo forte che risolve tutto. Una condizione di vita della stragrande parte degli italiani, molto pericolosa messa in evidenza dal lavoro del Censis, solitamente corrispondente alla realtà. Un allarme che dovrebbe indurre, il governo Conte, a trovare intese concrete in brevissimo tempo. Il popolo pensa all’uomo forte solo se non è saldamente guidato in democrazia: basta rileggere la storia dell’Italia anni 1920 per capire che il fascismo, non conquistò il potere con propria forza ma, per la debolissima democrazia paralizzata. Il Censis ha rilevato anche che, negli ultimi tempi sembra essere montata una deriva di odio, intolleranza, razzismo e antisemitismo. Ma c’è di più secondo il rapporto afferma che il 62% degli italiani pensa che non si debba uscire dall’euro ma c’è un 25% che è favorevole all’Italexit. Questa situazione, fotografata dal Censis, dovrebbe far comprendere al Pd, M5S e Premier Conte che è giunto il momento, non più delle riunioni diurne e notturne ma delle decisioni vere ed importanti, capaci cioè di dimostrare agli italiani che la democrazia, non alimenta solo i bla, bla, bla, ma assume decisioni importanti tanto far uscire il Paese dal guado dove si trova. Occorrerebbe, dopo aver letto il rapporto del Censis, un esecutivo deciso ad assumere una road map, non solo per la manovra ma anche per il futuro della Nazione, ben oltre la legislatura. Una programmazione articolata e credibile, tanto da restituire fiducia e sconfiggere l’ansia per il presente, e l’immediato domani. In questa situazione occorrerebbe uno statista decisionista alla carica di Presidente del Consiglio e non un docente universitario, per lo più avvocato, portato a mediare con slittamenti continui sul da farsi. Il popolo, questo ha colto il Censis, vuole essere governato senza liti continue e incertezze su tutto.
Pescara – Varese – Quando l’operato della magistratura è incomprensibile
Aumentano le sentenze, emesse dalla magistratura, che non vengono comprese dal popolo, sovrano. In una manciata di giorni, basta verificare i social, in due casi c’è stata una netta divaricazione tra il giudizio e il “sentire” dell’opinione pubblica. Quella del tribunale di Pescara, sulla tragedia dell’Hotel di Rigopiano, dove si è verificata una strage che poteva essere evitata se, i soggetti, esclusi da ogni responsabilità politici compresi, avessero rispettato la legge che obbligava la Regione a dotarsi di una carta valanghe. Se fosse stata adottata l’Hotel non sarebbe stato realizzato in quella zona e comunque, non avrebbe potuto funzionare, d’inverno. La notizia diffusa da tutti i media ha trovato un muro di popolazione, lungo tutto lo stivale, di ” incomprensione” forse anche maggiore dell’altra sentenza, questa volta della Cassazione di Chieti, sull’inquinamento più importante d’Europa, dei terreni di Bussi antistanti gli stabilimenti ex Montedison a margine del fiume Pescara. Oggi ne è uscita un’altra, che ha scatenato nuova indignazione popolare. Una maestra d’asilo nido di Cocquio, paese del trevigiano, pagata per assistere “amorevolmente” i piccoli, tra 6 mesi a 2 anni, è stata sospesa solo per sei mesi, dal gip di Varese, con l’accusa di aver maltrattato i bimbi. La ” maestra” da quanto emerso dalle indagini urlava, schiaffeggiava i piccoli in balìa di una forsennata e li lasciava da soli, in una stanza tra pianti e singhiozzi. Lo erano tanto che i genitori di uno dei bambini, hanno dovuto constatare incubi notturni, difficoltà alle relazioni e resistenza a tornare al nido. Davanti a questo ulteriore caso che definirsi orribile è poco, il gip assume una decisione incredibile:” sospensione per 6 mesi” che ha provocato reazioni molto negative nell’opinione pubblica nazionale. Appare evidente che la ” maestra” va tolta per sempre da quel tipo di lavoro che, per carattere, non è in grado di assolvere. Se poi venisse provato, che invece di assistere ” amorevolmente” i piccoli li maltrattava per appartarsi con il suo uomo il caso…. oltre al licenziamento in tronco dovrebbe essere segnalato allo psichiatra. Infine, e qui c’è da sorridere, per la strage di Rigopiano ci sarà una quarta inchiesta e perchè no… una quinta e…una sesta? I parenti delle vittime non molleranno, la loro lotta per la giustizia e la magistratura deve riuscire a garantire che chiunque, a qualsiasi titolo, avesse delle responsabilità politiche o operative, non possa farla franca per una strage avvenuta per grave incuria, di una catena di responsabilità tutta da esaminare, non da costruire, in quanto chiarissima, posizione per posizione.
