Pescara – Notizia Televideo Rai, incompleta. Rsa di Città S. Angelo e Tocco, modello anti Covid-19

La notizia pubblicata da Televideo Rai, come accaduto anche in altre circostanze, in relazione non solo alla sanità è incompleta e fa di tutta l’erba un fascio. Il contrario di quella che  dovrebbe essere una trasparente informazione.  I carabi nieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità, viene riferito, hanno riscontrato ” gravi non conformità” , alle misure necessarie contro Covid – 19 in case di riposo e strutture per anziani. Sopralluoghi che si sono estesi anche a Rsa:  in Abruzzo  i militari hanno trovato positivi, oltre il 40%,  tra anziani e personale sanitario. I controlli sono avvenuti da Catanzaro, a Cagliari fino a Pescara. In alcune strutture è stato accertato che mancavano i requisiti igienico – strutturali ed anche autorizzazioni e, in alcune situazioni molto sotto il limite minimo di sicurezza, i carabinieri hanno disposto la chiusura delle strutture. La notizia pubblicata, certamente vera ed allarmante manca però di riportare che, due importanti Rsa, proprio  in Abruzzo, quella di Tocco da Casauria e Città Sant’Angelo, dirette dalla Dottoressa Mirella Scimia, Dirigente Medico Responsabile Asl di Pescara, con tempestive disposizioni ha impedito qualsiasi accesso alle due Rsa, di malati “trasferiti” o di “accessi” di altro tipo senza i necessari controlli. Ed infatti, il personale medico e infermieristico, in servizio, nelle strutture e sul territorio, che ha seguito, i 19 punti fissati, in apposita circolare, sul comportamento da mettere in pratica, ha impedito problemi ai pazienti ricoverati. E’ tanto vero da quello che è stato possibile accertare, sia dalla responsabile e sia dai medici che lavorano nelle due Rsa, un risultato positivo, doverosamente comunicato al Direttore Dipartimento Sanità e al Direttore generale ff. Asl Pescara che nelle due importanti Rsa  ” Non sono stati riscontrati decessi collegati a Sars- CoV2, e che allo stato attuale  le due strutture sono indenni da contagio Covid – 19″. Notizia oltremodo positiva che poteva porre in risalto, davanti allo sfacelo trovato altrove dai carabinieri, un giusto bilanciamento, tra chi con competenza svolge scrupolosamente il suo lavoro e chi agisce, in modo diametralmente opposto. Mettere in evidenza solo quello che va male o malissimo, senza citare quello che va bene, anzi benissimo è una pessima abitudine che deve cambiare per far posto, anche  alle notizie positive frutto di un lavoro attento e scrupoloso, in favor, in questo caso, di pazienti molto vulnerabili. La notizia pubblicata sul televideo Rai, andava approfondita e articolata, in modo più aderente alla realtà. Questo non è solo un nostro parere ma è quello che chiedono gli italiani: notizie complete, accertate e quindi credibili.

Roma – Il test dal 4 maggio ci dirà se possibile la convivenza con il Covid19

Il commissario all’emergenza coronavirus, Arcuri, ha riferito alle Commissioni  riunite congiuntamente, Finanze e attività produttive,  ha riferito sulla crisi che si è abbattuta sull’Italia, per caratteristiche, dimensioni e durata imprevedibile e senza precedenti. L’evoluzione dell’epidemia – ha proseguito Arcuri – ora trova il sistema sanitario, tra terapie intensive e ventilatori, in grado di far fronte a reggere anche, a picchi maggiori di quelli ch e si sono verificati in precedenza. L’apocalisse – ha soggiunto – non la ferma nessuno ma siamo convinti che non ci sarà. Arcuri non ha mollato nulla sul costo delle mascherine da indossare, assolutamente, dal 4 maggio test decisivo che indicherà se le previsioni e il com portamento delle persone, consentirà la convivenza, ovviamente temporanea, con il Covid119. Le mascherine non dovranno costare più di 50 centesimi – ha spiegato il commissario –  prima dell’emergenza si acquistavano a 8 cents, dopo a 5 euro ma, i 50 cents è pari a 10 volte il costo della produzione. Calao, capo di un’altra task force, in un’intervista al Corsera, ha specificato che “…il test del 4 maggio prossimo, sarà fondamentale. Vedrà all’opera quattro milioni e mezzo di lavoratori tra costruzioni, manifattura e servizi collegati. Moltissimo dipenderà dai comportamenti singoli e sarà determinante per dimostrare, la robustezza del sistema e, se tutto andrà bene, potremmo rispettare anche le  date delle fasi successive”.  Calao dà grande importanza all’App di tracciamento che, potrebbe entrare in funzione, sin  da fine maggio. “Se molti italiani lo installeranno avremo la possibilità di conoscere, come stanno veramente le cose e fornirci, indicazioni fondamentali per affrontare, l’immediato futuro, fino alla scoperta e, alla prova sull’uomo, del vaccino o dell’antivirus o, infine, come aumentare le protezioni e l’aumento delle difese immunitarie nei soggetti  a rischio”. Infine c’è l’intervento, del governatore del Veneto Zaia, battagliero, al quale va riconosciuto un lavoro continuo, nel suo ruolo ed in favore della popolazione che lo segue da anni. Zaia è andato diretto all’obbiettivo: comportamento sempre in linea per evitare contagi, a partire dall’uso della mascherina. E immediatamente dopo, aver fatto cenno al test, del 4 maggio, ha rammentato che, se ci saranno problemi, bisognerà tornare indietro, alla fase uno. ” …Questo dipenderà da alcuni coefficienti: ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva. Zaia si pone, polemicamente, una domanda:” Non siamo liberi di decidere?” la risposta è no quindi dobbiamo essere molto attenti a non fare passi falsi. E, come nelle sue abitudini Zaia che anela moltissimo a rendere la sua regione autosufficiente ha aggiunto:” A fine estate saremo in grado di poter ottenere i risultati di 30 mila tamponi al giorno”.

