Da domani, martedì 14 aprile riapriranno librerie, cartolerie e negozi di vestiti per bambini. La decisione è stata assunta dal governo nell’ambito dell’emergenza Covid – 19. E’ però confermato il divieto assoluto spostamenti, la chiusura delle scuole ed altre attività, non essenziali, fino al 3 maggio prossimo. Inoltre è stata anche decisa la ripartenza per l’attività forestale e per la costruzione dei computer. Per la spesa confermato l’uso di mascherine e guanti, specialmente se non si possono osservare, le distanze di sicurezza. E’ stato previsto, per i supermercati, di aumentare gli orari di apertura e chiusura per scaglionare gli accesi. Alle decisioni governative, per quanto riguarda le librerie, si è opposto il governatore della Lombardia. Fontana sostiene che in libreria si prende un libro, si sfoglia, e semmai si rimette a posto, il che è motivo di possibile contagio. Inoltre, il Presidente lombardo ha ribadito, ancora una volta che la sua Regione ha seguito le disposizioni impartite dall’Istituto Superiore di Sanità. Appare evidente che le inchieste della magistratura, le denunce dei parenti ricoverati nelle RSA e case di riposo nonchè, l’elevato numero di morti avvenuto in Lombardia, ha messo in crisi il governatore che farà di tutto per difendere l’attuale sistema, nonostante si sia rivelato, non soltanto fragile ma anche diretto male. Non è un giudizio espresso a caso ma, sono i fatti accaduti, che hanno sollevato molti dubbi che andranno sciolti non solo per la Lombardia ma anche per altre Regioni. Fontana ha giudicato che, la discesa del coronavirus verso l’auspicato zero, è molto lenta e si augura che, ben presto, ci sarà un’accelerazione. Intanto il governatore del Veneto Zaia, ha reso meno duro il “tuttiacasa”. Ha autorizzato grigliate nel proprio giardino, dal 25 aprile al 1° maggio, e sarà possibile l’uso del barbecue all’aperto sugli spazi in proprietà, senza invitare nessuno, a disposizione dei membri della famiglia residente. Inoltre il governatore Zaia, ha anche autorizzato uscite singole per attività motorie o per accompagnare, per una sgambettata, figli fino ai 14 anni o portatori di handicap. Infine il governatore del Veneto, non ha perso l’occasione per significare che:” Per quanto riguarda le attività produttive la decisione spetta al governo e non alla Regione”. Va posto in evidenza che grazie all’opera delle forze dell’ordine impegnate oltre ogni misura, per quanto riguardava la permanenza in casa degli italiani, la rete per evitare evitare massicci spostamenti verso le seconde case, al mare o in montagna, ha funzionato. La dimostrazione è data dal numero dei controlli e dai verbali, redatti dalle forze dell’ordine ed anche dalla reazione dei sindaci dei piccoli centri, che non hanno gradito affatto, l’arrivo delle poche persone, semmai provenienti da zone dove il Covid – 19 ha provocato infezioni e decessi.
Roma – Rete polizia antifughe ok. Conte – UE:”Bond o facciamo da soli! Lupo che ulula alla Luna ?”
