Roma – Appelli di Speranza e Arcuri:” Tutti a casa”. Non aiutate il Covid – 19 ad uccidere”

Si susseguono a ritmo incalzante gli appelli agli italiani. Ad iniziare, il giusto fuoco di fila, è stato il Commissario all’Emergenza, Arcuri, che ha rammentato di non fare sciocchezze a Pasqua e pasquetta o il primo maggio. Non uscite di casa, passate queste giornate in famiglia, per evitare che il contagio, si ripresenti con forza, come temono fortemente gli scienziati. Il virus è in agguato ovunque e basta una distrazione per finire in ospedale o in rianimazione, senza nessuna certezza, di poter guarire. Non siamo pronti per tornare ad una vita normale, come tutti vorremmo. Gli italiani nonostante nella stragrande maggioranza, abbiano seguito i consigli della Sanità nazionale, hanno pagato in termine di infetti e decessi, un prezzo altissimo. Così come hanno pagato un tributo enorme, i sanitari ospedalieri e medici di famiglia che in 109 hanno perso la vita. Per non parlare degli infermieri contagiati che hanno superato quota 2.500. Un comportamento scellerato vanificherebbe, il lavoro fatto da questi benemeriti che hanno onorato, anche con la vita, il loro compito di  salvare i malati. Metterebbe a repentaglio i risultati raggiunti oggi, che non sono ancora rassicuranti è stato argomentato dal ministro alla Salute Speranza che si è rivolto direttamente agli italiani che hanno dimostrato, grande forza e responsabilità in questa situazione così difficile:” Per riportare famiglie, imprese, persone a ricominciare a vivere pienamente la loro esistenza – ha detto il ministro – lo faremo solo quando la comunità scientifica consegnerà al mondo il vaccino. Intanto noi dobbiamo tenerci pronti ed essere all’altezza. Insistere con tamponi e test sierologici e per essere certi, dove intervenire, stiamo elaborando una mappa dei contagi. E -ha soggiunto il titolare della Sanità – appare altrettanto evidente  che dobbiamo investire sul sistema sanitario. Infine, c’è stato anche l’intervento del ministro per gli Interni Lamorgese che ha invitato i prefetti, alla massima attenzione, per prevenire fenomeni criminosi ed evitare che le mafie possano infiltrarsi negli appalti. Il ministro indirizza, i prefetti, ad un lavoro di intelligence sul territorio utilizzando investigazioni. Gli appelli per evitare di aiutare il Covid – 19 ad espandersi ed uccidere ancora appare giusto. E chi crede di essere immune, insieme ai familiari, farebbe bene, anche se non è stato consigliato, di sottoporsi ad una visita psichiatrica. Il coronavirus è presente, non è stato vinto e nemmeno ben conosciuto. La dimostrazione sta nel fatto che, il grido di dolore delle tante famiglie nel mondo si eleva, da ben 188 Paesi e, da 48 ore anche da alcune nazioni africane. Occorre un comportamento responsabile, per non portarsi sulla coscienza  di aver invertito un trend che, non è ancora tranquillizzante, ma ci consente di attendere tempi migliori.

Roma – Fino al 3 maggio in casa. Sacrificio per non aiutare il Covid – 19 a colpirci

