Una grande mente abruzzese, Sergio Marchionne, un uomo eccellente anche nella sua vita privata, che si era cucita addosso una maglia, che non ha tolto mai, nemmeno nelle visite ufficiali a Regnanti, Capi di Stato e di Governo, sta lottando per vivere. L’Ad di FCA, ufficialmente, avrebbe subìto un intervento ad una spalla e, durante la convalescenza, sarebbe precipitato in un tunnel che non gli consentirà più di tornare al suo pregiatissimo lavoro. Marchionne è nato a Chieti il 17 giugno 1952, dove ha frequentato, elementari e medie per poi, emigrare con la sua famiglia, in Canada dove ha completato i suoi studi. Marchionne è arrivato a Torino nel 2004 e gli venne chiesto di prendere in mano, le redini della Fiat, già in situazione drammatica, come lo era l’intero gruppo automobilistico. L’abruzzese, molto preparato e testardo, come lo è chi è nato in questa terra, comprese subito che, per essere competitivi, con le grandi case automobilistiche, non bastava più la Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, ma occorreva impegnarsi ad acquisire mercati ed al tre case d’auto, in altri Continenti e puntò, decisamente, a quello americano che conosceva. Ha subito dato impulso all’introduzione, per la costruzione di auto, all’ingegneria meccanica, ma conosce il valore dell’uo mo e, non a caso durante la grande crisi del terzo millennio, con grande lungimiranza pari al suo ingegno promise, ai suoi collaboratori, dai manager agli operai, che sarebbe riuscito in un impegno impensabile: in vestimenti nell’ammodernare gli impianti industriali, preparazione del personale, offerta di tanti modelli, secondo le tendenze della clientela, dalla piccola 500 fino alla Jepp Renegade. Una favola durata 14 anni in cui risolse, i parte, anche la crisi dell’auto in America, utilizzando un…prestito dello Stato, restituito prima della scadenza! Più complicato fare altrettanto in Italia ed Europa, ma Marchionne è andato avanti e, nel momento giusto, ha completato il suo successo, con la piena occupazione ovunque ci sono stabilimenti che operano per FCA, direttamente o indirettamente. Ho avuto il pacere di conoscerlo, in un ristorante sulla riviera di Pescara, quasi antistante un edificio molto moderno sul lungomare, dove voleva acquistare un intero piano. Conversazione piacevole. Marchionne ha mostrò di tenere moltissimo alle sue radici abruzzesi ed ai suoi valori genuini. Credo non sia un caso lo sviluppo, dello stabilimento a Piazzano di Atessa, dove si sfornano, a ritmo crescente i Ducato, non solo per Fiat. Un uomo di così elevato ingegno era completa mente disinteressato alla politica nazionale, regionale e locale. Mostrò molta curiosità, durante l’occasionale conversazione, per niente attento che alcune sue valutazioni, potessero essere pubblicate. cosa che non feci anche perchè non avevo a disposizione una telecamera. Non chiesi un’intervista, in quanto ero a perfettamente a conoscenza, che non ha mai amato la ribalta. Seppi che anche davanti a problemi rilevanti, riu sciva a dormire così come amava la lettura di argomenti molto distanti dalla sua attività. Amava dialogare, per quella innata curiosità di sapere, se e come era cambiata la gente della sua terra. Rammentava alcuni nomi della Chieti che contava senza chied re nulla della loro vita. L’unica domanda, per una mente elevata che puntava in grande, era sapere il motivo reale, se c’era, che impediva a Chieti e Pescara, con le città con termini, di fondare una città molto importante in grado di avere un valore aggiunto. Una domanda alla quale non risposi per cortesia. per non precipitare in politica, argomento ostico alla sua mente. Per Marchion ne è stato sempre importante ” usare” il potere politico ma non si è mai fatto utilizzare nelle sue scelte strategiche. L’unica vera allergia? Al sindacato colpevole di pensare al presente senza vedere il futuro.