I racconti terrificanti di quanti sono in fuga, attraverso la Libia verso l’Europa, ci richiamano tutti a precise responsabilità. Non è più il tempo di discutere su un barcone o su un gommone, stracolme di essere uma ni, dopo indicibili gravissime ed inimmaginabili torture, riescono a raggiungere le coste del Vecchio Continente. Il problema che viene posto, alle civiltà occidentali ed orientali, è come affrontare alla radice uno schiavismo del terzo millennio, uguale se non peggiore di quello dei periodi più bui del passato. Non è nemmeno immaginabile che, nel nostro tempo, si sappiano di esseri umani venduti più volte, di donne più vol te violentate e poi cedute, ad altri gruppi di schiavisti, che le mantengono in vista solo in quanto utili ai loro bestiali piaceri. Non è possibile assistere inerti, anzi indifferenti, a trattamenti così crudeli che riguardano anche vecchi e bambini. Se in Occidente ed Oriente, ostentiamo un elevato grado di civiltà e se le leggi, non sono solo scritte, non possiamo evitare di intervenire dove, esseri umani, sono ridotti nella peggiore schia vitù insopportabile, per uomini e donne, che hanno conquistato irrinunciabili diritti civili. Dobbiamo avere il coraggio d far cadere, le comode barriere politiche, che da secoli dividono il mondo e pronunciare una parola che non avrei mai pensato di scrivere: “guerra”. Guerra di liberazione, non già per conquistare territori e ricchezze ma per salvare, centinaia di migliaia di esseri umani che, pur conoscendo le gravi sopraffa zioni e la riduzione in schiavitù, arrivano persino a pagare gli schiavisti, pur di tentare di guadagnare una parte di vita migliore, ammesso che riescano ad essere accolti e dimenticare un passato, di ferite materiali e morali indelebili, nelle loro menti. E’ tempo, davanti allo scempio di esseri umani, di unirsi tutti per cancellare questa orribile degradante storia, che dura da anni, senza riuscire a scuotere le coscienze di chi, a paro le, si autodefinisce civile. Nell’atteggiamento dei popoli, dell’Occidente e dell’Oriente, non c’è traccia di una morale universale che dovrebbe essere radicata, nella mente di chiunque, si dichiara difensore di diritti umani. Siamo tutti degradati allo stesso livello degli schiavisti ed incapaci di assumerci le nostre responsabilità, di uomini e donne, solo per non rinunciare ai nostri livelli di vita e al dio Pil per ottenere sempre di più per noi senza curarci di quello che ci accade intorno. Nel nostro agire non ci può essere che la vergogna, di guardare ai nostri figli o di specchiarci, sapendo quello che accade, respingendo gli schiavi come un problema fastidioso, in quanto avviene sulla sponda africana. Intervenire è un obbligo irrinunciabile per evitare che lo spirito di Hitler torni a spirare su tutti i continenti.