La lezione del Premier, con un chiaro discorso agli italiani, è stato apprezzato dalla pubblica opinione che ha commentato positivamente un Presidente del Consiglio, che non è un ” vaso di coccio”, nonostante non sappia nulla di politica e si muova, in una cristalliera, come farebbe solo un elefante. Conte non ci sta a presiedere, un Consiglio de Ministri, tra liti, trabocchetti ed in permanente campagna elettorale. Conte non ha avuto tentennamenti: o i due leader, e relativi partiti, trovano accordi concreti per proseguire l’esperimento del governo del cambiamento, oppure lascerà, la sua poltrona bollente per tornare, quale docente, alla sua università. Un discorso chiaro e lineare apprezzato perchè Conte, lo ha detto con sincerità, non è disposto a perdere la sua dignità pur di essere Premier del nulla. Così oggi, Di Maio e Salvini, si sono sentiti, in una “lunga e cordiale conversazione ” per fare il punto della situazione, far ripartire il lavoro e fare fronte unico con l’Unione Europea. Il Premier, ha preso la palla al balzo, ed ha ritenuto di giudicare utile, che il dialogo tra i due leader sia stato positivo. Si tratta del via libera allo sblocco cantieri, per rilanciare il lavoro, con alcune sospensioni alla normativa attuale, per la durata di due anni. L’ok, dei due vicepremier, ha immediatamente messo in moto i due capigruppo del M5S e Lega, Massimiliano Romeo e Stefano Darvelli, per proporre al Senato la sospensione di alcuni punti del Codice degli Appalti, con garanzie piene, per evitare che in questo varco possano entrare le mafie, sempre pronte là dove scorre denaro. Il Premier ha esternato le sue preoccupazioni, sul sub emendamento proposto da Salvini, ma l’importante è che i due leader siano d’accordo. La crisi del governo si è allontanata? la domanda è d’obbligo: no, viene da precisare. Le differenze, tra i due partiti della coalizione di governo restano tutte e nel M5S, i big che non condividono la politica di Di Maio con Salvini, nonostante Il vicepremier M5S, è sotto la “protezione” di Grillo e Casaleggio, dell’80% degli iscritti al Movimento e di buona parte del gruppo parlamentare. Ma chi vuole che il governo vada avanti, sa benissimo, che il M5S, se non porta a termine altre riforme e non riesce a radicarsi sul territorio, rischia di finire con un risultato ad una cifra. E Salvini, va anche detto, non appare entusiasta di legare il suo futuro politico, alla regia in mano a Berlusconi e allearsi con Forza Italia, in grave crisi di identità. Questi i motivi che rendono, al momento complicata, la divisione tra Di Maio e Salvini. Il futuro? Tutte le ipotesi sono aperte ognuno può dire la sua.