Pescara – Rapinata a fucilate boutique di orologi in pieno centro

Non era mai avvenuto prima con modalità da vecchio West. Banditi armati di fucili, sono penetrati in una boutique di orologi, vetrine e ingresso nella centralissima Piazza della Rinascita, e senza dire una parola. Hanno subito fatto fuoco sulle vetrine interne, preso il ricco bottino sono fuggiti, in pochi minuti, sotto gli sguardi, spaventati ed increduli, dei titolari e dei due clienti presenti all’incredibile. La fuga è avvenuta su due motociclette trovate, in via Ugo Foscolo, ad un solo chilometro di distanza dal negozio rapinato, avvolte nel fuoco. Il capoluogo adriatico non è luogo dove sono mai accadute rapine di questo genere. Furti sì ed anche spaccate ma mai, una vera e propria sparatoria per frantumare le vetrine interne e portare via i preziosi di maggior valore. La polizia giunta sul posto ha ordinato blocchi stradali nel tentativo di fermare i banditi, ma viste le modalità, si tratta di professionisti in trasferta che avevano fatto, quasi certamente, un sopralluogo preventivo visto che non hanno puntato agli orologi esposti in vetrine ma a quelli custoditi sotto chiave. Ad ogni colpo di fucile è stata frantumata una custodia. E’ inutile descrivere, lo stato di shock dei titolari e dei due clienti, che non si sono ripresi nemmeno dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. E’ un segnale però che nessuno può ignorare: la malavita è da sempre interessata a mettere radici in Abruzzo, come più volte affermato, dai vari procuratori generali che si sono succeduti, a noi tocca tenere alta la guardia e collaborare, strettamente con magistratura e forze dell’ordine, per evitare che la malavita si installi. Accadde già subito dopo la guerra per il grosso business della ricostruzione, di una città distrutta per il 75% , e furono proprio i pescaresi a fare scudo ed evitare che accadesse il peggio mettendo in fuga i malavitosi. Il problema si ripropone nel terzo millennio, dopo altri tentativi, siano i pescaresi, insieme alla forze dell’ordine a dire no, ancora una volta, alle infiltrazioni mafiose

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