Roma – tensione molto alta, tra M5S e Pd, per identità da salvaguardare
Tensioni anche sul Mes tra M5S e Pd. La giornata è stata segnata da precisazioni al vaglio delle due forze di governo. Il Presidente dell’eurogruppo, Centemo, ha illustrato i risultati di ieri ed ha dichiarato:” Si è raggiunto un accordo di principio su tutti gli elementi della riforma del meccanismo salva stati, incluse le note applicative sulle clausole di azione collettive, su cui si è battuta l’Italia. Ora servono degli approfondimenti tecnici e la decisione finale è slittata a gennaio”. Il Presidente ha ripetuto:” Si tratta di una soluzione bilanciata che va capita da tutti i Paesi. La firma del Mes ci sarà nel primo trimestre del 2020 e poi toccherà la ratifica ai Parlamenti nazionali. Sull’Unione bancaria – ha proseguito Centemo – non abbiamo ancora una road map, in quanto non è giunto il momento politico, su questa riforma”. Insomma il pacchetto completo non c’è e non ci sarà, nemmeno a primavera del 2020, il che significa che il M5S si troverà, nuovamente in difficoltà per la posizione contraria a votare il Mes, se non è previsto, tutto, in un unico pacchetto, così come deciso dall’assemblea dei parlamentari stellati. Il ministro all’Economia Gualtieri, dopo lo slittamento si è dichiarato molto soddisfatto, per l’esito dell’eurogruppo, ed ha dichiarato:” Si trattava di difendere gli interessi nazionali, evitando nel contempo l’isolamento del Paese e di dare segnali sbagliati sull’impegno dell’Italia nell’Unione Europea. Penso che siamo riusciti a portare a termine, il nostro lavoro, in modo efficace”. Successivamente il ministro Gualtieri ha anche affrontato il nodo politico Lega:” Salvini ha aumentato le tasse e ha alzato il debito mentre noi riduciamo le tasse, mettiamo il debito su un percorso in discesa, rilanciamo gli investimenti e presenteremo una proposta, per l’unione bancaria e, sulla dichiarazione improvvisa del leghista Borghi, circa l’uscita dell’Italia dall’euro, che “non sarebbe un tabù”, peraltro subito smentito da Salvini. Gualtieri ha affondato il coltello:” Borghi e la Lega sono nemici dell’Italia”. E non è mancata nemmeno la dichiarazione del segretario del Pd Zingaretti sulla situazione della coalizione :” Non si può governare insieme, se ci si sente avversari e senza comunanza sulla visione, di un futuro comune del Paese”. Si tratta del contenuto dell’intervista rilasciata a Repubblica. ” Il Pd – ha proseguito il segretario – rimane al governo a condizione che produca una svolta in grado di fermare la destra e realizzare cambiamenti. La ricerca ossessiva di visibilità , la paura tra alleati di abbracciare una solidarietà aperta, rappresentano un rischio, per il governo. Il nostro esecutivo comune ha senso solo se interpreterà il sentimento di riscatto che sta crescendo nel Paese. Serve un’alleanza – ha concluso Zingaretti – la più ampia possibile che sarà vincente solo se sarà capa ce di dimostrare di essere utile all’Italia”. Non c’è che dire si torna al punto di partenza: due forze politiche che, tutto possono fare, ma alla condizione di salvaguardare le rispettive identità. Un gioco politico molto difficile e poco comprensibile agli elettori, ai quali viene offerto quotidianamente un piatto avvelenato, da litigi continui, per la risoluzione di problemi, molto importanti, per il presente e il futuro del Paese. Non è affatto un caso che il leader della Lega, viene dato ai sondaggi, al 40% per sua bravura o per errori di chi è al governo? Se lo dovrebbero domandare Di Maio, Di Battista e Zingaretti.