Roma – Zingaretti:” Nuovo scenario vuole che Conte cambi passo”. Stati Generali? Una scelta non dei partiti

Le task force, comitato di esperti guidati da Colao, hanno consegnato il carteggio del loro lavoro elaborato, gratuitamente a favore della collettività nazionale. Gli obiettivi fondamentali sono 6 tutti convergenti, per rilanciare il Paese, così suddivisi: imprese e lavoro; infrastrutture ed ambiente; turismo, arte e cultura; Pubblica amministrazione; istruzione, ricerca e competenze ed infine individui famiglie. Il segretario del Pd Zingaretti, durante la direzione nazionale del partito, ha ripetuto quello che afferma quotidianamente:” Nessuna contrapposizione con Conte ma, lo scenario attuale chiede scelte nuove e una decisa svolta, da concordare con gli alleati. E Zingaretti ha anche ripetuto che a questa coalizione non c’è alternativa, ma serve urgentemente, un cambiamento di passo”. il segretario Pd ha richiamato tutti a non evitare alleanze per le regionali: bisogna battere le destre già peraltro neutralizzate. Gli Stati Generali? Ok si facciano ma, attenti ai tempi certi, in quanto l’UE ha chiesto un Piano di Ricostruzione serio. Crimi, sia pure facente funzioni al vertice del M5S, è intervenuto a Radio 24 ed ha espresso una sua preoccupazione: “Bisogna fare le cose per bene. Il Piano di Ricostruzione vale 10 anni ed è la base per il futuro del Paese. Gli Stati Generali sono un punto di partenza ed è per questo che, tutti insieme possiamo fare un patto: capire dove vogliamo andare”. Ed è questa – ha soggiunto Crimi – la prima domanda da farsi per il lavoro da fare. Infine Renzi, leader di Italia viva:” Gli Stati Generali? Bene solo se aiutano. Il Mes? Scommetto che il governo lo userà e, sappiamo bene, che stiamo indebitando le future generazioni. Arrivano 80 miliardi facciamo attenzione a spenderli al meglio. Stati Generali può anche significare: meno redditi di cittadinanza e meno sussidi. Bisogna domandarsi da qui al 2030 cosa succederà? La Germania lo sta già facendo, come ha detto Angela Merkel, durante la trasmissione Agorà in onda su La7. Ed infine Renzi, il toscano, ha concluso: Non c’è da discutere può dire no al Mes  solo chi i soldi  già nella sua cassa da investire”.

Roma – Centrodestra isolato in Italia ed UE. Berlusconi si smarca con il Mes e popolari

Il centrodestra, con una serie di errori a catena, iniziati con la crisi di governo ferragostana, scatenata da Salvini si è  autocondannata ad un isolamento sterile. Errori politici ai quali va aggiunta, la nuova politica dell’Unione Europea molto più aperta alla solidarietà, con la Presidente von der Leyen. L’obiettivo è chiaro: riprendere la strada dei padri fondatori dell’Unione, concedere spazi ed aiuti economici agli Stati membri, non governati da nazionalisti, puntare ad una cresci ta in abito occidentale ma, senza chiudere ad espansioni economiche, verso oriente. Da questa strategia, la parte di centrodestra nazionalista , anti europea e anti euro, è tagliata fuori. Non è affatto un caso che Berlusconi, presidente di Forza Italia, gioca su più tavoli. Per le regionali sì ad una alleanza con Lega e FdI: la presenza sul territorio è molto importante, per una formazione, in crisi. Ma, lo stesso uomo politico, voterà con le forze politiche di governo di centrosinistra che prenderanno dall’Unione Europea, tutto il denaro offerto, Mes compreso, cioè la quota salva Stati, girando le spalle a Salvini e Meloni. E il cavaliere in Europa è ben piazzato, con i popolari, per gli  ottimi rapporti politici e personali che ha saputo salvaguardare. In questa situazione, ai leader della Lega e di Fratelli d’Italia, non rimane altro spazio che cercare di conquistare regioni e Comuni, alle prossime amministrative che si terranno, se non ci saranno ricorsi accolti dal Tar, a settembre. Allo stato delle cose, anche la profonda crisi del Movimento  5 Stelle non sembra possa spostare,  consistenti quantità di voti verso un  centrodestra che trova, sbarrata la strada dall’UE e in Italia da un governo che non brilla in efficienza, ma che non consente, altre maggioranze, in questa legislatura. Ed infine c’è un’altra considerazione importante: gli attuali parlamentari, eletti nei vari partiti, non hanno alcuna intenzione di andare ad elezioni anticipate in quanto sanno, specialmente nel M5S, che non sarebbero rieletti. Una democrazia bloccata da rinvii, veti e controveti che non consentono molti movimenti ai partiti.

Roma – Oggi in Italia: 53 decessi, 197 contagi e 165.837 guariti

La Protezione civile ha fornito, i dati di oggi, della pandemia di Covid – 19.  Altri 53 morti che hanno fatto salire, il numero complessivo alla non trascurabile cifra di 33.899. I contagi sono stati 197 e quindi nel totale 234.998, dall’inizio della crisi. I guariti sono 165.837, con l’ulteriore incremento avvenuto, nelle ultime 24 ore di 759 unità. I positivi 35.262 con un calo di 615 unità  rispetto a ieri e, in isolamento domiciliare, ci sono 30.111 persone mentre 4.864 sono ricoverati in ospedale,  per la presenza, di sintomi. Continua a scendere il numero dei pazienti in terapia intensiva 287 meno 6 rispetto a ieri. La situazione viene definita sotto controllo anche se continuano, contagi e i decessi. La difesa dal Covid – 19 è possibile ma occorre, molta responsabilità, delle singole persone. Se ciascuno fa la sua parte è possibile abbassare ancora questi “casi”. Manager e sanitari stanno preparando le relazioni su come, a loro parere, dovrebbe essere riformata la sanità ed a breve parteciperanno, alle riunioni con il ministro della Speranza, che ha già espresso il suo parere: ascoltare tutti e poi decidere. Certo è che le somme disponibili, per la riforma,  sono cospicue e non possono essere perdute solo, per una volontà politica, di non far ricorso al Mes, ormai depurato e sostanzialmente, utilizzabile senza problemi. Sarebbe un errore storico che si andrebbe ad aggiungere, ai tanti altri commessi, con il parziale smantellamento della sanità pubblica a tutto vantaggio di quella privata, come ampiamente dimostrato dalla trasmissione ” Petrolio” andata in onda ieri sera. E’ tempo che questa coalizione di governo dimostri, non più a parole, ma con decisioni serie che ci sono stati dei cambiamenti, fino ad oggi, fatte rare eccezioni, solo annunciati.