Roma – Nella palude governo e M5S. Pessime condizioni per affrontare il difficile domani

Gli italiani stano perdendo, il filo del discorso politico, ed appaiono sempre più stanchi. Parlano in troppi tra Premier, ministri, sottosegretari e leader politici per riuscire a comprendere: dove stiamo andando e cosa vorremmo fare. Conte cerca di mediare su tutto e, se trova degli ostacoli tira il freno a mano, e rinvia ogni decisione. Al centro della palude, o meglio di chi l’ha creata, non è soltanto il carattere del Premier ma, la guerra interna al Movimento, ideato e portato alle urne da Beppe Grillo. La frantumazione del M5S non è solo palese, ma starebbe per avviarsi verso una scissione, che appare inevitabile. Il ministro per gli esteri Di Maio, punta a riprendere la posizione di responsabile del “partito” e per riuscire a tanto ha necessità di bloccare Di Battista, allontanare Casaleggio e riallacciare, un rapporto peraltro mai interrotto, con il leader del Carroccio Salvini. Questa operazione, peraltro in gestazione da alcuni mesi, non può prevedere, la permanenza di Conte che, ogni giorno di più, è uomo molto vicino al Pd. Inoltre, Di Maio portando avanti  questa strategia, taglierebbe la strada a Di Battista, l’uomo che conta molto nel M5S, tra parlamentari ed iscritti, contrario ad una coalizione con il Pd, sin dall’inizio. I giochi sono apertissimi e i lavori  in corso: il M5S rischia molto perchè non ha, un’anima politica condivisa, dai gruppi parlamentari, aderenti al Movimento e da chi l’ha votato alle politiche del 2018, oggi, per la maggior parte molto critici, per come funziona il governo, definito ” tentenna” o del “rinvio”. L’Italia, in questo momento molto difficile per il dramma della Pandemia coronavirus, ripartenza, avvio delle opere finanziate e rimaste al palo, trattativa con l’Unione Europea, per l’emissione dei bond e tanto altro, aveva necessità di un esecutivo forte, coeso e con idee chiare, tanto da convincere italiani ed europei, che si può affrontare, la pesante situazione economica che si sta palesando, con capacità ed impegno. Invece non è così: il futuro molto prossimo, al d là dei provvedimenti a pioggia previsti per utilizzare 55 miliardi vedrà, nel contempo, una politica lacerata, una maggioranza molto divisa ed un governo che, in queste condizioni, ha poche possibilità di essere credibile.

Roma – Il 18 riapertura con regole. Così governo, governatori e sindaci. Ci sono rischi? Sì

