Roma – Fumata nera, incontro Conte parlamentari pugliesi:” No allo scudo. Punto”

Il Premier, alla ricerca di una soluzione nella maggioranza, per risolvere il grosso problema Acelor Mittal, ha voluto incontrare, con i ministri  D’Inca e Pattuanelli, il gruppo dei parlamentari pugliesi schierati  contro il ripristino dello scudo penale.Una posizione durissima nei confronti degli investitori che hanno già riconsegnato, al Commissario Ilva, la bellezza di 10.770 lavoratori ed iniziato l’azione per tentare di liberarsi dell’incomoda acciaieria. Conte, per eliminare una ragione, che potrebbero vantare gli investitori dell’Ilva in fuga, aveva la necessità di ripristinare lo scudo eliminato, per richieste che non andavano esaudite per nessuna ragione. Ma, a parte questo errore macro, che deve essere  risolto, Conte si è trovato davanti i parlamentari pugliesi, decisi a tutto: no allo scudo punto e basta. La nutrita delegazione, guidata dall’ex ministro, Barbara Leuzzi, non è che ha dato filo da torcere a Conte, gli hanno ripetuto un “no” secco e senza possibilità di cambiare parere. Il Premier ha tentato di tutto, per evitare una fumata nera che costerebbe cara alla maggioranza. Ed ha tirato fuori, dal suo cilindro, una “novità”:” C’è un problema Taranto ed occorre un progetto finalizzato a rilanciare la città su basi completamente nuove”. La pattuglia degli stellati pugliesi non ha ceduto di un centimetro, anche se divisi da una linea, quasi impalpabile. Tra i parlamentari eletti c’è chi sostiene che l’Ilva deve chiudere, lo Stato smantellare gli impianti e destinare, dopo la bonifica dell’intera area, l’intero territorio a parco pubblico attrezzato. C’è un’altra parte che non vuole che venga ripristinato lo scudo perchè un ” sì” significherebbe far continuare la produzione. Non solo oggi nell’incontro con il premier ma anche in precedenza, metà abitanti di Taranto sostengono una tesi molto precisa:” Se chiude l’Ilva l’Italia perde la produzione di acciaio e riceve un danno economico importante. Tanti lavoratori, non solo a Taranto finirebbero disoccupati. Ma chi l’ha detto che, per evitare questo disastro, debba essere minata la saute degli abitanti di Taranto destinati ad un sacrificio ingiusto?” Tra l’altro va detto che, una parte dei parlamentari 5S, avevano promesso, in campagne elettorale, che l’Ilva avrebbe chiuso i battenti e che, il metanodotto internazionale, non sarebbe mai “sbarcato in Puglia” dove invece c’è per intervento della magistratura e le tubazioni si stanno collegando con il metanodotto adriatico. Ma c’è un altro grosso problema che è allo studio delle migliori menti giuridiche: ripristinare lo scudo senza passare in Parlamento dove, non sarebbe votato da una parte del M5S, ma da tutto il centrodestra, come preannunciato. Un altro cambiamento di maggioranza? Impensabile! Il ministro Di Maio, capo politico del M5S, ben a conoscenza che l’incontro tra il Premier e i suoi parlamentari pugliesi avrebbe provocato solo una fumata nerissima, si è guardato bene dal partecipare ed ha lasciato, il cerino acceso, nelle mani di Conte. La realtà di questa come di tante altre vicende è che la politica è un’arte molto seria e i partiti non possono nascere come funghi, o allearsi contro un altro partito o una sola persona. Occorrono maggioranze davvero coese, che la pensino allo stesso modo, non solo per governare l’oggi ma saper progettare il futuro. In molti Paesi, come in Italia le democrazie, sono in crescenti difficoltà perchè mancano di visioni e di programmi credibili. Molti Stati sono governati da coalizioni, gracili e vulnerabili, come lo è stata la nostra con il centrodestra ed ora con il centrosinistra. A questo proposito sarebbe utile, per gli elettori, Francschini a parte, sapere se c’è ancora il Pd che tace davanti a questa ” Commedia napoletana in più atti”.

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