La Guardia di Finanza ha scoperto, altri 42 truffatori del cartellino che, avrebbero dovuto prestare servizio, all’assessorato regionale della salute di Palermo. 11 sono stai posti ai domiciliari, 11 hanno avuto notificato l’obbligo di firma mentre altri e 20 sono stati denunciati in libertà. Appare evidente che, chi è stato chiamato a decidere ha “dosato”, diversamente i provvedimenti, sulla base della reiterazione del reato. Ma è sconcertante il fatto che ci siano pubblici dipendenti, ben pagati, che invece di prestare il lavoro a vantaggio dei cittadini, vanno al bar, fare spesa o passeggiare mentre, una massa di disoccupati cerca disperatamente un posto, per poter godere di uno stipendio oggi ed una pensione domani. Così come, non si può che condannare la Regione Sicilia dove chi truffa, marcando il cartellino di altri o il proprio per fare i propri comodi, non viene licenziato in tronco, come sarebbe molto più giusto. Il buonismo è una cattiva pianta, difficile da estirpare, nonostante abbia creato tantissimi guasti nel nostro Paese. Il tipo di truffa che è stato consumato va punito senza appello alla luce del rapporto della Procura nel quale si legge:” Dalle indagini è emersa una consolidata prassi all’assenteismo ingiustificato, con presenze fittizie furbescamente giustificata”. No la Procura doveva parlare di truffa alla Regione Sicilia continuata ed aggravata. E lo stesso ministro alla P.A. Bongiorno dovrebbe approvare la norma che chi commette questo reato viene licenziato punto e basta. Invece la Bongiorno annuncia che al cartellino, nei pubblici uffici, verrà sostituita l’impronta digitale. Un salva fannulloni, semmai costretti ad una presenza solo fisica in ufficio, per non fare nulla o leggere il giornale. Insisto: no ad interventi buonisti sì a licenziamenti in tronco. Troppi italiani devono capire che lo stipendio si deve guadagnare e non rubare!