Pescara – Tragedia Rigopiano. Altri 7 indagati tutti della Prefettura

Tragedia di Rigopiano atto secondo. La Procura della Repubblica di Pescara ha inviato, altri sette avvisi di garanzia, che si vanno ad aggiungere ai 25 della prima indagine. Gli investigatori hanno fornito sufficiente giustificazione per una serie di reati, non consueti, che sarebbero stati commessi, dall’ex prefetto di Pescara Provolo, da suoi due vice, distaccati,  Salvatore Angieri e Sergio Mazzia e dai dirigenti  Ida  De Cesaris,  Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniele Acquaviva. I reati contestati, ai sette nuovi indagati, sono: reato di frode in processo penale e depistaggio per aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 28 gennaio 2017 alla Squadra Mobile di Pescara, incaricata delle indagini, per nascondere, una chiamata di soccorso effettuata  alle 11,38 dal cameriere, Gabriele D’Angelo, una delle vittime dell’incredibile massacro. Gli investigatori hanno rinvenuto la pista giusta in quanto, agli atti della prima indagine, c’è la conversazione tra un carabiniere che alle 18.04 del 18 gennaio quindi circa un’ora e 20 dalla valanga, sparita. Gli investigatori della Mobile, stavano già indagando su questa pesante vicenda già da un anno, per una conversazione della dirigente della prefettura, Daniela Acquaviva, balzata alle cronache per una frase ” impropria:”La mamma degli imbecilli è sempre incinta”, frase detta al carabiniere per significare al militare che ” l’intervento all’Hotel di Rigopiano era già stato effettuato, probabilmente riferendosi alla telefonata del cameriere, rimasto sepolto, Gabriele D’Angelo. Appare evidente che, con le indagini in corso e con questi ulteriori avvisi di garanzia, non è possibile dire nulla se non attendere, il lavoro della Procura di Pescara e la successiva fase processuale. Ma in questa vicenda, di una gravità inaudita per chiara superficialità, ci sarà ancora molto da scoprire. Gli unici che sin dall’inizio, di questa tragedia, avevano compreso che c’erano circostanze che non quadravano affatto, sono stati i parenti delle vittime che hanno fatto di tutto per tenere Procura e investigatori sotto pressione.

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