Parigi – La Francia bloccata dallo sciopero generale. Parigi brucia e Macron non tratta

E’ molto difficile comprendere, come sia stato possibile che il Presidente della Francia, Macron, per la riforma delle pensioni sociali,  sia riuscito a mettersi contro tutto un mondo che farà di tutto, per farlo cadere o comunque, per mandare a carte e quarantotto l’immagine del Paese. Oggi lo sciopero generale, proclamato da sindacati, partiti d’opposizione,  gilet gialli e altre organizzazioni, ha bloccato il Paese. Gli scontri tra polizia e dimostranti si sono verificati nella capitale dal centro alla periferia. Scontri ai quali hanno partecipato i black bloc, vestiti di nero, pronti s distruggere tutto per poi sparire. Fermo il metro, autobus, treni, scuole e persino la Torre Eiffel, interdetto l’accesso per mancanza di personale sufficiente a garantire sicurezza e assistenza. Parigi è letteralmente blindata, con 6000 agenti, che intervengono per tentare di limitare i danni, non solo d’immagine ma anche materiali. I black bloc e gilet gialli hanno distrutto vetrine addobbate per le festività, ormai prossime, bruciato cassonetti per i rifiuti e auto parcheggiate, scagliato contro gli agenti pietre e pezzi di ferro, alzate barricate. Scontri durissimi, sostenuti da una opinione pubblica, che non vuole la riforma delle pensioni sociali, cavallo di battaglia del Presidente Macron. Manifestazioni sono segnalate anche nelle maggiori città francesi: una vera e propria “rivolta” contro governo e Presidente che non intende tornare indietro, anzi andrà avanti a passo di carica. Una Francia dilaniata da uno scontro che non promette nulla di buono se si considera che, alcune categorie, del trasporto pubblico, hanno già deciso di prolungare lo sciopero generale, fino a lunedì e chiunque sa che, muoversi a Parigi senza metropolitana e autobus, è praticamente impossibile per distanze e per inevitabili imbottigliamenti. Il futuro della Francia così divisa non può che essere messa in discussione non solo dai Paesi dell’UE ma anche oltre. Non sembra possibile che, nel terzo millennio, per la riforma delle pensioni sociali si debba andare ad uno scontro di così elevato livello. Forse sarebbe stato più opportuno trattare e raggiungere un’intesa che, secondo i sindacati, è stato tentato ma reso impossibile dal Presidente che non scende ” dal suo trono, nonostante non sia Napoleone”. Macron è di parere diverso e continua ad affermare che, su questa riforma, non c’è margine ditrattativa  e va attuata. .

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