Italiani e europei nell’Unione, per la prima volta guardano a Pontida dove debutta, da una tribuna che conta molto, Matteo Salvini il quale è vice premier del governo nazionale, ministro dell’Interno e segretario del la Lega. Non è uno scherzo del destino ma una realtà, che Capi di Stato e di Governo, devono tenere nella massima considerazione. Salvini è anche il naturale successore a riunificare, sotto il suo nome il centrode stra. Per dirla in breve, se non ci saranno accadimenti non prevedibili, le opposizioni alla Lega devono fare i conti con un leader lanciatissimo che, tra l’altro, vince con le schede deposte nelle urne, le sue battglie politiche. Il rozzo ministro ha esordito, davanti al pratone, gremito non solo di leghisti ma, anche di governatori, sindaci ed amministratori regionali e comunali, per ascoltare un Salvini senza freni. Le sue prime pa role hanno dato il “Là” a tutto il resto. ” Sono qui per un patto d’amore ed un patto d’ onore”; ” No all’odio in quanto siamo stati chiamati per costruire e non per distruggere”; ” governeremo l’Italia per 30 anni, una Nazione che, guidata ascoltando i cittadini, non ha paura di niente e di nessuno”; ” Un’Italia orgogliosa e fondata sulle autonomie”; ” Cancelleremo la legge Fornerro in quanto ingiusta e squilibrata”; ” Continuere mo a dire no all’utero in affitto, non per limitare il diritto di alcuno ma perchè riteniamo che i bimbi, debbano avere, una mamma ed un papà”; ” Penso ad un’Europa che grazie alla Lega diventi un’Unione delle Le ghe: tutti liberi e sovrani per un progetto comune”. Ed infine, il leader della Lega ha affondato il Presidete della Camera che ha espresso un suo parare sui porti. “NO – ha detto Salvini – basta all’Italia accogliente che salva l’onore dell’Unione europea, ora tocca a loro. Le Ong lavorano per gli schiavisti noi, certamente no”. ” Nessuna pietà – ha poi urlato il ministro dell’Interno – per assassini e stupratori la pena deve essere scontata fino all’ultimo giorno”. Non ha mancato di ringraziare chi gli ha dato la forza di lavorare tanto e con entusiasmo: Umberto Bossi e Roberto Maroni, i leader che credettero nella Lega Nord e che oggi è diven tata Lega nazionale e internazionale. Questa è la nuova realtà che va da Salvini ad Orban e da Krutz a Marine Le Pen. Tra loro non c’è una comune intesa politica ma alcuni comuni denominatori ce possono affonda re l’attuale tremebonda Unione europea, mai considerata ” capace di camminare” dagli Stati Uniti.