Parole chiare e senza equivoci quelle del capo del Movimento, nel rispondere alle domande dei cronisti: ” Il M5S nasce come terza via al centrodestra e al centrosinistra. L’esperimento attuato per le regionali in Umbria ci ha dato una risposta precisa: nessuna alleanza o coalizione, anche senza bandiere, con i partiti tradizionali, Pd o altri. In questa manciata di giorni ho ascoltato i nostri amici, iscritti e simpatizzanti ed è giunta una conferma: in Toscana e il Calabria ci presenteremo da soli. Chi vorrà votarci lo farà ben sapendo che siamo una terza via che non ha nulla a che vedere con i blocchi partitici ideologicamente impegnati. Non è una decisione contro nessuno – ha sottolineato il ministro per gli Esteri – ma è l’unico modo per seguire la strada tracciata, sin dalla fondazione del Movimento. Avremo una nostra organizzazione sul territorio e ci misureremo con tutte le altre liste”. Di Maio, in verità, non ha chiuso la porta solo al Pd ma era ineludibile trarre delle conclusioni, dopo il voto in Umbria, dove il M5S si è ridotto ad una cifra, arrivando alla conta dei voti con un bottino magrissimo. Con questo, non viene messa in discussione l’attuale coalizione di governo, ” anzi – ha aggiunto – con questo esecutivo lavoro molto meglio che con quello precedente. La decisione è presa e stando al tono delle risposte è irrevocabile: I 5S affronteranno le prossime regionali, in Toscana e Calabria, da soli e se possibile con liste di appoggio, apolitiche e con persone nuove che non abbiano legami con i partiti. Abbiamo approvato la Manovra, la Legge di Bilancio – ha proseguito Di Maio – ed anche quella Fiscale, mancano pochi dettagli. Con Zingaretti lavoro bene ma niente coalizioni o alleanze: ciascuno per la propria strada. Appare più che evidente che il disegno del Pd, fortemente sostenuto dal ministro Franceschini, non era questo: battere alle regionali il centrodestra, con una coalizione forte, visto anche la ritrovata coesione tra Lega, FdI e Forza Italia ha una dote di voti non trascurabile. Per evitare scossoni nel governo, per le regionali in Umbria e per dissapori è accorso ad aiutare, il Premier Conte, anche Renzi leader di Italia Viva, partito nuovo che ha bisogno di tempo per organizzarsi sul territorio. In agguato c’è l’ex ministro per l’Interno Salvini che, anche in Umbria, ha stracciato partiti amici ed avversari, e che farà di tutto per partecipare, all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, cosa impossibile, o quasi, stando all’opposizione. Il cerino acceso, per le regionali, ora l’ha in mano Zingaretti che potrà anche ottenere nuovamente il 22 o 23 o anche il 30% ma per fare maggioranza con chi? Per forza di cose con il M5S, terza via, che indica un modo completamente diverso dal modo di governare del Pd, ammesso ovviamente che il centrodestra non vinca, anche in Toscana e Calabria. La politica in Italia è bloccata ed è forse giunto il tempo di cambiare registro per garantire la governabilità nazionale, regionale e locale.