La grande rete stesa dalle forze dell’ordine per evitare i viaggi, verso le seconde case ha, nel suo complesso, funzionato. Posti di blocco, elicotteri, droni, pattuglie di motociclisti, motoscafi, hanno scoraggiato chi aveva l’intenzione di uscire dall’abitazione in città. Chi c’è riuscito, si è allontanato da venerdì, e non da ieri o da oggi. Le città d’arte, quelle uniche al mondo, dove tra residenti e turisti era un brulicare di persone, oggi erano completamente deserte. Uno squallore mai visto prima: in giro non c’era nessuno. A ricordare che era la Pasqua ci hanno pensato, le campane delle chiese che a mezzogiorno, hanno suonato a distesa. Turisti zero e residenti in casa in attesa del pranzo che, in quasi 20 mila famiglie, non sarà stato normale, vista la strage di vecchi ed anziani uccisi dal Covid – 19, senza pietà. E quanti hanno avuto un lutto inaccettabile, come può essere una morte, violenta è innaturale, non avranno avuto la forza di non vedere più , intorno alla tavola: un papà, una mamma o i nonni. E’ stata una Pasqua di guerra. Ed anche gli italiani che non hanno dovuto piangere nessuno, stanno cominciando a soffrire la vita tra le mura di casa. Ma sono in tanti che davanti ad un coronavirus che contagia e che ha seminato, secondo dati ufficiali da ricontrollare, quasi 20 mila morti, c’è poco da scherzare. Ed infatti, il mondo politico è frastornato, nonostante i dati tra morti, guariti e contagiati inizia a far vedere un pò di luce in fondo a questo tunnel, che ha preso tutti alla sprovvista. Dal mondo sanitario, interamente da ricostruire come modello a quello finanziario, problema da affrontare, per risolvere una volta per tutte, questa condizione di crescente difficoltà. Non è possibile che, una Nazione viaggi su un debito colossale, che va ridotto ed invece aumenta. Non è nostro compito dire come, ma ora a Palazzo Chigi c’è, il Premier Conte, che ha affermato più volte:”… O l’Ue dimostra solidarietà vera, e consente anche l’emissione dei eurobond oppure faremo da soli”. Una minaccia all’Unione, molto importante, se il Premier dicesse come potrebbe l’Italia, affrontare una crisi così pesante da sola, quando gli economisti del mondo intero, che non sono docenti universitari di giurisprudenza, continuano ad affermare che questa crisi, è talmente profonda che un solo Paese, non la può risolvere. Così la dichiarazione di Conte o è un bluff oppure riguarda: il risparmio degli italiani, una patrimoniale, stipendi tagliati con l’aggiunta di titoli di Stato per arrivare a quelli contrattuali, provvedimento da estendere, forse, anche alle pensioni da una certa cifra in sù. Da esperti non ci sembra, che il governo di coalizione, che ha in Conte la massima espressione, possa trovare altre entrate, che non sono visibili. Certo sarebbe giusto che gli italiani sapessero se, il professore Premier, nel dire all’Unione ” O bond e solidarietà o facciamo da soli “, si sia consultato con i leader dei partiti della coalizione oppure è una minaccia personale che lascia il tempo he trova. Insomma un ululato di un lupo ad una Luna piena.
Roma – Confesercenti:” Aprite le attività le perdite sono già pesanti”.
La Confesercenti ha iniziato a fare i conti, anche se per la situazione è troppo presto. Ognuno fa il suo lavoro e se il coronavirus impazza in 188 Paesi la colpa non è di nessuno. Secondo l’organizzazione dei commercianti se il fermo di tutte le attività durerà fino al 3 maggio prossimo, la spesa famiglia su base mensile si attesterà a 30 miliardi in meno, pari al 30% del totale annuo. La Confesercenti, stima relativa soltanto ai primi quattro mesi del 2020, la perdita cumulata è di 45 miliardi. Una vera catastrofe che richiamerebbe l’urgenza di una riapertura delle attività, nel più breve tempo possibile, per una ripartenza anche per altre categorie d’impresa. L’organizzazione dei commercianti è convinta che bisogna contenere al massimo le perdite per evitare chiusure l’una dopo l’altra o fallimenti. Certo la situazione non è facile sia per i commercianti e sia chi, in politica non ha capito ancora che non si può attendere in questa situazione la burocrazia. Se il denaro c’è, come affermano il Premier Conte e il ministro per l’Economia Gualtieri si dia il più presto possibile, anche durante le restrizioni. Si tratta di passaggi bancari che non richiedono tempi per quanti ne hanno diritto. Stesso di scorso che si fa per i commercianti val anche per il pagamento della cassa integrazione: se il denaro c’è venga dato e se non c’è si chieda alle banche di anticiparlo, con la garanzia dello Stato. A corredo di questa situazione, abbastanza confusa, dove la solidarietà europea sembra, almeno fino ad oggi una chimera, Giusto richiamo di Papa Francesco ripetuto anche oggi, non si può rimanere con una situazione finanziaria sospesa. Non lo dovrebbe consentire la coalizione di governo Pd, M5S e LeU e IV. Non dovrebbe consentirlo l’opposizione che, rotta ogni auspicata collaborazione costruttiva con l’esecutivo, è libera di utilizzare le armi che ha a disposizione. Per non parlare dei sindacati che non possono fermarsi, nemmeno il giorno di Pasqua, davanti a ritardi che hanno escluso dalle festività, la parte più debole del Paese. Qui non si tratta di garantire il superfluo ma del pane quotidiano e tanto basta per capire, la gravità che sta assumendo questa crisi.