Governatori di Regioni, sindaci di Comuni, Presidenti di Province hanno paura per ponti, viadotti e scuole. Tutti chiedono, a gran voce, al ministro delle Infrastrutture, Toninelli, garanzie su tutto. Dopo il crollo del ponte Morandi gli amministratori hanno scoperto i pericoli, che si nascondono nelle infrastrutture, costruite ed abbandonate. Ovvia l’usura del tempo ed ovvia la preoccupazione degli amministratori di non trovar si coinvolti, con crolli che possono inghiottire auto o camion, scolari o studenti. I telefoni del ministero sono bollenti, così come quelli dei Comuni e Province alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico. Non sono po chi i sindaci che hanno lanciato l’out out:” O collaudi per le scuole oppure non daremo accesso agli edifici” . Si è così scoperto che, un buon 50% delle scuole, non ha l’agibilità e che ponti e viadotti presentano i ferri scoperti, arrugginiti, con una sicurezza inferiore, a quella che dev’essere garantita. Il ministro ha replicato che lui ha trovato un organico tecnico, per le infrastrutture nazionali, molto carente: solo 50 ingegneri po chissimi a fronte, dei 250 previsti in organico. Regioni e Comuni stanno cercando di far fronte, all’ondata di dubbi delle famiglie dei ragazzi per edifici che, senza agibilità, rischiano di diventare delle trappole. Esa gerazione? Forse sì ma anche giustificata. Le famiglie mandano a scuola i ragazzi per studiare e non possono vivere, con la paura, che possa accadere l’irreparabile. La cosa sconcertante è che anche edifici realizzati venti o trenta anni fa non hanno un collaudo, figuriamoci quelli costruiti nel secolo scorso o fine ‘800. Si può far fronte a questa ondata di paura? Sì. Dalle nostre università vengono sfornati, ingegneri molto bravi costretti ad emigrare in quanto in Italia non c’è lavoro, tutto fermo, tutto in congelatore. Si dia un colpo di reni e si proceda, alle verifiche necessarie per ridare tranquillità alla popolazione, primo compito del gover no nazionale, regionale, provinciale o comunale. Niente scarica barili e niente urla contro chi chiude scuole, ponti o strade dove ci sono dubbi sulla loro tenuta. Al lavoro, tutti al lavoro: per questi pericoli non c’è che da agire subito, senza dormirci sopra.