Roma – bagarre in Senato per la cannabis light. Manovra approvata 166 sì

Il Bilancio dello Stato, blindato, sarà approvato durante la prossima settimana e al più tardi il 28 dicembre. E’ stato evitato l’esercizio provvisorio, come più volte chiesto dal Capo dello Stato, Mattarella, preoccupatissimo per le inevitabili ri percussioni negative che ci sarebbero state. Il costo pagato, dal democratico dibattito parlamentare, che sta avvenendo con il bavaglio, pesa molto non solo a livello nazionale. In Senato si è verificato un putiferio, tra il Presidente Casellati, le minoranza e la maggioranza. Tensione alle stelle per il giudizio, di inammissibilità delle norme sulla cannabis light liberalizzata. Il M5S ha chiesto alla Presidente se aveva seguito “pressioni della sua parte politica”. La Presidente, molto seccata, ha risposto fulmineamente:” Decisione meramente tecnica. Se ritenete questa misura importante per la maggioranza elaborate un disegno di legge”. Il leader del Carroccio è invece salito sulle barricate:” Ringrazio La Presidente del Senato, a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome, delle tante famiglie per aver evitato la vergogna di vivere in uno Stato spacciatore”. Intanto, come era più che prevedibile, il governo ha posto la fiducia sulla Manovra ed è stato, il ministro dei rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, a darne comunicazione ed ha richiamato, anche il maxiemendamento che include, una serie di modifiche al provvedimento, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. La realtà è che anche con questo governo, M5S – Pd – Leu c’è stato… l’assalto alla diligenza, così come avveniva nel tanto vituperato periodo, dei tanti partiti e partitini, della Repubblica di fine ‘900 e prima parte del 2000. Un maxi emendamento che va, da norme microscopiche per gli Enti Locali, alla plastic e sugar tax fino all’aumento, del prelievo dello Stato, sulle vincite fortunate. Quello che sarà approvato in Senato lo dovrà essere, senza toccare nulla, dalla Camera: non ci sono i tempi per poter cambiare una virgola. L’ok a questa Manovra è determinante: c’è lo spauracchio dell’esercizio provvisorio da” evitare assolutamente”. La minoranza, ha colto l’occasione per attaccare duramente, la maggioranza governativa, che avrebbe allungato i tempi, per discutere il Bilancio, mettendo il bavaglio a chi avrebbe cercato, semmai con una trattativa, più o meno alla luce del Sole, di salire sulla stesa diligenza. Cosa dire? Non ci sembra sia cambiato nulla dalla cosiddetta prima Repubblica, ammesso che sia mai nata, la seconda. La Manovra intanto è passata con 166 sì ma il senatore Paragone, 5S, ha spiegato il motivo del suo no ed altri 4 del Movimento, assenti alla votazione.

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