Il Coronavirus è presente in ben 91 Paesi e, i contagiati hanno superato quota 100 mila, i decessi sono stati 3.883. Una vera guerra se si considera che questo virus è arrivato fino alla Nuova Zelanda, Canada, Argentina, Russia. In cima ai contagi c’è la Cina, il secondo posto è della Corea del Sud ed il terzo è dell’Italia che ha assunto, solo da ieri, misure drastiche, per evitare contagi anche se va ripetuto che, molto dipende dal comportamento delle persone: niente strette di mano, niente abbracci e baci anche sulle guance. La facilità che mostra, questo coronavirus, che è riuscito ad arrivare fino alle isole francesi di Saint Barthelemy, zona caraibica, così come ha fatto la sua comparsa in Danimarca per non parlare degli Stati Uniti, dove i decessi sono già 14. California, Florida e Stato di Washington hanno dichiarare lo stato di emergenza. Il coronavirus è presente, da oggi, anche in Vaticano dove c’è un contagiato. In Italia le misure adottate dovrebbero dare dei risultati positivi, entro una decina di giorni, ma nessun virologo o ricercatori sarebbe pronto a metterci la firma. All’Istituto Spallanzani sono arrivati in 31, tutti positivi, al Covind – 19 mentre altri 34 sono in osservazione. Le condizioni cliniche, come da comunicato, sono abbastanza buone meno 7 che presentano, polmoniti bilaterali, con necessità di supporto respiratorio. Ma i sanitari dello Spallanzani, hanno detto subito che non c’è assedio e che i numeri sono contenuti. Sul problema è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Mattarella che ha affermato:” L’Italia attraversa un momento impegnativo e l’ora della responsabilità. L’ insidia di un virus nuovo provoca preoccupazione e richiede responsabilità. Dobbiamo evitare – ha proseguito il Capo dello Stato – uno stato di ansia immotivato e controproducente. L’Italia sta affrontando questo momento con impegno e doverosamente tiene al corrente i connazionali dell’andamento dei contagi. Il governo ha indicato il comportamento da tenere e il mio invito, rivolto a tutti, è di seguire le indicazioni. Ci vuole unità di tutti e l’Italia ha la capacità e risorse per uscire, da questa situazione, a testa alta”. Non c’è dubbio che è così. Va rilevato che la coalizione di governo se chiede, per approvazioni celeri in Parlamento, il contributo dell’opposizione e chiede che collabori deve anche accogliere i consigli, se giusti, che vengono dati da quelle forze che non sono nella stanza dei bottoni. Ecco come l’Italia, cogliendo questa situazione complicata, potrebbe fare quel salto di qualità di essere prevenuti, su qualsiasi proposta, giunga dai banchi della minoranza. Ci riusciranno? Forse. Ma se accadesse sarebbe, per la democrazia italiana, come iniziare un altro giorno.