Roma – No alle illusioni. Il Covid19 sta cambiando il nostro modo di vivere

Chiunque svolge un’attività, pagato o autonomo, è entrato nella convinzione, per necessità anche economica che il periodo dello ” staretuttincasa” sia terminato e che è urgente, per tutti riprendere il lavoro, senza più attese capaci solo di provocare, chiusure definitive o fallimentari. Inoltre c’è l’urgenza delle aziende che esportano e far fronte alle ordinazioni per non perdere una clientela, pronta a rivolgersi, ad altri mercati.  Non è cosa di poco conto se si considera che dagli uffici, alle scuole di ogni ordine e grado, fino alle università, con il trasporto,  praticamente paralizzato come conseguenza logica. Se gli italiani sono in casa, autobus e metro, non trasportano passeggeri, e in alcune città funzionano a richiesta e si muovono in abitati spettrali. Pochissimi i pedoni, per lo più davanti a supermercati, poste o istituti bancari in attesa di avere un accesso centellinato. In questa condizione davvero spaventosa c’è chi tenta di immaginare un futuro prossimo: con spiagge stracariche di turisti ed indigeni, alberghi pieni così come ristoranti, pizzerie, pub, caffè e bar.  C’è chi ordina casotti nuovi o carrozzelle, con cavallo, per percorrere le stradine di montagna. Questo futuro, che ovviamente tutti vorremmo poter vivere, non esiste e per un tempo che nessuno è in grado di prevedere. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che, il coronavirus, ha cambiato il nostro modo di vivere in piena libertà, al mare come in montagna, nelle città d’arte come negli stupendi borghi, segni tangibili di una civiltà arcaica. Dobbiamo guardare al futuro con nuove regole fondamentali, non solo per salvaguardare la nostra salute, ma anche quella dei nostri figli e nipoti. Ceto guardiamo al recente passato con rammarico: potevamo goderci meglio e di più il tempo in cui, questo demone non si liberasse, dall’animale che l’ospitava, per uccidere non soltanto persone ed economie ma costringendoci a non poter più progettare le nostre gite o, le tanto attese, ferie. La realtà che oggi ci circonda non è nemmeno paragonabile all’ultimo conflitto mondiale. Chi ha vissuto quel periodo, durissimo, racconta la fuga nei rifugi ad ogni allarme, la penuria di cibo, la difficoltà di vivere quotidianamente in difficoltà. Ma si sapeva chi era il nemico, come comportarsi e riuscire a godersi una gita, al mare o in montagna, senza il pericolo di un contagio che può avvenire, ad ogni piè sospinto semmai incontrando un ” untore” senza che sappia di esserlo. Meglio non immaginare o progettare nulla, oggi come oggi, speriamo molto nella scienza e nell’uomo che è riuscito, anche con mezzi di studio e laboratori molto meno attrezzati di oggi, a sconfiggere mali orribili. Aiutiamo tutti la scienza, evitiamo gli assembramenti in luoghi chiusi, accontentiamoci della passeggiatina intorno casa e aspettiamo il novo modo di vivere che si sta già cominciando a palesare. Forzare i tempi o immaginare l’impossibile non può che farci soffrire di più. L’uomo si adatta a tutto ora però vorremmo vivere come lo si poteva fare solo un pugno di mesi fa.