Da domani inizia la seconda fase, del coronavirus, quella che dipende interamente dal nostro comportamento. Se saremo sempre coscienti, che dobbiamo tentare di convivere con il Covid – 19, fin quando il virus non sarà sconfitto dal vacci no o da altro medicinale ing rado di neutralizzarlo, ci dobbiamo aspettare, in situazioni minime, altre infezioni ed anche decessi, ma dobbiamo tentare. Tutti devono però sapere che non abbiamo alternativa: o l’Italia riparte, grazie alla responsabilità che i connazionali hanno dimostrato nel, lungo percorso del ” Iorimangoacasa” oppure, c’è soltanto il ritorno alla fase uno. Non c’è alternativa anche dal punto di vista economico. Insomma o vinciamo, questa difficile prova tutti insieme oppure la perdiamo e non avremo la forza di rilanciarci. Questa volta non ci sono ponti per una ritirata strategica: se infettati e morti torneranno in aumento, addio alla fase due, alle aperture e ad un’estate incentivata dal governo per i turisti. E’ un momento molto complesso per tutti, particolarmente per noi che siamo abituati a vivere diversamente, da come ci sarà possibile per un periodo, che non è ancora prevedibile. Facciamoci forza, l’uno con l’altro, e mettiamo in pratica al 100% quanto deciso dal governo, regioni oltre che dai sindaci dei comuni metropolitani. Basta uno scivolone, come ha rammentato il direttore dello Spallanzani di Roma. Ippoliti, perchè l’Italia, già meta sconsigliata per alcune regioni, che zoppicano ancora, finisca al’indice dei Paesi non sicuri dal punto di vista sanitario. I nostri tesori d’arte, le stupende montagne con strutture ineguagliabili, le spiagge con la sabbia color dell’oro, le tantee bandire blu e la meraviglia delle isole e scogliere mozzafiato, non serviranno a niente: ci vuole un vuole un valore aggiunto: noi. Se sapremo imporci, oltre che con un esatto comportamento molto ma molto migliore del solito vinceremo questa guerra contro un nemico insidioso e sempre in agguato.
Roma – Come sarà l’estate? dipende da noi. Turisti attratti più dalla sicurezza sanitaria che da incentivi economici
I pazienti guariti dal contagio con il coronavirus, nelle ultime 24 ore, sono 4.917 e nel totale oltre i 120 mila. Gli attuali pazienti sono 72.070 con un calo di 4.370. Scesi a 808 i malati in terapia intensiva, 47 in meno da ieri, Le persone che hanno avuto contati con il Covid – 19 sono 223.885 con un incremento di 790 casi. Questi i dati della Protezione civile, diffusi in serata, e che precedono, di circa 48 ore la riapertura di tantissime attività disseminate sul territorio nazionale. Si tratta di una prova durissima: cercare di convivere con il Covid – 19, vivo e vegeto in mezzo a noi, cercando di evitare contagi, con una serie di provvedimenti – consigli, che dovrebbero evitare di tornare indietro, alla fase uno. Gli avvertimenti dell’ISS, non sono mancati, così come quelli di Ippoliti, direttore dello Spallanzani: avanti sì ma con tanta prudenza:”… il virus è lo stesso di prima e non è affatto indebolito”. Ma il tentativo va fatto, soprattutto per ragioni economiche, alla condizione che, tutte le categorie che torneranno al lavoro, lunedì 18 maggio sentano, la responsabilità che si assumono unitamente a sindaci, governatori e governo centrale. Se alla prova dei fatti risulterà possibile lavorare, nonostante il virus, che prima o dopo verrà sconfitto, meglio per tutti: si eviteranno fallimenti e chiusure, per rifiuto di una normativa, che in effetti, non si conosce con esattezza, in quanto non ancora pubblicata. invece i titolari delle attività o i cittadini, fino ad oggi molto disciplinati, preferiranno fare di testa loro, si assumeranno la grande responsabilità di aver mandato in fumo, i tanti sacrifici fatti con il ” restoacasa” e si andrà verso l’incognita, di una condizione imprevedibile per tutta la nazione. L’enorme sforzo economico affrontato, per riparare i danni provocati dal coronavirus, non sono ripetibili. Questa è la ragione principale che ci deve richiamare tutti ad una maggiore responsabilità nel non aiutare il Covid – 19 ma a difendere se stessi, familiari, clientela, connazionali ed eventuali turisti di un’estate speciale, che nessuno oggi può solo immaginare. Certo molto cambierà e non si crede siano determinanti gli incentivi economici, previsti da tutti i governi: Spagna, Francia, Italia, Germania ed altri per ottenere flussi turistici. Si crede invece che, un comportamento molto rispettoso della sicurezza sanitaria, la mancanza di nuovi infetti e decessi, siano elementi per la scelta dei turisti di passare le ferie in un Paese che offra maggiori le maggiori garanzie per infezioni da Covid -19. Ecco il motivo per cui l’immediato futuro è nelle nostre mani, così come il superamento di questo, complicato momento, di convivere con il virus, la nostra vita e il nostro futuro. La nostra intelligenza, non solo commerciale, dovrebbe essere l’arma vincente.
Bruxelles – Ok alla risoluzione Bilancio UE e recovery fund.
E’ stata approvata a larghissima maggioranza, dal Parlamento Europeo, la risoluzione sul Bilancio UE e sul recovery Fund. I voti a favore sono stati 505, contrari 119 e gli astenuti, come era nelle cose 69. La risoluzione prevede che il reco very Fund sia formato su sussidi e pagamenti diretti degli Stati colpiti dalla crisi causata dalla Pandemia del Covid – 19 con risorse proprie fino al 3% del Pil, dell’Unione europea e con un fondo per la ripresa, dotato di duemila miliardi di euro. Si chiude così una partita decisiva che ha visto schierati su opposte strategie Olanda e Germania da una parte e Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta dall’altra. Alla dine la partita l’ha vinta, va detto, la von der Leyen che, sin dalla sua elezione, alla presidenza della Commissione, aveva affermato che l’Unione europea, non poteva rinunciare ad una politica in grado di affrontare la profonda crisi determinata dal coronavirus, una crisi che doveva e poteva essere il banco di prova di una Unione che c’è e che non può che lavorare per favorire, la risoluzione degli Stati membri. Non è stato facile superare il no di Olanda e Germania ma alla fine ha avuto ragione il Consiglio con l’approvazione della risoluzione.