Lo scontro Italia – Unione europea è durissimo. Il vertice di governo che si è tenuto oggi a Palazzo Chigi, presenti il Premier Conte, i due vice Di Maio e Salvini, i ministri per l’Economia Tria e per gli Esteri Moave ro e il sottosegretario Giorgetti ha confermato: avanti con manovra e con le riforme. Conte ha dichiarato, subito dopo i lavori durati circa due ore, che:” Confermiamo le anticipazioni che ci hanno indotto a definire la manovra seria, razionale, coraggiosa”. Lo scontro con l’Unione sta già avvenendo, con l’avvertimento di Dombrovskis, che l’Unione è pronta ad applicare il Patto di stabilità firmato da tutti i membri dell’Unione. Ma il governo Conte non può più tornare indietro se non dimettendosi. Così come l’Unione europea non può evitare di applicare il Patto perchè, sarebbe l’annuncio ufficiale, della fine dell’euro. Non è uno scontro tra due culture economiche diverse. Il governo italiano ha individuato, ed è nato per questa ragione, che le riforme attese dal popolo relative ad un modello di crescita che consenta: reddito di cittadinanza, supera mento della legge Fornero, occupazione, maggiore sicurezza e blocco dell’immigrazione, sono tutte irrinunciabili. Si tratta di riforme certamente importanti e volute dagli italiani. Non c’è chi è contro l’aumento del le pensioni al minimo. Così come nessuno può essere contro nel garantire un reddito a chi è disoccupato o, al milione e ottocentomila famiglie, senza nulla. Ma lo scontro non è sulle riforme e sugli obiettivi ma sul Patto, intoccabile per l’Unione europea, altrimenti altri Paesi seguirebbero l’Italia facendo saltare l’euro, moneta ritenuta dallo stesso governo italiano, insostituibile. Ma la realtà di come si muove l’esecutivo a gui da Conte va in direzione opposta. Il ministro Tria sosterrà la ragione dell’Italia: con un’economia bloccata non c’è crescita, c’è un tirare a campare e non c’è possibilità di far diminuire il debito. Posizioni inconcilia bili se, sia l’Unione e sia il governo italiano, non fanno dei passi per trovare un accordo che, per le ragioni esposte da Bruxelles, non potrà essere mantenuto il 2,4% per un triennio. E, mi sia consentito anche dire, a Salvini che, per alcune decisioni ha raccolto ampi consensi:” non serve offendere i presidente Juncker con una frase ad effetto:” Preferisco parlare con persone sobrie”. La realtà, purtroppo non è quella che afferma Di Maio che, lo spread ha sfondato quota 300, per effetto delle dichiarazioni di uomini che comandano a Bruxelles ma non hanno nemmeno l’1% di voti. La realtà è che da questo scontro, sempre più duro, L’Italia ne potrà uscire incerottata e non vincente sul piano europeo e mondiale. Non è possibile fare la guerra, senza i mezzi per vincerla o, per ottenere, un armistizio onorevole. La paura del popolo, anche di chi non ha nulla, cresce così come aumenta il pericolo che l’Unione, in qualche modo ci scarichi prima che il governo italiano possa decidere di bloccare il Bilancio Ue. Non si può fare politica mettendo, a serio rischio il porta foglio di tutti gli italiani: questo è quello che può accadere nel momento in cui si va allo scontro definitivo. Chi non si attendeva dal governo Conte questa sfida, a livello dell’Ue, è certamente il Presidente Mattarella, che farà di tutto per cercare, la via migliore per restare in Europa, così come ha sempre dichiarato.