Gli ermellini:” Sequestrate, ovunque sono, su libretti bancari o postali, depositi, azioni e quant’altro fino all’importo di 49 milioni, trufati allo Stato durante la gestione di Umberto Bossi, segretario della Lega”. La notizia ha mandato in tilt il segretario amministrativo del partito, onorevole Giulio Centemero, che ha appreso la notizia, non è la prima volta, dalle agenzie di stampa prima ancora che dalla Cassazione. Gli alti ma gistrati hanno ritenuto giusto il ricorso, del pm del tribunale di Genova che aveva chiesto, sequestri a tappeto, di denaro riferibile alla Lega, dopo la condanna in primo grado dell’ex leader, per l’appunto, Umberto Bossi. Il ministro dell’Interno, all’epoca deputato, si era opposto a sequestri a tappeto dei 49 milioni perchè non avrebbero permesso di fare politica, anche in vista di elezioni politiche e amministrative. Ma con la decisione della Cassazione, il Tribunale del Riesame, dovrà procedere a tappeto per andare, ben oltre il milione e mezzo, già sequestrato. Il legale della Lega, Giovanni Ponti ha affermato che i sequestri non potran no andare oltre quelli trovati, all’atto dell’atto stragiudiziale, in quanto subito trovati. Insomma, per Ponti, non è possibile che il decreto di sequestro duri all’infinito. La reazione dell’amministratore dei beni della Lega:” Forse l’efficienza dell’azione di governo, grazie a noi, sta dando fastidio a qualcuno”. In verità, l’onorevole Centemero e l’avvocato Ponti, dovrebbero agevolare l’opera di recupero della ingente somma truffa ta allo Stato, secondo il tribunale di Genova e condannare, senza appello, quell’Uberto Bossi, che insieme ai figli ha fatto man bassa di pubblico denaro, come da sentenze di più tribunali. Difendere quella gestione “familiare” e di ” quel cerchio magico” può soltanto far del male alla Lega di oggi che ha responsabilità di governo.