Gli scienziati della Sanità, non solo nazionale, hanno invitato il governo Conte, sempre con un passo indietro rispetto alla politica, ad essere cauto con la riapertura delle attività sin da lunedì 18 maggio. Gli esperti temono che un libera tut ti potrebbe essere interpretato come  se il coronavirus, fosse stato sconfitto o sarebbe morto, da solo. Non è così! La riapertura, molto prudente deve indicare agli italiani che il Covid – 19 c’è ma si tenta la strada di una convivenza. I governa tori delle Regioni, i sindaci dei grandi comuni, premono per ottenere il via libera definitivo. Apertura dei ristoranti, bar, pub, spiagge e zone montane. Sì, anche a rivedere oltre i congiunti anche amici, con delle cautele ritenute, ritenute dai sanitari, assolutamente insufficienti. Ma il ministro Boccia è stato chiarissimo:” fate le aperture che ritenete possibili ma attenzione se ci sono infezioni e morti, tali da mettere in pericolo la salute pubblica, si torna alla fase uno, senza se e senza ma”. Tutte le categorie non vedono l’ora di poter tornare, sia pure con mascherine e guanti, ad una vita diversa dall’attuale. Come desiderio, espresso nelle sedi opportune, si può comprendere ma il Covid – 19 è in agguato e potrebbe ricominciare a colpire ed uccidere. Nessuno, in questa atmosfera di entusiasmi, dimentichi che i morti in Italia sono stati tantissimi: 30.911. Comunque appare deciso il 18 si apre: negozi, bar e ristoranti, si potranno incontrare anche gli amici e, forse, raggiungere le seconde case, se allocate nella stessa regione, di residenza. Governatori e sindaci felici, molto meno gli esperti della sanità, che avrebbero preferito molta più cautela. Cioè, va detto:  se si scatena nuovamente,  il coronavirus, saranno guai seri per tutti:  governo e italiani. Nessuno può dire cosa accadrà, dal 8 maggio in poi, ma… il dado è tratto. In montagna sono comparse le bandiere lungo le terrazze degli alberghi e al mare, i primi ombrelloni, a distanza di 5 metri ( sufficienti? Chissà). In realtà, questo clima di euforia, andrebbe governata meglio: basta leggere quello che affermano luminari infettivologi. Ci sono ministri che frenano ma, appare sempre più certo, che saranno travolti. Intanto, la Protezione civile, nel suo bollettino afferma: i malati sono calati, in 24 ore, di 1222 persone. i guariti 109.039 con un incremento di 2.452 unità, da ieri ad oggi e, in terapia intensiva sono 952 perchè 47 non ne hanno avuto più bisogno. Le notizie fornite dalla Protezione civile, la cautela predicata dai massimi esperti della sanità, consentono di aprire il 18 maggio? Questo lo devono decidere, molto responsabilmente, cquanti hanno il timone dell’Italia in mano.

Roma – Cdm in forse: mancano le coperture per provvedimenti. Slitterà? Forse si o forse no!

Lo slittamento è uno dei punti che caratterizzano, negativamente, il governo Conte. Il Cdm è in “forse” perchè mancano le coperture al decreto rilancio e questo avviene mentre è in corso, la riunione del Consiglio, che ha il compito di preparare il Cdm per il varo del  testo definitivo. Non è uno scherzo, all’appello mancano: le coperture per la cassa integrazione, per il decreto ” Cura Italia” e le risorse per il personale sanitario, impegnato fino alo spasimo, per l’epidemia di coronavi virus. Oggi, e soltanto oggi, è uscita la novità, peraltro tentata anche da altri govern: vendere edifici pubblici di pregio fino al 2021. Non risulta, ma con questa maggioranza pasticciona tutto è possibile, che venga convocato il Cdm per varare la maxi manovra da 55 miliardi, anche se è altrettanto possibile, che slitti a nuova data. Comincia a serpeggiare un marcato malcontento, non solo nella maggioranza ma anche tra gli enti locali. Governatori e sindaci delle città metropolitane,hanno fatto presente, al  Premier, che non vorrebbero trovarsi a gestire ” pericolosi assembramenti di piazza”. Più chiari di così non si può essere. Il governo di coalizione, prima di promettere interventi, molto importanti e costosi, poteva fermarsi a quello che era possibile: ne avrebbe guadagnato in credibilità e serietà.  Ora invece, Premier e alleati, si trovano nella condizione di non poter far fronte agli impegni e questo, cambia molto nella strategia della maggioranza che,  ha sulla sua strada anche il problema della seconda fase, riferita al Covid – 19. In politica ci vuole, per chi sta al governo, molta prudenza negli annunci: meglio farli dopo le decisioni così si possono evitare, forti reazioni negative anche nell’opinione pubblica. Ed un altro consiglio d’oro: meno si va in video, semmai con immagini di repertorio ripetute fino alla nausea, è meglio è. Chi ha la responsabilità enorme di governare l’Italia, in questo momento molto complicato, appaia solo per dire cose decise, piacciano o meno agli italiani, ma decise. Un discorso che vale anche per il Capo dello Stato: troppe apparizioni, per sfogliare le stesse carte, non fanno bene a nessuno. Il video mette in evidenza stati d’animo, indecisioni e contrasti.