Roma -“Depoliticizzare” l’Italia potrebbe generare solo confusione

C’è un serio tentativo di “depoliticizzare”  ( termine orrendo ) l’Italia. Il tentativo sperimentale del Movimento, di cui è capo politico Di Maio e di Zingaretti, segretario del Pd, è tanto importante quanto capace di cambiare, completamente, il modo di pensare degli italiani. Indipendente dal fatto, se vinceranno o perderanno, le elezioni in Umbria. Il M5S e il Pd puntano ad un’area rifor mista e progressista, un nuovo modello che assorbe e appanna, ed”ingoia”, le sigle dei partiti che parteciperanno all’operazione che va, molto al di là,delle elezioni regionali in Umbria. Si vuole cioè mettere in evidenza che l’idea, nata ed accolta dal Movimento e dal partito democratico, potrebbe essere la fine dell’appartenenza, ad una sola e distinta forza politica ma aderire, ad un’area articolata dove trovare obiettivi, da approvare o respingere. E’ un nuovo modo di fare politica, per quanti si sono impegnati, a dare vita ad un nuovo percorso che non esiste, in tutto il mondo democratico occidentale. O meglio l’area riformista e progressista c’è già, ma vive in virtù di diverse sigle che hanno, una loro  determinata, identità. Forze che si compongono e si scompongono in alleanze, su uno o più problemi da affrontare. In un’area tutto potrebbe diventare più difficile. Facciamo un esempio per essere più chiari. Il Pd e parte, e parente strettissimo, della socialdemocrazia europea: hanno fondamenta comuni sia pure, con un’edificazione, diversa. I popolari italiani sono parte di quella europea, nonostante quelli nazionali, dovrebbero trovare le fon damenta nell’ideale di Don Sturzo. Un’area riformista e progressista, c’è anche in Europa, ma è ben distinta, sotto diverse sigle, che non condividono un problema  unitario. Non si tratta, molte volte di sfumature ma, di vere e proprie differenze sostanziali della società, che si vorrebbe realizzare con leggi e regole. Il M5S ha una sua precisa identità che ha rinunciato, ad essere riconoscibile in Umbria, per eleggere un governatore civico. Così è anche per il Pd, che arriva a questa denominazione, dopo una lunghissima marcia iniziata, dopo la crisi dei grandi partiti del ‘900: DC e PCI. Qual è il pericolo che si potrebbe correre: se tutti i partiti approdassero ad aree politiche: area riformista e progressista; area conservatori riformisti, area di centro moderato riformista; area di centrodestra riformista o mille altre denominazioni. Si dimostrerebbe come è possibile ” depoliticizzare” l’Italia? No. Per il semplice motivo che, in queste aree rimarrebbero  i segni di un passato storico privata di una precisa identità, a cui l’elettore da sempre, fa riferimento, nell’esprimersi con il voto.

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