Roma – Festa della terza Repubblica? Ora riscontro dovuto al popolo

Una festa della Repubblica sobria. Nella sfilata non sono stati mostrati i muscoli ma un esercito, al servizio di un popolo, che si è stretto intorno alla sua bandiera. Un Capo dello Stato disteso, dopo i giorni difficili tra governo tecnico e quello politico. Sul palco presidenziale c’è stato un netto cambiamento: in prima fila il neo premier, i due presidenti di Senato a Camera e tutti i ministri del neonato governo. Atmosfera ottima in una bella giornata, che Roma offre, in questa stagione. Molto applauditi i sindaci che hanno sfilato, lungo lo stesso percorso delle forze armate, dell’ordine e protezione civile. Applausi per tutti e ammirazione per il paracadutista che, con un gigantesco tricolore, è sceso da duemila metri per centrare il ” un piccolo materassino”, posto davanti alla tribuna d’onore. Gli italiani hanno tanti problemi da affrontare e risolvere e per farlo occorre l’unità di tutti, maggioranza ed opposizione, forze sociali e datoriali. Il Capo dello Stato, nella sua valutazione, ha dato il via libera a chi aveva, come recita la Costituzione, la maggioranza in Parlamen to. Il Presidente oggi, in alcuni momenti, era commosso,  bambini gli hanno donato, una bandiera italiana, realizzata ad uncinetto, perfetta in ogni dettaglio. Il popolo lo ha lungamente applaudito ed ha intonato, al passaggio di Mattarella, l’inno nazionale, come non era mai avvenuto in precedenza. E’ stata la chiara dimostrazione, al di là del governo M5S – Lega, che il popolo ha apprezzato il lavoro continuo che, il Capo dello Stato ha profuso, per dare un governo al Paese, alla vigila di importanti appuntamenti internazionali e per affrontare i notevoli problemi che non possono essere rinviati. Un 2 giugno che ha segnato il passaggio, da una visione politica ed economica, ad un’altra, che dovrà dare prova di essere migliore, dei precedenti esecutivi. Il compito del governo Conte non è tra i più facili. Gli italiani si attendono molto da chi oggi ha in ma no il destino della Nazione in un momento in cui dall’Unione europea, non giungono segnali incoraggianti, da una stampa internazionale che non manca di mettere in discussione la scelta fatta dagli elettori e con gli Stati Uniti, mai in 72 anni, orientato ad un’economia protezionistica. Da quello che si è appreso, per le scelte più gravi che il governo dovrà assumere, chiamerà gli italiani a referendum di modo che il Parlamen to abbia indicazioni precise. Un modo di governare completamente diverso visto che, passate le elezioni, era il Parlamento a decidere e spesso senza mantenere fede agli impegni presi, in campagna elettorale. Que sto nuovo modo di governare sarà efficiente e più rispondente alle esigenze di una democrazia rappresentativa? E’ difficile dirlo. Il popolo ha votato premiando i partiti che hanno ritenuto sulla strada giusta. Se non faranno quello che hanno promesso non otterranno più il copioso consenso ricevuto. L’opposizione farà il suo lavoro di controllo e per cercare, comuni denominatori, per una nuova forza politica capace di ripren dere il consenso perso. Questa è la democrazia.

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