Diciamolo è dura la restrizione in casa, dura ma necessaria, molto più oppressiva per chi ha un’abitazione… di una sola stanza, con cucina in alcova ed un bagno. Anziani, vecchi e bambini sono quelli che soffrono di più, anche se alla fine ci si abitua a tutto. I nonni, i sopravvissuti, raccontano cos’è la vera guerra, quella con i bombardamenti, della corsa ai rifugi seduti per terra, con una sola candela accesa, in attesa che le bombe non cadano più e si usciva dai rifugi  ldove lo spettacolo che si presentava – viene narrato – non era dei migliori. Da persone squarciate a pezzi, fino al sangue che era schizzato, sulle pareti degli edifici o pavimentazioni stradali. Diciamolo è dura ma resistere è un obbligo, non solo morale per la comunità, ma lo è anche per noi stessi. I dati della Sanità, non sono ancora tali, da garantirci di uscire, sia pure con mascherina e mantenendo le distanze di sicurezza. Sarebbe irresponsabile, dopo tanti sacrifici, tornare nuovamente al punto di partenza. I Paesi che non ci hanno seguito, su questa strada di chiudersi in casa e fare solo delle brevi sortite per la spesa, mai per un solo giorno, così come per recarsi in farmacia, lo stanno facendo ora. Oms e l’Iss, non sono certi che è possibile aprirsi, ad un minimo della vita normale, che si faceva prima. Questo terribile coronavirus che, in 188 Paesi, ha contagiato per quanto accertato, 1 milione e 600 mila persone ed ha ucciso 95 mila vittime innocenti della Pantemia. Basta considerare che, nel Regno Unito, solo in una giornata sono morte 1000 persone, dati del ministero della Sanità. E che in Spagna i decessi sono stati 16 mila. Per non parlare degli Stati Uniti dove i contagiati accertati, sono 487 mila, con migliaia e migliaia di vittime da perdere il conto. Gli americani non sono  uguali nemmeno davanti alla morte. Scioccante. Chi non ha il denaro per funerale e cimitero viene sepolto, in fosse comuni, e a New York, epicentro dei decessi, la fossa è stata realizzata a Hart Island al largo dei Bronx. Davvero scioccante le immagini scattate dall’alto: ci hanno lasciato senza fiato. E’ giusto resistere tra  le mura di casa, salutare dalla finestra i figli che si fermano, fugacemente per un saluto, per passare la giornata tra una lettura di un libro o pubblicazione, una conversazione con i familiari prima impossibile,  perchè ” bisognava lavorare” e non c’era tempo per occu parsi di altro. Questo stop, ad una vita convulsa e diciamolo, anche confusa c da il tempo di pensare. Il coronavirus ci ha spaventato e morire per un’imprudenza non è una soluzione intelligente. La vita ha sempre un valore, l’ha quando si è giovani ed anche quando si è aventi con l’età. Forse, ma solo forse, dal 3 maggio saranno consentite delle uscite oggi proibite. Non sarà certamente la politica a decidere, sarebbe stolto. Chi governa  chiederà agli scienziati, ai quali spetta l’onere di dare i necessari consigli, che saranno emanati, per loro e per noi, con altre ordinanze. Il “diario” di questi giorni sarà molto utile per quanti potrebbero trovarsi in identiche situazioni e non dimentichiamo un fatto importantissimo, oggi c’è la televisione, la radio,  leggere e conversare, vedendoci con i telefonini, cioè si ha la possibilità di non sentirsi mai soli. Abbiamo mezzi che se apprezzati, per il valore che hanno, possono essere di grande aiuto. E perchè no anche l’uso del giradischi che ci rammenti epoche della nostra vita, quasi sempre legate, ad una melodia. Pasqua e Primo maggio in casa, certo è la prima volta che accade ma anche queste, date molto significative, basta affrontarle con lo spirito giusto: il Covid – 19 è aggressivo tanto da evitarlo sempre. Aiutiamo la scienza a sconfiggerlo. Si tornerà alla vita di prima? E’ un domanda che non ha risposta: il “segno” rimarrà. I problemi veri da affrontare e risolvere sono ben altri: dall’assicurare a tutti il cibo quotidiano, riattivare fabbriche grandi medie e piccole, artigianato e agroalimentare. Pagamento di cassa integrazione o sussidi, stipendi e pensioni. Resistere si deve: 22 giorni non devono costituire un “muro” di tempo invalicabile. Uscite anche a ” scaglioni” der sgranchire le gambe e liberare la mente dal ” segno” dei sacrifici fatti.

Roma – Coravid – 19 ancora pericoloso. No a rischi. Caute aperture dal 3 maggio

Il capo della Protezione civile, Borrelli, ha fatto il consueto punto della situazione con la stampa. Le persone positive al Covid – 19 sono 98.279  quindi 1396 in più di 24 ore fa. Queste le suddivisioni, dopo la constatazione che continua a di minuire, la pressione sugli ospedali. 3.497 sono in terapia intensiva, i cui posti occupati sono attualmente meno 108 unità. 28.242 ricoverati in quanto presentano sintomi ma comunque sono in 157 in meno rispetto a ieri.  Mentre 66 mila 534 sono nelle loro abitazioni in isolamento. Non mancano i decessi da ieri ad oggi 570 che così raggiungono quota 18.839, una mortalità molto alta che sarà oggetto di più inchieste giudiziarie per quanto riguarda le Rsa e cliniche, dove si sarebbero nascosti i pericoli e comunque non messe in allarme le Asl e la Protezione civile. Anzi ci sarebbero stati trasferimenti da nosocomi a strutture, private o pubbliche, non comunicate nè ai ricoverati che erano già in questi ricoveri per anziani e nè alle famiglie. I guariti totali – ha proseguito Borrelli -sono 30,455 e cioè 1.985 in più nelle ultime 24 ore. Inoltre si sono dovuti aggiungere nuovi contagi per 3.950 persone, dopo i tamponi, registrando un minimo calo che non è da considerare. In questa situazione gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, ha fornito un parere negativo al governo di aprire attività, se non necessarie, tra Pasqua e primo maggio. La situazione è solo migliorata ma permane il rischio di tornare indietro: troppi i positivi in circolazione e troppi i luoghi dove il Covid – 19 potrebbe riprendere la sua corsa verso l’alto. Gli scienziati sono tutti d’accordo: più tardi si decide di dare agli italiani la possibilità di uscire e più ci sarà sicurezza di mantenere la situazione sotto controllo. Il Premier Conte ha ascoltato, in videoconferenza, il parere dei sindacalisti della Cgil, Cisl e Uil e hanno trovato l’intesa. E’ necessario tornare a produrre, per non perdere clienti e mercati, ma i lavoratori devono essere tutti protetti, non soltanto, con le distanze di sicurezza ma anche indossando, gli indumenti protettivi che vengono usati, negli ospedali dal personale sanitario. Cioè nessun lavoratore deve essere mandato allo sbaraglio e rischiare contagi. Il Premier si è dichiarato d’accordo, ma pur sempre, dopo la data del 3 maggio e solo per alcuni settori a partire dall’agroalimentazione, carrozzieri, meccanici, librerie e cartolerie. Di altri settori come bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismo nessuna ripresa. Si attendono dati migliori tanto da far abbassare, il rischio di contagi, quasi a zero.