Aumentano le sentenze, emesse dalla magistratura, che non vengono comprese dal popolo, sovrano. In una manciata di giorni, basta verificare i social, in due casi c’è stata una netta divaricazione tra il giudizio e il “sentire” dell’opinione pubblica. Quella del tribunale di Pescara, sulla tragedia dell’Hotel di Rigopiano, dove si è verificata una strage che poteva essere evitata se, i soggetti, esclusi da ogni responsabilità politici compresi, avessero rispettato la legge che obbligava la Regione a dotarsi di una carta valanghe. Se fosse stata adottata l’Hotel non sarebbe stato realizzato in quella zona e comunque, non avrebbe potuto funzionare, d’inverno. La notizia diffusa da tutti i media ha trovato un muro di popolazione, lungo tutto lo stivale, di ” incomprensione” forse anche maggiore dell’altra sentenza, questa volta della Cassazione di Chieti, sull’inquinamento più importante d’Europa, dei terreni di Bussi antistanti gli stabilimenti ex Montedison a margine del fiume Pescara. Oggi ne è uscita un’altra, che ha scatenato nuova indignazione popolare. Una maestra d’asilo nido di Cocquio, paese del trevigiano, pagata per assistere “amorevolmente” i piccoli, tra 6 mesi a 2 anni, è stata sospesa solo per sei mesi, dal gip di Varese, con l’accusa di aver maltrattato i bimbi. La ” maestra” da quanto emerso dalle indagini urlava, schiaffeggiava i piccoli in balìa di una forsennata e li lasciava da soli, in una stanza tra pianti e singhiozzi. Lo erano tanto che i genitori di uno dei bambini, hanno dovuto constatare incubi notturni, difficoltà alle relazioni e resistenza a tornare al nido. Davanti a questo ulteriore caso che definirsi orribile è poco, il gip assume una decisione incredibile:” sospensione per 6 mesi” che ha provocato reazioni molto negative nell’opinione pubblica nazionale. Appare evidente che la ” maestra” va tolta per sempre da quel tipo di lavoro che, per carattere, non è in grado di assolvere. Se poi venisse provato, che invece di assistere ” amorevolmente” i piccoli li maltrattava per appartarsi con il suo uomo il caso…. oltre al licenziamento in tronco dovrebbe essere segnalato allo psichiatra. Infine, e qui c’è da sorridere, per la strage di Rigopiano ci sarà una quarta inchiesta e perchè no… una quinta e…una sesta? I parenti delle vittime non molleranno, la loro lotta per la giustizia e la magistratura deve riuscire a garantire che chiunque, a qualsiasi titolo, avesse delle responsabilità politiche o operative, non possa farla franca per una strage avvenuta per grave incuria, di una catena di responsabilità tutta da esaminare, non da costruire, in quanto chiarissima, posizione per posizione.