Parigi – Messa a ferro e fuoco dai gilet gialli. Il sindacato:” E’ repressione”

Altra giornata di durissimi scontri a Parigi, tra polizia, gilet gialli, black – bloc e casseur. I dimostranti, hanno attaccato la polizia, che ha fatto uso di gas lacrimogeni, granate assordanti e rapidissimi assalti al corteo, con poliziotti che rapidamente, sono penetrati dai fianchi del corteo, hanno picchiato duramente, e si sono ritirati. I gilet gialli hanno incendiato i cassonetti, divelto le insegne stradali fino a raggiungere piazza d’Italie. Il bilancio è pesante circa 300 dimostranti fermati sono stati riconosciuti, molti  feriti sia tra i gilet gialli e sia tra i poliziotti. i fermati sono 200. Il commento del sindacalista, Philippe Martinez, che partecipava alla manifestazione per la ricorrenza del 1° maggio, ha dichiarato:” C’è stata una repressione inaudita”. Ma in realtà il Presidente Macron lo aveva detto nel suo ultimo discorso, che non ha prodotto alcun risultato, nel calmare le acque. “Il tempo delle manifestazioni e devastazioni è finito. Da oggi se i manifestanti non accoglieranno queste ulteriori aperture che sono state fatte, non avranno vita facile. La polizia non potrà che essere più dura”. In effetti le  dimostrazioni, ogni sabato, ed ora anche per il 1° maggio stanno mettendo a dura prova non solo la solidità del governo nominato da Macron, ma la stessa tenuta del Presidente. Sono mesi che il centro di Parigi viene trasformata in un campo di battaglia  in pieno centro fino all’Arco di Trionfo. Il problema rimane sempre lo stesso: Macron non ha compreso che i francesi protestano perchè vivono male e, chi scende in piazza, è sostenuto dalla stragrande maggioranza dei connazionali ed i gilet gialli non hanno alcuna intenzione di fermarsi, in quanto non hanno ottenuto, praticamente nulla. Il governo è sempre lo tesso, le misure prese vengono ritenute insufficienti e il Presidente, con i suoi discorsi lunghissimi, non è riuscito a convincere nessuno di quella gran parte del Paese che protesta.

Lascia una risposta