Mondo – Covid – 19: gli infettati 6 milioni tra Stati Uniti e Europa. Vittime 370 mila

I dati diffusi dal Johns Hopkins University sul Covid – 19 sono drammatici. i contagiati nel mondo sono 6 milioni ed i positivi, per due terzi distribuiti, tra Stati Uniti e Europa. Le vittime hanno raggiunto quota 370 mila . In Usa, gli infettati sono 1. 770. 384  ed i decessi 103 mila 781. In Brasile i positivi 498.440 e i morti 28.834. in Russia i casi sono 396 mila 219 con 4.555 morti ed infine, nel Regno Unito, gli infettati 274.219 ed i morti 38.458. C’è chi, specialista in materia, so stiene che il Covid – 19 sarebbe, meno aggressivo, dalla sua comparsa ma, i dati non confermano questa interpretazione. In realtà, oggi tutte le popolazioni, al corrente dei modi per tentare di proteggersi, stano adottando le misure necessarie per evitare l’infezione. Così come i virologi di fama mondiale che dirigono i laboratori più attrezzati, sono del parere che, come tutti gli altri virus, soffrono il caldo e quindi d’estate, sarebbero meno aggressivi che in altri periodi dell’anno. Una tesi contestata, da altri scienziati, i quali sostengono che nessun altro virus si è mai comportato come il Covid – 19, tanto da non avere precedenti. In tutto il mondo, laboratori farmaceutici e laboratori associati, lavorano senza sosta per trovare il vaccino idoneo per bloccare questo virus. Le voci che circolano, in campo scientifico, affermano che alcuni studi non sarebbero lontani dalla scoperta del vaccino ma, va ricordato, che prima si deve avere la certezza della sua efficacia senza provocare danni ad altri organi. Solo dopo  si dovrà testare su una quantità di volontari e, con i risultati ok in mano, procedere alla produzione di miliardi di dosi. Cioè si vuole dire che la soluzione di questo problema non è dietro l’angolo ma ci vorrà, tempo e pazienza, per liberarsi da questo pericolo presente su tutta la Terra.

Roma – Preoccupa la riapertura del 3 giugno. Governo e Regioni nuovo incontro

Per la riapertura stabilita, per mercoledì 3 giugno, sussiste una grande incertezza presente a livello governativo, tra i presidenti delle regioni. Tutti vorrebbe riaprire tutte le attività ma senza correre rischi eccessivi. Una data fissata, ma data la delicatezza della decisione, strettamente collegata al non verificarsi di altre infezioni di un certo livello, lo slittamento non è improbabile. Il fronte dei governatori per riaprire tutto, il più presto possibile, ma sempre dopo un altro Dplm che scade il 15 giugno: Toti, Zaia, Bonaccini e Santelli. Tra i più cauti i governatori: De Luca, Salinas Rossi che non nascondo, il caso Lombardia, che continua a preoccupare. E’ stato deciso così che ci sarà un altro incontro Governo – Regioni per una nuova mediazione, per evitare pericolose spaccature tra regioni e regioni o peggio, riaprire per poi dover richiudere, sia pure solo alcune aree della nazione. Il governatore del Veneto ha dichiarato:” Siamo pronti per ripartire il 3 giugno prossimo e, dopo un paio di giorni, far funzionare anche cinema, teatri e discoteche. Zaia non ha mancato di lanciare una frecciata alla Grecia che vuole, dai turisti italiani, un test sulla salute:” Allucinante – ha dichiarato il governatore del Veneto – sappiano che non ci vedranno più”. In realtà in Italia c’è molta preoccupazione per l’apertura del 3 giugno: non ci sono state infezioni e decessi in otto regioni ma ci sono stati, nuovi infetti e decessi, in particolare nel Nord e in Lombardia, che inducono a pensare bene, su quello che è più giusto fare. Si crede debba essere determinante il parere delle massime autorità sanitarie, cioè l’Istituto Superiore di Sanità, che dovrebbe dare un suo parere al Presidente del Consiglio, al ministro per la Salute e al delegato alle Regioni. In questo momento, non è possibile che decida solo la politica che per ovvie ragioni, anche economiche, ha urgenza che l’intera nazione riparta ma, se abbiamo un apparato sanitario preparato è proprio questo organismo che deve dare delle indicazioni, sui rischi che si possono correre. Poi. spetta ai politici decidere sul da farsi. Inoltre se si deciderà di aprire il 3 giugno, non si dovrà mancare di rammentare, con una campagna continua, di proseguire ad attenersi alle misure di protezione. La fase due, va rammentato, non significa che il virus non c’è più ma soltanto che dobbiamo cercare di convivere, con questo ” demone” come lo ha definito il Presidente della Cina Xi, che continua a dilagare ed a seminare morte. Quello che va chiesto, con insistenza, è che governo e regioni, valutino attentamente il da farsi evitando il rischio di aprire per poi costretti a richiudere. Non ci sembra il tempo giusto per cinema, discoteche e movide, forse ci si tornerà ma a tempo debito e senza alcuna fretta.

