Il Premier Conte e il ministro Di Maio elogiano il fatto che, il primo decreto del nuovo governo, sia di natura sociale. Il Presidente del Consiglio non ha terminato di dichiarare la sua soddisfazione che l’approvato dal Cdm:”… segno di una ritrovata dignità dei lavoratori e mondo imprenditoriale. Il governo vuole adottare misure per favorire la crescita economica, sana che segni uguaglianza, tra mondo del lavoro e quello im prenditoriale. La stroncatura di Confindustria è nettissima:” Il primo segnale di questo esecutivo è negativo per le imprese e produrrà, meno lavoro e non meno precariato “. Si tratta – prosegue Confindustria di una marcia indietro inattesa, dagli operatori economici che ora dovranno rivedere, se conviene investire, oppure tirare i remi in barca”. Appare evidente che Confindustria difende a spada tratta il Jobs Act che, sia pure in un mondo economico complicato, aveva prodotto un milione di posti di lavoro, dati Istat alla mano. Ma, se industriali ed imprenditori la pensano così, il ministro Di Maio va all’affondo:” Il Decreto Dignità si basa su tre concetti:” Colpo mortale al precariato cancellando il Jobs Act; colpo mortale alla parte più insidiosa della burocrazia, tanto che ci diranno che siamo a favore degli evasori. E possiamo dire di essere pri mi in Europa – ha proseguito Di Maio – a colpire il gioco d’azzardo e le multinazionali, che vengono in Italia, prendono i soldi, delocalizzano le produzioni, per aumentare i loro profitti, e lasciare a noi i disoccupati”. Ovviamente contro il decreto Dignità si è scagliato anche il Pd ed in particolare l’ex premier, Matteo Renzi, padre del Jobs Act che ha dato risultati ritenuti ottimi. Un milione di posti di lavoro, solo a tempo determi nato ed in parte indeterminato. Secondo il Pd in assorbimento verso quello fisso. Sarà il mercato del lavoro a dire chi ha ragione in un settore, molto sensibile, alle decisioni politiche.