Quella parte di magistrati che hanno agito nell’ombra, contro ogni regola deontologica e non solo, non dovrebbero più indossare la toga. Davanti alle contestazioni e le prove dei pm di Perugia, ed anche, per qualche gola profonda, che informa i media, nessuno degli implicati si può autoassolvere così come, il Csm e il sindacato dei magistrati, per salvare il salvabile non può che usare l’ascia. Troppo facile autosospendersi dalle cariche nel Csm, troppo comodo far finta che non è accaduto nulla. Se è vero quello che sta venendo alla luce ” l’affare ” politica – magistrati va oltre il segno. Come i carbonari, si sono verificati incontri segreti, di notte e in Hotel, per stabilire le nomine negli uffici giudiziari di Roma, Perugia e Brescia. Quello che sta venendo alla luce è molto più preoccupante, di quanto si possa, solo immaginare. I pm di Perugia stanno scoprendo, un pentolone purulento, con indagini precise e circostanziate. Agli incontri segreti con l’ex presidente del l’Anm avrebbero partecipato i parlamentari Lotti e Ferri del Pd, i consiglieri del Csm Spina, che si è dimesso, ed anche i magistrati Cartoni, Lepre, Criscuoli e Morlino, che hanno scelto la strada dell’autosospensione. Troppo comodo. Gli italiani hanno diritto di sapere cosa c’è dietro, questi incontri segreti e, per quale ragione far scegliere ai politici, il procuratore, Pincopallino e non un altro che ne aveva, maggiore diritto ma non era amico di nessuno e non avrebbe raggiunto compromessi per “sentenze guidate” . Ma scherziamo? Politici e magistrati sceglievano chi mettere ai vertici direttivi, per quale ragione? Agli ordini di chi dovevano stare per essere riconoscenti? Ha ragione il presidente dell’Anm, Grasso, nell’affermare :” E’ uno dei più gravi momenti di crisi della magistratura nella storia repubblicana”. Bravo! Ma ora agisca di conseguenza! Non basta dire che lui non minimizza e nemmeno che soffre, per le critiche che piovono, sul sindacato toghe. Non basta nemmeno che chi è nel Csm non potrà partecipare, a concorsi per incarichi direttivi, se non sarà trascorso almeno un anno dalla sua uscita dal Consiglio superiore della magistratura. No non basta tornare alla norma, che già esisteva nel 2018, poi abolita. Si crede sia giunto il momento che, legislatori e magistrati, si seggano, intorno ad un tavolo, per realizzare quella riforma, troppe volte rimandata, per evitare uno scontro, tra i due poteri. Una parte dei politici teme azioni giudiziarie ad orologeria ( sic) e i magistrati temono di finire, come ogni corpo dello Stato, sotto la guida dell’esecutivo ( sic). E’ una riforma da fare, senza rinvii, ma con grande intelligenza e con misura. Certo è, dopo quello che è accaduto, molto altro verrà fuori, ed è impensabile che servitori dello Stato, facciano i carbonari, per favorire i nomi indicati da politici, per avere le “spalle coperte”. No questo non è immaginabile, bisogna andare fino in fondo e congratularsi, con la parte sana della magistratura, che sta facendo il suo dovere: davanti alla legge tutti uguali, magistrati compresi. Non si può nemmeno plaudire ai media che mandano in onda servizi, per denigrare l’azione in generale della magistratura, é un errore grave togliere un punto di riferimento al cittadino. bisogna eliminare subito le mele marce e fare la riforma, punto e basta.