Milano – Pappalardo, si offre al contagio del virus con i seguaci: ” Via dall’euro, governo votato dal popolo”

Si può affermare, con la massima tranquillità, che in Italia ci sono cittadini alleati con il Covid – 19 e che, fanno di tutto per farsi infettare. Non è una falsa notizia ma una realtà che non può che preoccupare: la follia non si può curare o meglio si poteva, quando i pazzi, erano noti. La cronaca di quello che è avvenuto, in molte città, altro non è che un comportamento che solo delle persone con squilibri mentali possono attuare.  Sono scesi in piazza i ” gilet arancioni” per protestare contro il governo e l’euro. Le manifestazioni si sono svolte a Roma, Milano, Torino e Bologna. In Piazza Duomo, chi arringava la folla, è una vecchia conoscenza della politica ,come Pappalardo, che si è fatto immortalare, senza mascherina. E chi partecipava alla protesta, nelle diverse città, non ha mai mantenuto le distanze di sicurezza e naturalmente erano in gran parte a viso scoperto. Follia pura: un possibile pranzo appetitoso da servire al Covid – 19 che cerca proprio soggetti, come quelli che hanno voluto protestare, senza nessuna protezione. Una specie di ” sacrificio di massa” al Dio Virus, peraltro molto affamato, se si contano i morti che ci sono stati in Italia e nel mondo. Anche chi ha partecipato alla ” marcia su Roma” di Casapound erano  possibili vittime del virus che, non perde occasione per uccidere chi si protegge, figuriamoci chi è disponibile al contagio. Il sindaco di Milano, Sala, ha chiesto al prefetto  di denunciare  gli ” irresponsabili” e per quanto è stato possibile sapere,  la polizia ne ha identificati una settantina, accusati di manifestazioni preavvisata ma non in questi termini. Cosa chiedevano i manifestanti?Iil ritorno alla lira e l’abbandono  dell’euro  oltre ad un governo votato dal popolo. L’Adnkronos ha appreso dalla questura di Milano che Pappalardo, sarà denunciato, in quanto la manifestazione era autorizzata ma, il responsabile, deve fare in modo che tutto si svolga secondo le regole quindi evitando assembramenti, indossando la mascherina e mantenendo le distanze di sicurezza. La stessa questura, ha informato l’agenzia di stampa che di norma, viene evitta l’identificazione durante le manifestazioni per evitare tensioni, tra chi protesta e la polizia. Questo è un lavoro che si svolge successivamente, grazie ai filmati, in possesso della polizia. Ma rimane intatto il discorso della follia di sfidare i contagi ,più che possibili, senza nessuna protezione. Cioè si vuole dire che Pappalardo e & potevano, manifestare e protestare in altre forme, semmai più clamorose, senza mettersi nella migliore condizione di essere contagiati, da un virus che ha dimostrato tutta la sua forza tanto da uccidere, alle diverse latitudini più di 330 mila persone, e di far sprofondare, in un baratro, anche le economie più forti del Pianeta. La differenza tra i ” gilet gialli” e quelli ” arancione ” è che i francesi sono arrivati fino a bruciare, la bandiere del loro Stato, sotto l’arco di trionfo, scontrandosi con la polizia mentre, quelli arancione di Pappalardo si sono offerti, volontariamente, per farsi contagiare dal Covid – 19, alla ricerca, si può solo immaginare, ad un tentativo di suicidio collettivo. La differenza non è poca anzi direi è tra saggezza di battersi per vincere contro Macron e follia di preferire il contagio che, in estrema conclusione può portare anche alla morte.