Roma – Di Maio – Salvini no ad elezioni a settembre. Le incognite: Conte e UE

Il disgelo tra i due vice premier, Di Maio e Salvini, c’è stato per reciproca convenienza. Il capo politico del Movimento, con il governo in carica per altri 4 anni può: portare a termine le riforme pro messe ed aggiungerne altre, organizzare il M5S su base partitica, unico sistema per affrontare amministrative e politiche con referenti locali, può scegliere chi far entrare nella sua forza politica senza ricorrere ai trombati o a chi è pronto a cambiare casacca pur di avere incarichi. Di Maio ha bisogno di tempo e, durante l’incontro di ieri a Palazzo Chigi, con Salvini il leader 5S ha accettato di buon grado le proposte, non nuove, ma perseguite dal vice premier Salvini. Il leader della Lega ha ottenuto, un imprimatur importante: Flat Tax e Tav Torino – Lione; l’autonomia delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, da discutere, ma comunque c’è un sì che, prima delle europee, era un no secco allo ” spacca Italia”. I 4 anni di governo consentirebbero a Salvini di non rischiare nulla con politiche anticipate che non sono garantite dal elezioni precedenti. Non avrebbe nulla a che fare, se non in termini  di amicizia e personale con  Berlusconi che, in caso di vittoria del Cd dovrebbe cedere, al cavaliere, la regìa dell’attività dell’esecutivo. Il leader della Lega è un battitore libero, ed ha dimostrato di avere fiuto politico e capacità di penetrazione che nessuno gli accreditava, compreso lo scrivente. La Lega è cresciuta e non è rimasta nel Nord ma ha preso, tantissimi voti anche nel Sud. Tutti elementi che messi insieme allontanano le politiche: chiusa la finestra di settembre si passa a quella di primavera, ma non ci sono i presupposti, oggi come oggi, per una rottura. L’unica incognita è il Premier Conte, delegato a trattare con l’Unione Europea in termini tali da evitare una manovra bis. Ma il Presidente del Consiglio è per il rispetto delle regole e non intende subire un’infrazione. Il vice Salvini vorrebbe partecipare alla trattativa con l’UE ma Conte è contrario, solo per ragioni di carattere. E’ pur vero che il ministro Tria si dice convinto che non ci sono i presupposti per un’infrazione ma sappiamo bene come agisce la Commissione. Inoltre c’è il problema della mancata crescita e della legge di  Bilancio da approvare. Giustamente Di Maio e Salvini non vogliono l’austerità, che ha effetti devastanti, ma è molto difficile uscire indenni da questa situazione che ha scarsi margini di manovra. Ecco su questo argomento, si dovranno misurare non solo Conte, Di Maio e  Salvini ma tutti e tre sanno, la posizione del Presidente Mattarella:” Attenzione ai conti degli italiani”, anche se evitate le elezioni a settembre c’è maggiore possibilità di trovare una soluzione, la più indolore possibile.

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